Mosca, il pugno duro di Putin non ferma la protesta
Russia – In 45mila per le strade della capitale, un fiume in piena per libere elezioni e più diritti. Il movimento potrebbe mettere alle corde non solo il sindaco ma anche il Cremlino.
Quarantacinquemila partecipanti, è stata un grandissimo successo la manifestazione indetta dall’opposizione moscovita contro la decisione del Comitato Elettorale Centrale di non ammettere 57 candidati alla corsa per un posto nel consiglio comunale di Mosca che si terrà tra meno di un mese. Un successo che non era scontato e pochi avrebbero scommesso che alla seconda uscita autorizzata dalle autorità a distanza di 3 settimane, il numero dei manifestanti sarebbe triplicato.
Il nervosismo che si respira nelle stanze del potere è venuto alla ribalta anche dopo la fine della manifestazione quando la polizia ha fatto irruzione nella sede del portale del leader populista Alexey Navalny Navalny Live senza però trovare modo di effettuare arresti. Le migliaia di fermi delle 2 scorse settimane, le perquisizioni, lo stato di arresto dei principali leader della protesta (la «pasionaria» Lyubov Sobol è stata nuovamente fermata ieri mattina) e la pioggia che cade insistente da due giorni sulla capitale, avrebbero potuto raffreddare gli animi dei giovani che ormai da un mese si mobilitano senza posa. Ma ormai la sfida ha superato i limiti locali ed è diventata apertamente politica: diritti democratici, denuncia della corruzione imperante, repressione, insofferenza per la paralisi della politica economica del governo, sono ormai parte integrante delle rivendicazioni dei moscoviti che scendono in piazza. Un movimento variegato in cui confluiscono non solo istanze “liberali” ma anche femministe, ecologiste e sociali. Un fiume in piena che potrebbe non solo mettere in crisi il dominio fino ad oggi assoluto del sindaco Sergey Sobyanin sulla capitale, ma di mettere alle corde lo stesso Cremlino.
Già venerdì la tensione tra il potere putiniano e l’opposizione si tagliava con il coltello. Il ministero degli esteri russo aveva convocato Tim Richardson, Consigliere dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Mosca, protestando per il tentativo da parte del suo paese di «voler interferire negli affari interni e nelle elezioni russe». Il governo russo in una nota per la stampa accusava gli Usa di voler condizionare e pilotare le manifestazioni di queste settimane attraverso la «pubblicazione sul sito e sul twitter dell’Ufficio degli Affari Consolari americano di informazioni sulle manifestazioni». Andrey Klimov, consigliere della Federazione russa, sottolineava inoltre che la stessa informativa dell’ambasciata sulla manifestazione di ieri «in alcune sue parti può essere interpretata come istigazione ad azioni illegali in particolare riguardo la volontà dei manifestanti di voler procedere a un corteo non autorizzato per le strade di Mosca».
Una denuncia che trova concordi tutti partiti presenti in parlamento con il partito comunista che si spinge ad accusare l’opposizione di «voler provocare un’altra Maidan e asservire il paese all’occidente» pur sapendo che alle proteste aderiscono molti gruppi della sinistra come il Blocco delle sinistre e realtà anarchiche.
L’avvertimento sul sito dice anche che alcuni manifestanti hanno annunciato piani per tenere marce non autorizzate, dopo un incontro concordato in Sakharov Avenue, probabilmente in direzione del centro di Mosca. Il rapporto fa anche riferimento ad alcune prove di un uso eccessivo della forza da parte delle forze dell’ordine in precedenti azioni.
«In connessione con la distribuzione nei media, Internet e nei social network di inviti a partecipare alle cosiddette ’passeggiate pacifiche’ a Mosca dopo una manifestazione su Sakharov Avenue, concordata dal ramo esecutivo il 10 agosto, il comitato investigativo della Russia informa che la partecipazione a tali eventi non autorizzati comporta conseguenze legali, compresa la responsabilità penale», afferma la dichiarazione, «Le richieste di sommosse sono anche qualificate in conformità con il codice penale della Federazione Russa, che prevede punizione conduttivo fino al carcere».
Il Regno Unito ha osservato che quando decidono di partecipare a tali eventi, i giovani, in particolare i minori e i loro genitori, dovrebbero ricordare le conseguenze delle loro azioni.
«La responsabilità amministrativa o penale può influire negativamente sul futuro», sottolinea la dichiarazione.
di Yurii Colombo
dal Manifesto dell’11 agosto 2019
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