La determinazione dei palestinesi più forte delle armi: una testimonianza da Gaza
di Shahd Abusalama, attivista e blogger. Traduzione di Giulia.
“Ayman Shrawna ha sospeso per dieci giorni lo sciopero della fame che durava da 178 giorni: la motivazione è stata la promessa, da parte del servizio carcerario israeliano, di revisione del suo caso ed una sua eventuale scarcerazione all’inizio dell’anno. Per ora si sta alimentando solo con liquidi, e ha promesso che ricomincerà a digiunare, se le promesse non dovessero essere mantenute. Ora Samer Issawi, un altro detenuto, è solo nella sua battaglia a stomaco vuoto, che dura già da 145 giorni.
Su Facebook l’altro giorno ho trovato un video che mi ha fatto profondamente arrabbiare: mostrava l’attacco della corte penale israeliana contro Samer Issawi.
“La tua umanità e la tua determinazione sono sempre più forti della loro brutalità e violenza” ha scritto il regista a Samer. I due hanno condiviso prima l’infanzia a Gerusalemme, poi la prigione in Israele. Loai, il regista, è stato poi espulso verso Gaza, mentre Samer è rimasto a Gerusalemme.
“So quanto sia forte” mi ha detto il regista quando Samer è stato rapito dalle forza israeliane il 7 luglio scorso,iniziando, dopo poco, lo sciopero della fame. “Non romperà il digiuno fino a quando non sarà libero, anche se dovesse costargli la vita”.
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Pochi giorni fa è stato il compleanno di Samer, trascorso senza cibo: nonostante le enormi difficoltà che quest’uomo sta affrontando ritengo che ci sia motivo di festeggiare, per lui e per tutto il popolo palestinese. La sua forza e determinazione indistruttibili hanno trasformato un’esigenza fisica (mangiare) in qualche cosa di insignificante. La sua forza è più forte delle armi dell’esercito. Lo dimostrano le reazioni di militari, che lo hanno attaccato insieme alla sua famiglia, che hanno distrutto i presidi in solidarietà con lui e la sua lotta, sia a Gerusalemme che nel suo villaggio di origine, Issawiyeh. Siamo tutti orgogliosi di Samer e la sua forza ci dimostra la giustizia della nostra causa.
Sempre su Facebook, ho letto la testimonianza della sorella di Samer, che con parole semplici ma potenti mi ha portato quasi alle lacrime. Raccontava di come tre giorni fa, sia Samer che la sua famiglia siano stati umiliati in un tribunale israeliano, assistendo impotenti al pestaggio del fratello da parte di sette soldati, indifferenti al fatto che si trovasse su una sedia a rotelle.
Quando la famiglia ha tentato di reagire, proteggendolo, sono stati mandati fuori dal tribunale, sconvolti per il fatto che persino il giudice fosse presente a quella violenza, senza fare nulla.
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Tutta la corte, giudice compreso, dovrebbero essere accusati di crimini contro l’umanità.
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Dopo poco, ho sentito la madre di Samer che testimoniava alla TV di come i soldati israeliani avessero fatto irruzione nella loro casa, arrestando arbitrariamente anche l’altra sua figlia, Shereen, colpevole solo di aver testimoniato l’accaduto a alcuni media internazionali, mobilitando attivisti da tutto il mondo e organizzazioni a difesa dei diritti umani. La sua colpa era portare la voce della verità su quanto stava accadendo al fratello.
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Il freddo di questi giorni mette a dura prova i detenuti palestinesi in sciopero della fame. Il freddo fa aumentare il bisogno di nutrimento. Tutti i nostri detenuti in sciopero della fame soffrono inoltre terribilmente, siccome vengono negati, da parte delle autorità israeliane, coperte, vestiti caldi, scarpe e persino lenzuola: tutto per rompere la loro determinazione, portandoli allo stremo. Israele non ce la farà mai. Non importa per quanto e con quale intensità tenteranno di spezzare la volontà dei prigionieri.
A Gaza abbiamo organizzato un presidio con una tenda in solidarietà con Samer Issawi, Ayman Shawana e tutti i prigionieri politici palestinesi ingiustamente incarcerati in Israele. Molti gruppi di diverse generazioni hanno partecipato alle manifestazioni con le proprie metodologie. Ieri c’è stato un reading di poesia organizzato dall’università di Gaza, a cui hanno partecipato molti studenti. Guardarli mi ha fatto realizzare quanto la battaglia dei detenuti palestinesi in sciopero della fame stia unendo l’attivismo palestinese, e mi ha reso forte ed orgogliosa.
Fate tutto quello che potete in solidarietà con i detenuti palestinesi in sciopero della fame. Il vostro silenzio significa impunità per i tribunali e la polizia israeliana, autorizzandoli a continuare la loro violenza e crudeltà nei confronti dei detenuti, violando ogni tipo di legge umanitaria internazionale sui diritti umani. Il vostro silenzio potrebbe portare alla morte dei nostri eroi.
Agite ora, per porre fine alla sofferenza dei detenuti.
Vogliamo Samer Issawi, lo vogliamo in vita.”
Link all’articolo originale in inglese.
Un articolo sullo sciopero della fame dei detenuti palestinesi
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[…] Qui un nostro vecchio articolo sul tema sciopero della fame dei detenuti palestinesi […]