Faccio coming out, a me M. è piaciuto! La serie, non LVI!
Riceviamo e volentieri pubblichiamo una recensione sulla serie che tanto sta facendo discutere in questi giorni.
Io sono come le bestie: sento il tempo che viene.
E non importa come, il mio tempo è arrivato.
Cosa importa se sono diventato l’uomo che odiavo da ragazza.
Io sono una bestia coerente.
Ho tradito tutti. Tradisco anche me stesso.
(monologo in M. il figlio del secolo)
La prima cosa da dire sulla serie ispirata ai libri di Scurati è che era inevitabile che la rappresentazione di Mussolini fosse divisiva, non penso che ne possa esistere una che trovi tutti d’accordo. La seconda è che, come spesso accade, dire che qualcosa fa schifo è sempre più cool che riconoscerne i pregi, soprattutto quando si parla di un autore come Scurati che da un po’ di tempo è diventato il Che Guevara dei radical chic.
Personalmente, a parte qualche ricostruzione storica sbagliata, banalmente nel 1914 la falce e il martello in Italia probabilmente non l’aveva mai vista nessuno, ho apprezzato come viene rappresentato il Duce. Ne emerge l’immagine di un uomo squallido, il cui successo è legato principalmente a due fattori: essersi svenduto alla borghesia del tempo per fare da cane da guardia dei loro interessi (c’è una scena simbolicamente potentissima in cui il tradimento di Mussolini nei confronti del mondo da cui veniva viene raccontata in modo esplicito e, di mezzo, ovviamente, c’è un bel gruzzolo di soldi) ed essere un meschino, mitomane, spregiudicato e soprattutto calcolatore. Un uomo di m. per l’appunto, parafrasando un triste e prepotente titolo di un articolo del sempre pessimo Sallusti di qualche mese fa. Non di certo un virtuoso superuomo spinto da grandi ideali.
Il fatto che oggi una serie tv mainstream dia questa visione, che secondo me si avvicina molto alla realtà, per me è una cosa positiva, specie in un periodo storico dove sta passando sempre di più l’idea che il fascismo fosse un movimento di popolo nato dal basso e agitato dalla classe lavoratrice contro delle fantomatiche plutocrazie di sinistra. E qui giova ricordare come nella serie appaia chiaro che il fascismo, oltre che mazziere del grande capitale contro operai e contadini, sia stato un movimento la cui spina dorsale era l’eterna piccola borghesia italiana pavida e incattivita, eternamente pronta a prendersela contro chi le sta sotto (ieri i proletari bolscevichi e oggi gli invasori migranti) e mai una sola fottutissima volta con chi le sta sopra.
Per il resto secondo me dal punto di vista tecnico e cinematografico la serie è realizzata bene, sicuramente molto meglio della media delle serie tv prodotte in Italia. Per carità, è bello discutere e dare i propri punti di vista, ma la moda di smerdare le cose solo per darsi un tono dimostra una certa fragilità. Faccio coming out, a me questi primi due episodi mi sono piaciuti e mi guarderò anche gli altri anche perché sono curioso di vedere come verrà ritratta la fine ingloriosa di questo grottesco “uomo del secolo” che dopo aver fatto uccidere oppositori e mandato al massacro centinaia di migliaia di italiani (per non parlare dei morti causati da noi nei paesi invasi) al dunque, scappava travestito da soldato tedesco.
Per chi fosse interessato a due bellissime pellicole sul fascismo al suo inizio e alla sua fine consigliamo quanto segue:
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