“In Vietnam” – Il viaggio come spia della vita e di se stessi

Recensione del libro “In Vietnam” di Stefano Calzati.

Un libro scritto su diversi temi linguistici, dove l’ingenuità dell’adolescenza e il piacere della provocazione non si trovano solo nei ragazzi che si incontrano nelle strade di Ho Chi Minh City ma in tutto il paesaggio vietnamita. Dall’inizio alla fine incontriamo parole e frasi nelle lingue dei due paesi colonialisti (Francia e Stati Uniti) che hanno inciso profondamente nella storia del Vietnam e nelle guerre cruente che si sono ripetute nel tempo.

Una ciotola di noodles, zenzero, curry e il risveglio dei sensi. I cargo che sembrano balene fermi nel porto e lo smog che si respira camminando sul lungofiume. Il Museo della Riunificazione che simboleggia la conquistata indipendenza del paese dalle potenze coloniali. La terra silenziosa di Cu Chi resa gialla dai bagni di napalm lanciati dalla US Army al tempo della guerra.

Incontrare un bresciano a Mui Ne, lasciare la strada bollente, sedersi in un locale, ordinare una grigliata, interrogarsi sulla vita, la crisi generazionale e l’incertezza del futuro. Nei giorni che seguono raggiungere certe cascate, nell’entroterra di Mui, e bagnarsi circondati dai colori verde e rosso; suolo tropicale e marziano accostati nella stessa sorte.

Dopo la statua del Budda bianco nella pagoda di Long Son, i discorsi sulla religiosità lasciano il posto a quelli sui soldi. Troppo pochi in Vietnam e tanti in Italia, secondo le affermazioni della guida che accompagna lo scrittore. Intanto, sotto la pioggia, i fedeli pregano in una delle quattro torri Cham di Po Nagar. Nell’antica Città Imperiale di Hué vivere l’esperienza balsamica di un massaggio per sbloccare i dolori alla schiena affidandosi alle cure delle mani abili di una giovane vietnamita Fiore di Loto.

Ultimo imbarco sul bus per Hanoi; alla vista le risaie non finiscono mai. Nella capitale, il laghetto di Hoan Kiem, giovani ed anziani che praticano i lenti rituali del Thai Chi quasi a salutare l’alba. E la città con il passare delle ore diventa un concerto di rumori. Per le strade fervono i preparativi per il Tet, il Capodanno vietnamita. La festa si annuncia con mortaretti e fuochi d’artificio, e alla sera il ponte Huc è illuminato con lanterne rosse. Aspettano tutti la mezzanotte.

Stefano Calzati ci racconta un’esperienza di viaggio esistenziale dove le giornate della scoperta si compiono per passaggi spontanei ed imprevedibili. Nessuna ricerca di fuga o trasgressione ma una trama esile e vivida del Vietnam, come paesaggio e società umana.  Il viaggio come spia della vita e di se stessi.

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