Milano – Migliaia in piazza per Soumaila Sacko

Più di 5.000 persone oggi in piazza a Milano.

Dopo quattro mesi dalla tentata strage xenofoba di Macerata oggi Milano è tornata in piazza dopo un’ennesimo tragico episodio che ha visto un italiano sparare contro un migrante.

Stiamo parlando dell’omicidio di Soumaila Sacko giovane sindacalista del Mali ucciso a fucilate (feriti i suoi due compagni) dall’imprenditore agricolo Antonio Pontoriero che si credeva padrone (senza esserlo) di un’area dismessa e abbandonata messa sotto sequestro dalla magistratura per sversamenti tossici e dove i migranti raccoglievano abitualmente qualche lamiera per rinforzare le loro misere tende e baracche.

Soumaila era un bracciante agricolo che lavorava con centinaia di altri nei campi nella piana di Gioia Tauro. Attivista dell’USB stimato e ben voluto dagli altri lavoratori che il giorno dopo il suo omicidio hanno indetto uno sciopero del settore agricolo.

Il neo-Ministro dell’Interno Salvini, che ci sta abituando a una strabordante incontinenza verbale, pur girando come una trottola per la campagna elettorale con le sue consuete sparate su migranti, barconi, ONG e simili, non ha trovato un attimo del suo tempo per prendere parola su questo omicidio (eppure è il Ministro dell’Interno!) né scendere in Calabria…

Parola però hanno preso le migliaia di persone che ancora una volta sono scese in piazza a Milano raggiungendo Stazione Centrale.

Un corteo caratterizzato anche dal rilancio della giornata antirazzista di Pontida del 16 Giugno prossimo che cercherà di portare, per il secondo anno di fila, migliaia di antirazzista nella culla della Lega.

https://www.facebook.com/MilanoInMovimento/videos/1293141307486463/

Qui il comunicato di Nessuna Persona è Illegale che ben riassume il senso della giornata milanese:

Cittadine e cittadini del mondo,
Oggi siamo di nuovo in piazza a piangere un nostro morto: un sindacalista coraggioso, un nemico della violenza mafiosa, un lottatore per la libertà; uno di noi.
Soumaila era venuto dal Mali, un paese lontano, povero e dimenticato, un paese di quella regione del Sahel che lo sfruttamento scriteriato tramite la coltivazione intensiva, introdotto dal colonialismo e proseguito col neocolonialismo, ha trasformato in una steppa deserta e inabitabile.
Lo sfuttamento che ha costretto tante e tanti come Soumaila a lasciare il proprio paese è lo stesso che domenica scorsa infine lo ha ucciso; non possiamo continuare a fingere che allo sfruttamento “cattivo” che devasta e ammazza se ne contrapponga uno dal volto umano che agisce nei flessibili paletti della “legalità”: la ‘ndrangheta che spara e le aziende che mascherandosi dietro a falsi sorrisi e modi cortesi negano a lavoratrici e lavoratori il diritto a ritmi accettabili di vita e a un reddito dignitoso costituiscono solo diverse facce della stessa medaglia, e violenza e negazione dei diritti si esercitano indifferentemente su tutte e tutti noi, con un’odiosa preferenza verso i soggetti più deboli.
Cercano e cercheranno di dividerci tra italiani e stranieri, tra bianchi e neri, ma noi sappiamo che, come diceva don Lorenzo Milani, la nostra sola patria sono gli sfruttati e gli oppressi: la nostra non è una lotta altruista o buonista, è una lotta per i nostri stessi diritti, per ribaltare il meccanismo di accumulazione che da decenni ormai ci impoverisce.
Con questo spirito ricordiamo oggi il nostro fratello e compagno Soumaila: non dimenticheremo la tua lotta, non ci arrenderemo.
E per dar seguito da subito a questa promessa, vi invitiamo a partecipare con noi al prossimo pride di Milano contro lo sfruttamento e per il reddito universale,
con l’obiettivo di dare corpo ai diritti di libertà per ciascuna persona.
Nessuna persona è illegale, nessuno sfruttatore è nostro amico: pace per Soumaila, giustizia per tutte e tutti.

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