Comunicato del Lambretta sulla lettera del Comune di Milano al Questore.

Il Collettivo Lambretta accoglie quanto scritto da Paolo Limonta a nome dell’Ufficio relazioni con la città: è la prima presa di posizione pubblica da parte dell’amministrazione cittadina rispetto quanto sottolineato e chiesto dal comunicato del Comitato Milano di Zona 3.

Nello specifico, il comunicato recitava

Ci rivolgiamo al Sindaco, alla Giunta, al presidente del Consiglio Comunale, ai Consiglieri della maggioranza, ai Consiglieri Aler designati dal Comune per chiedere:

–  di fare tutto quanto in loro potere per far revocare  lo sgombero, in discontinuità con le pratiche della nostra recente storia cittadina o, in seconda istanza, concordare una soluzione temporanea  che consenta di affidare  le palazzine in uso al Collettivo Lambretta,  almeno fino all’effettivo momento di inizio dei lavori di ristrutturazione;

–  di prendere una posizione pubblica a favore del valore sociale di questa esperienza. Questo avrebbe un significato che trascende il singolo episodio assumendo un forte valore simbolico e politico a testimonianza della reale volontà di questa Amministrazione di avviare percorsi concreti di partecipazione e di stimolare esperienze di progettualità dal basso;

–  di individuare le modalità corrette per ottenere un’assegnazione degli spazi concordata e definitiva.”

Nella lettera indirizzata al Questore viene giustamente sottolineato come le persone che più in questi mesi hanno spinto per lo sgombero immediato degli stabili di via Apollodoro siano un assessore alla casa finito in manette per aver pagato la ‘ndrangheta per ottenere voti, e un dirigente dell’Aler che, pur di ritornare “in possesso” delle villette, ha fornito giustificazioni errate e menzognere (il fatto che le villette fossero destinate a progetti relativi all’Expo e il fatto che ci fossero uffici e progetti nell’area).

Come sottolineato più volte dal Collettivo in questi giorni, risulta paradossale che valgano ancora le richieste di tali personaggi ancora oggi che la situazione imbarazzante in cui versa la Regione e le sue municipalizzate, come Aler, è sotto gli occhi di tutte e tutti.

Tuttavia, riteniamo che non vi sia MAI un buon motivo dietro la richiesta, l’attuazione o il silenzio intorno ad uno sgombero.

Ci sono altri spazi sociali a Milano sotto sgombero, spazi che forniscono spesso servizi alla città e che aprono spiragli di socializzazione e costruzione di percorsi a partire dal basso, che meritano il rispetto più assoluto e che lasciano immotivata qualsiasi richiesta di sgombero.

Come gli altri collettivi che gestiscono tali spazi, anche il collettivo Lambretta ha scelto lo spazio che attualmente si trova ad occupare per una serie di problematiche che le case di Via Apollodoro presentavano: spaccio di eroina, degrado dovuto all’abbandono da parte dell’ente che gestisce l’edilizia pubblica, assenza di spazio di aggregazione e socialità nella zona.

Crediamo che tali motivazioni risultino valide ancora oggi e che la situazione possa con uno sgombero ritornare agli stadi precedenti, lasciando un grosso interrogativo nella città e in chi nella zona è stato felice di poter investire in un posto pubblico dedicato alla socialità e non allo spaccio, ha partecipato, condiviso e promosso iniziative all’interno dello spazio.

Ribadiamo quindi la volontà di voler uscire dallo stato di precarietà, ma di voler fermamente conservare l’autonomia nelle scelte e posizioni, presenti e future, che caratterizzano la politiche che portiamo avanti.

Pensiamo che il caso di Piazza Ferravilla/ via Apollodoro rappresenti un emblema delle vicende che contraddistinguono da anni la città: collusione con le mafie e speculazione del patrimonio pubblico.

Tali ostacoli al benessere civile devono essere a nostro parere  tra i primi punti dell’agenda del Comune.

Siamo certi che la lettera alla Questura scritta da Paolo Limonta rifletta un pensiero condiviso a Palazzo Marino e crediamo quindi che una presa di posizione formale da parte di tutta la giunta comunale (o del Sindaco stesso) su tali questioni, sulla difesa della partecipazione della cittadinanza dal basso e di tutti quei processi che aiutano ad ostacolare il proliferare ulteriori sgomberi e chiusure possa essere un ulteriore, necessario e auspicabile passo da compiere.

Sicuri e Sicure di aver proceduto sempre nella direzione del bene delle persone che vivono in Zona 3, di aver dato un valore aggiunto al quartiere e consapevoli che la situazione di precarietà in cui versiamo non sia determinata né oggi né in futuro prossimo da alcun tipo di progetto o servizio che ospiterebbero gli spazi da noi occupati, bensì da mere logiche speculatorie, continueremo a portare avanti e diffondere le nostre idee e cercare di migliorare la città.

Collettivo Lambretta

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3 risposte a “Comunicato del Lambretta sulla lettera del Comune di Milano al Questore.”

  1. […] con la Città del Comune di Milano [ a seguire il Comunicato del Collettivo Lambretta al riguardo: https://milanoinmovimento.com/categorie/lambretta/comunicato-del-lambretta-sulla-lettera-del-comune-d… ] Pubblicato da Franz_MiM il 15 ottobre 2012.Articoli […]

  2. Anita Sonego ha detto:

    Grazie per il lavoro che avete fatto e che continuate a fare per rendere la nostra città più vivibile ed umana. Vi sosterrò in ogni modo. Consideratemi a vostra disposizione per qualsiasi iniziativa volta a sostenere la socialità, la partecipazione, la condivisione.
    Anita Sonego. Consigliera comunale

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