Al via lunedì il processo per lo sgombero del Lambretta dell’Ottobre 2012

Si apre lunedì 2 Luglio alle 9,30 il processo per il primo sgombero del Lambretta di Piazza Ferravilla il 23 Ottobre 2012: 7 gli imputati.

2.078 giorni. Questo il tempo passato tra il primo sgombero di Piazza Ferravilla e l’apertura del processo per i fatti di quella giornata.

Duemila giorni che corrispondono a quasi sei anni…

Che la Procura di Milano non sia impensierita dal mandare alla sbarra delle persone a così tanto tempo dagli eventi incriminati è dimostrato dal fatto che pochissimi giorni fa sono arrivate nuove denunce per un episodio del Luglio del 2012 relativo a uno sgombero nelle case popolari di Via Neera, nel quartiere Stadera.

Si apre dunque il processo per il primo sgombero del Lambretta proprio nei giorni in cui si torna a parlare di sgombero dello stesso centro sociale che, dopo aver peregrinato tra Piazza Ferravilla, Via Cornalia e Via Canzio aveva trovato una nuova casa nell’ex-Bingo di Via Val Bogna, a due passi da Piazzale Cuoco e dall’Ortomercato.

Ma torniamo al 23 Ottobre 2012. Anzi, facciamo qualche passo indietro…

Le villette liberty di proprietà dell’ALER e lasciati in uno stato di totale abbandono da anni vengono occupate nell’Aprile dello stesso anno.

Da lì inizia un intenso lavoro di sinergia col quartiere per liberarlo dallo spaccio di eroina (ricordiamo che all’epoca il CAD, Centro Accoglienza Dipendenze e Disagio Sociale era ospitato nella strettissima Via Apollodoro) tanto che anche il Corriere della Sera, di solito mai tenero con occupanti e occupazioni doveva ammettere a denti stretti il cambio di rotta nella piazza di Città Studi scrivendo, nelle righe finali di un articolo dedicato al ritorno dell’eroina in città: “…qualcuno spiega che fino a poco tempo fa i tossicodipendenti si rifugiavano in un luogo più nascosto e inaccessibile, una delle villette abbandonate di Via Apollodoro, che ore è stata occupata dal Collettivo Lambretta. Quando entrarono, i ragazzi ripulirono e buttarono via centinaia di siringhe”.

Qualcuno vedeva però come fumo negli occhi quella sinergia con quartiere di Città Studi… Si trattava dell’allora Assessore alla Casa della Regione Lombardia (all’epoca guidata da Formigoni) Domenico Zambetti che con continue lettere di protesta chiedeva insistentemente il ripristino della legalità salvo essere di lì a poco arrestato per voto di scambio con la ‘ndrangheta (altro che i piccoli reati contestati ai teppisti dei centri sociali!) per il quale è stato da poco condannato in appello a 7 anni e mezzo.

L’arresto dell’improbabile paladino della legalità non bloccava però le procedure di sgombero.

La mattina del 23 Ottobre un notevole dispositivo di Forze dell’Ordine si presentava in Piazza Ferravilla accolto da circa un centinaio di solidali. Il presidio degli occupanti veniva spostato di forza dalla celere, ma a quel punto comparivano sul tetto tre occupanti che vi sarebbero restati la notte e la giornata successiva. Nel frattempo la piazza diventava il vitalissimo crocevia di centinaia e centinaia di persone che volevano esprimere la loro solidarietà al Lambretta. In prima fila tanti abitanti del quartiere e tanti di quei cittadini che avevano lavorato per l’elezione di Giuliano Pisapia a Sindaco delle città ed erano rimasti delusi dal fatto che la politica verso i centri sociali non fosse molto mutata rispetto ai tempi del centro-destra.

Dopo lo sgombero le villette venivano nuovamente abbandonate a uno stato di deplorevole abbandono.

Rioccupate nel Dicembre 2012 venivano definitivamente sgomberate nell’Agosto 2014 generando, anche in quel caso, una certa effervescenza in città.

Dei 7 imputati 3 sono accusati di invasione di edificio mentre gli altri 5 di resistenza a pubblico ufficiale. Tra questi ultimi due militanti del Nord-Est che, con grande generosità, si erano presentati la mattina del 23 Ottobre per esprimere solidarietà a quell’importante esperienza sociale.

Sono passati 6 anni e la fase politica è molto cambiata. All’epoca eravamo in pieno governo Monti, il governo delle banche e dell’austerità. Oggi siamo al governo giallo-verde il cui pallino politico è chiaramente in mano alla Lega di Salvini con il suo carico di odio, intolleranza e propaganda quotidiana (creare un caso e costruirci attorno il consenso).

Nonostante la durezza della fase le realtà sociali continuano a vivere e resistere.

Tra queste il Lambretta!

Vi aggiorneremo sullo svolgimento del processo.


 


 

 

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