Giustizia per Ramy! Basta propaganda sui nostri quartieri!
Ieri è stata una giornata importante in cui abbiamo mostrato, sbugiardando la propaganda della Milano pericolosa, che esiste una città che non ha intenzione di lasciarsi strumentalizzare per inutili sperimentazioni autoritarie.
La morte di Ramy e i video agghiaccianti che abbiamo visto gli scorsi giorni sono per noi la dimostrazione che la “sicurezza”, presentata come un unico monolite, è uno strumento propagandistico che dipende completamente dalla manipolazione mediatica e viene usato in malafede come pretesto per giustificare politiche repressive . Lo dimostrano i numeri della corteo partecipatissimo di ieri che nella memoria di Ramy ha sfilato per le vie del centro e le zone rosse, chiedendo giustizia e stringendosi in un abbraccio alla sua comunità.
In nome di quale sicurezza si può giustificare un omicidio di Stato?
Continuano costantemente ad arrivarci notizie di abusi di potere che la polizia compie nella nostra città: non ci sentiamo al sicuro.
Imponendoci zone rosse, minacciandoci con daspo urbani, la volontà del governo è quella di mettere ai margini della città tutte quelle persone che non possono permettersi la Milano europea e trovano nelle loro comunità la forza di andare avanti. Persone che rappresentano la maggioranza della forza produttiva di una metropoli che ha sempre meno spazi pubblici.
In questa fase politica così delicata, mobilitazioni come queste mostrano una nuova convergenza, eterogenea e stimolante, che va dalla periferia ai luoghi della formazione.
La moltiplicazione delle proteste in diverse città evidenzia che la rabbia e il malcontento sono in crescita, così come la necessità di tornare a mobilitarsi nelle piazze, sull’onda dell’opposizione, ormai sempre più numerosa, al DDL Sicurezza.
Giustizia per Ramy e Fares. Basta propaganda sui nostri quartieri!
Rebelot
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