CittàStudi – Il Senato dice sì ad Expo, ma…
Comunicato ILight sui fatti del 6 Marzo.
Ieri (il 6 Marzo 2018) il rettore Vago ha deciso di convocare il Senato accademico di UniMi per dare un parere definitivo al trasferimento dei dipartimenti scientifici della Statale nell’area Expo. Nonostante i senatori fossero stati avvisati solo una settimana prima, noi studenti della Statale insieme ai lavoratori, ad alcuni docenti e agli studenti dei licei del quartiere di CittàStudi abbiamo lanciato un’assemblea in atrio che ha visto un’ampia partecipazione. Alle 14, mezz’ora prima dell’inizio della seduta, la sede del Senato è stata spostata in extremis nell’edificio di UniMi di via Sant’Antonio, di fronte alla sede di Festa del Perdono. Ci siamo quindi mossi in un corteo spontaneo che, partito dall’ingresso della statale ha raccolto centinaia persone, tra le quali anche tanti residenti ed esponenti di movimenti e partiti politici contrari a questo folle trasferimento. Arrivati in via Sant’Antonio abbiamo scoperto il motivo del cambio di sede: la via era stata resa inaccessibile da decine di poliziotti in assetto antisommossa che hanno bloccato ogni accesso alla strada. Abbiamo quindi richiesto in maniera decisa di poter passare per manifestare il nostro dissenso sotto la sede del Senato Accademico. La risposta delle forze dell’ordine è stata inqualificabile: il corteo è stato caricato due volte senza alcuna provocazione da parte dei manifestanti; due ragazzi sono rimasti contusi. Nonostante l’evidente intento di creare tensione e provocare una reazione aggressiva il corteo è rimasto fieramente compatto. Dopo due ore di assedio e di cortei tutt’intorno al luogo in cui si svolgeva la votazione siamo tornati nell’atrio di Festa Del Perdono per un’ assemblea di rilancio in cui abbiamo affermato con forza che per noi la battaglia non finisce qui.
Dopo la giornata di oggi risulta ancora più chiaro quanto sosteniamo da mesi: il rettore Vago non ha la legittimità per portare avanti una decisione così importante per la Statale, che stravolgerà l’ateneo per i prossimi 30 anni. A tutte le ragioni della nostra opposizione, ora si aggiunge anche la questione del project financing, il quale lascerebbe il futuro dell’ateneo in mano al colosso immobiliare australiano Lendlease. Un altro elemento importante è l’assoluta mancanza di condivisione intorno alla proposta del rettore. Alcune domande sorgono spontanee. Per quale motivo ha ritenuto necessario doversi nascondere dietro un cordone di polizia in assetto antisommossa? Per quale motivo cercare a tutti i costi di prendere una decisione a pochi mesi dallo scadere del mandato del rettore e due giorni dopo le elezioni politiche?
E’ evidente che questa decisione non è avvenuta in un clima democratico: il senato accademico ha dovuto trincerarsi dietro alle forze dell’ordine ed è stato necessario manganellare gli studenti più volte per procedere alla votazione.
Dalla giornata di ieri vogliamo far emergere due considerazioni:
-Da ora in poi il rettore potrà utilizzare la votazione di ieri come legittimazione alla sua proposta di trasferimento. Su questo noi vogliamo sottolineare come l’ateneo sia profondamente spaccato e come i 25 senatori che hanno votato a favore non rappresentino l’anima dell’università.
–La partita è ancora aperta! A differenza dei piani originali del rettore, ieri non è stato firmato nessun tipo di contratto né sono previste penali in caso di marcia indietro di UniMi. Rimane dunque ampio margine di azione per fare sentire il nostro dissenso in maniera ancora più larga, partecipata ed approfondita. Il percorso di approvazione è ancora lungo. Infatti non esiste ancora nessun progetto sull’area Expo né alcuna certezza sulla sostenibilità finanziaria. Queste argomentazioni però trovano poco spazio all’interno degli organi centrali che vengono tenuti sotto scacco dal rettore.
Sta dunque a noi studenti, lavoratori e ricercatori di UniMi la responsabilità di far uscire l’università dal torpore in cui sembra essersi rintanata e fare di tutto affinché Vago non vincoli in nessun modo la statale prima dello scadere del suo mandato, legando l’università ad una decisione che graverà non su di lui ma sui prossimi rettori. Dalla giornata di ieri usciamo quindi più forti e determinati; rilanceremo quindi nuovi appuntamenti nelle prossime settimane.
07/03/18 CittàStudi, Milano
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