Assedio Culturale – Un LUMe nel centro di Milano
“LUMe è bisogno di spazio. (…) E’ far affezionare una generazione disillusa alla parola politica. (…) E’ la cultura che nasce dal basso e, a fatica, cerca di liberarsi dalle gabbie istituzionali”.
“Oh…è il primo corteo che faccio dove non conosco quasi nessuno!”.
Con queste due citazioni, la prima “rubata” ad un’intervento dal palco montato ieri sera in Piazza San Fedele e la seconda sentita da un redattore di MilanoInMovimento con una ventina di anni di attività politica alle spalle si può aprire una prima, rapida, riflessione sulla giornata di ieri.
Alla fine, quel suggestivo incrocio fatto da diverse esperienze e provenienze che, dallo sgombero di questa Estate, abbiamo iniziato a chiamare “popolo di LUMe”, si è presentato puntuale all’Assedio Culturale a Palazzo Marino. Un popolo entusiasta e dinamico fatto di ragazze e ragazzi che attraversano quotidianamente il mondo universitario con un’età media inferiore ai 25 anni ed una eccellente equilibrio di genere. Questo potrebbe essere in breve un ritratto sociale e generazionale di chi ha fatto vivere LUMe nei suoi primi due anni e mezzo di esistenza.
Ma torniamo a ieri.
Il palco montato alle spalle di Palazzo Marino è diventato il luogo simbolo e l’elemento centrale della giornata.
Su quel palco si è palesata tutta la ricchezza e la complessità che si è espressa all’interno di LUMe dall’Aprile 2015. Come promesso si sono susseguiti interventi teatrali, musicali e politici in una piazza che si è via via riempita col calare della sera.
Silenzioso contraltare di tanta vitalità Palazzo Marino.
Il centro-sinistra governa Milano da ormai sei anni, ma non è ancora riuscito a dare una risposta alla fame di spazi che siano slegati dalle logiche del mercato e del profitto e guidati da quelle dell’autogestione.
Una metropoli, quella di Milano, che a differenza di altre si dimostra ancora incapace di mettere a valore esperienza nate e cresciute impetuosamente dal basso e che cercano appunto di “farsi spazio”.
Quasi che il sottrarsi alle regole del “Dio denaro” sia qualcosa di inconcepibile e inaccettabile per una città come la nostra da sempre intenta a correre e far girare i “danè”.
LUMe però non si ferma ed anzi rilancia.
Tutte le sue progettualità hanno bisogno di un nuovo tetto sotto il quale riunirsi e svilupparsi…e noi continueremo a seguirle da vicino.
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