Milano, Sala vuole il bis. L’annuncio spiazza la destra
Beppe Sala ha scelto Sant’Ambrogio, il giorno della milanesità per definizione, per annunciare la sua ricandidatura a sindaco di Milano. Sant’Ambrogio giornata di luci natalizie e mercatini, Prima della Scala e contestazioni di piazza, ma non quest’anno causa Covid. Tradizione e modernità, Sala ha scelto il suo social preferito, Instagram, per il video-annuncio appena terminate la premiazioni degli ambrogini d’oro, gli attestati di benemerenza civica che la città assegna il 7 dicembre.
Il video si apre riflessione sul santo patrono di Milano che «scelse la via dell’unione e del superamento dei contrasti: penso che il suo insegnamento sia quantomai attuale». Un riferimento che è anche l’ambizione politica di Sala: differenziarsi dai leader più divisivi che si alimento dello scontro e della polemica, un riferimento neanche troppo velato a Matteo Salvini, ma anche un appello al «suo» mondo, quello che dovrà sostenerlo, dalla sinistra, ai moderati, al mondo civico, il cattolicesimo ambrosiano, le professioni.
L’annuncio di Sala è una sorpresa nella tempistica, meno nel contenuto: a tutti era ormai evidente la ricandidatura. L’annuncio spiazza però la destra che, nonostante gli annunci estivi della Lega, non ha ancora un nome da spendere. A fine giornata non si registrano dichiarazioni di leader nazionali del centro destra. «In più riprese ho sottolineato che volevo essere totalmente sicuro e di avere le energie fisiche e mentali indispensabili per impegnarmi per un altro quinquennio, ora sento che posso farlo, anzi sento che voglio farlo» spiega Sala nel video.
Poi un bilancio di questi quattro anni. «Dando per scontato che non tutti saranno d’accordo, sono fiero di quello che ho fatto. Ci sono le opinioni e ci sono i fatti: un fatto è che Milano ha vissuto una fase di straordinaria crescita e si è imposta all’attenzione del mondo per la sua attrattività. Un fatto è che questo sviluppo è stato coniugato con un poderoso intervento sul welfare. Un fatto» sostiene ancora Sala «è che la città si sta trasformando dal punto di vista urbanistico, ambientale, della mobilità, nella direzione del cambiamento intrapreso dalle grandi città del mondo.
Ponendo attenzione ai singoli quartieri, e in particolare a quelli periferici, senza promesse mirabolanti ma con un impegno al miglioramento che non è mai venuto a mancare». In questa storia a un certo punto è arrivato il Coronavirus che «ha messo in discussione molto, non tutto, ma molto» dice Sala. «Non tutto perché i valori fondanti di questa meravigliosa città dalla cultura universitaria, alla creatività, dall’imprenditoria, all’impegno civico della cittadinanza non spariranno, anzi costituiranno la miscela per ripartire».
Le parole di Sala sembrano anche delineare l’intenzione di imprimere una discontinuità anche politica, e quindi un rapporto diverso con i partiti che lo sosterranno, a partire dal Pd che a Milano è il primo partito in città. Sala lascia intendere che serviranno idee nuove e facce nuove per pensare alla Milano di domani. Un ruolo importante avrà la lista civica del sindaco che punta a pesare più che in passato. Verso quale direzione andrà il cambiamento annunciato da Sala? In questi quattro anni il sindaco ha saputo spesso parlare alla cosiddetta base scavalcando il filtro delle organizzazioni e delle sigle, soprattutto quando ha parlato a sinistra.
C’è stata, prima del Covid, una simpatia crescente nei suoi confronti che ha scavalcato le organizzazioni tradizionali della sinistra. I mesi più duri del Covid hanno incrinato in parte questo vento favorevole e un pezzetto di sinistra gli imputa scelte contro l’ambiente e contro le fasce più povere della popolazione. «Noi siamo tra quelli che non sono d’accordo e per cinque anni in consiglio comunale abbiamo contestato da sinistra le sue scelte urbanistiche e di consumo di suolo dice Milano in Comune, la sigla che in consiglio comunale racchiude l’area di Rifondazione Comunista. Abbiamo contestato da sinistra l’impoverimento progressivo dei ceti popolari e i favori alla rendita speculativa».
Milano in Comune, insieme da altre sigle vicine ai comitati civici, potrebbe presentare un candidato sindaco alternativo a Sala, come nel 2016, quando poi al secondo turno arrivò l’appello al voto per Sala dell’allora candidato sindaco Basilio Rizzo. Anche i Verdi sono critici. Altre realtà di sinistra che fanno riferimento al mondo arancione vicino a Pisapia e a Sinistra Italiana sosterranno invece Sala fin dal primo turno, intercettando quello che sembra essere il sentimento più diffuso nel variegato mondo della sinistra: bene la ricandidatura di Sala. Poi, lontano dagli equilibrismi partitici, c’è una città a cui parlare che aspetta di sapere come uscirà da questa crisi e che voterà senza aspettare indicazioni di partito.
di Roberto Maggioni
da il Manifesto dell’8 dicembre 2020
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