A Prato siamo la soluzione ma il Questore multa noi

Intervista a Luca Toscano (Si Cobas). «La lotta contro lo sfruttamento alla tintoria Superlativa va avanti da luglio. La proprietà cinese non rispetta l’accordo. Il 18 gennaio la marcia per la libertà con tanti giovani».

Qualcosa a Prato è già cambiato, la multa per il decreto Salvini a Elena e Margherita, le due ragazze che hanno partecipato al nostro picchetto, è solo la punta dell’iceberg di una partecipazione ritrovata, soprattutto dei giovani, e di una battaglia per i diritti di tutti i lavoratori che ci porterà il 18 gennaio ad una grande marcia per la libertà». Luca Toscano, 28 anni, è il portavoce del Si Cobas (il Sindacato intercategoriale Cobas) di Prato e Firenze. Ragazzo di Napoli trasferito in Toscana a 14 anni con la famiglia, è a capo del processo di sindacalizzazione delle tintorie del pratese.

La tintoria Superlativa è gestita da cinesi e ha già subito tre controlli dell’Ispettorato del lavoro. Ma, nonostante le critiche perfino della Confindustria, le condizioni di sfruttamento dei lavoratori non migliorano.Luca, la vostra battaglia va avanti da aprile. Come siete riusciti a sindacalizzare i lavoratori delle tintorie?
Nelle sette o otto tintorie e stamperie alla periferia di Prato lavorano africani e soprattutto pakistani. Alcuni hanno parenti che lavorano nella logistica ed erano già sindacalizzati. Sono loro che sono venuti da noi denunciando le condizioni di sfruttamento: turni da 12 ore al giorno, sette giorni su sette. Da aprile a oggi siamo riusciti a firmare accordi alla Dl, la tintoria che ha fatto da apripista, alla Fada e alla Superlativa, che è la più grande con punte anche da 90 lavoratori nei mesi di maggior carico.

Ogni anno c’è stato un controllo: nel 2016 trovarono addirittura i loculi dove i lavoratori dormivano. Il problema è che dopo ogni controllo arriva la sospensione dell’attività e una multa, anche da 100mila euro. Ma il volume di denaro risparmiato sfruttando un lavoratore che viene pagato solo mille euro lavorando 84 ore al settimana è stimabile in 5 mila euro al mese, visto che quel lavoro lo dovrebbero fare due lavoratori in regola. Così basta avere 20 lavoratori in quella condizione e il risparmio è già uguale alla multa. Si paga la multa e il giorno dopo si ricomincia l’attività. E lo sfruttamento. Le armi dell’Ispettorato sono spuntate.

Voi chiedete di aumentare le sanzioni? Di bloccare l’attività in modo definitivo?
No, perché vorrebbe dire far perdere il lavoro ai nostri iscritti. Noi, nonostante l’opacità della proprietà cinese, con la Superlativa abbiamo sottoscritto un accordo dopo i 30 giorni di sciopero a luglio: assunzioni e regolarizzazione con passaggio dai contratti da 2 a 8 ore al giorno e il pagamento di 7 stipendi arretrati, il tutto entro febbraio 2020.

A ottobre però siete tornati in sciopero. E in quei giorni sono arrivate le multe del decreto Salvini per i blocchi alla circolazione davanti alla tintoria e l’investimento della vostra delegata Sarah Caudiero da parte di un tir che ha forzato il vostro picchetto.
Sì, dopo pochi mesi lo sfruttamento è tornato. La proprietà ha minacciato i lavoratori: “O tornate a lavorare come prima – con gli straordinari non pagati – o non vi paghiamo più”. Da quel momento i nostri 34 iscritti non sono stati più pagati, mentre gli altri hanno ricominciato a farsi sfruttare.

Neanche il tavolo di crisi in Regione ha dato risultati? L’azienda è stata richiamata a rispettare l’accordo firmato?
Abbiamo fatto un accordo su un piano di rientro ma solo per gli stipendi arretrati ed è stata pagata solo la prima mensilità. Il problema è il sistema di sfruttamento che va avanti.

E quindi come Si Cobas cosa chiedete? Come si può risolvere una vertenza che va avanti da ben sei mesi?
Per superare il sistema di sfruttamento l’unica soluzione è la sindacalizzazione. Solo i delegati sindacali garantiscono una vigilanza in prima persona dei lavoratori sugli accordi sottoscritti. Per questo continueremo a scioperare e a manifestare.

Andrete avanti nonostante le multe da 4mila euro? I lavoratori e voi non potete certo permettervi di pagarle.
Sì, andremo avanti. Oltre alle multe a me e Sarah a maggio dal questore è arrivato il foglio di via da Prato, che sarà discusso dal Tar a febbraio. Il problema infatti è che invece di combattere il sistema di sfruttamento che noi denunciamo, veniamo denunciati e multati noi. Questura e politica locale vedono nella sindacalizzazione il problema, non viceversa.

Il Questore di Prato Alessio Cesareo sostiene che le multe non sono dovute al decreto Salvini ma alle manifestazioni non autorizzate.
Sono le multe stesse che abbiamo mostrato che lo smentiscono: è citato il decreto Salvini del 4 ottobre 2018. Anche su quelle di Elena e Margherita.

La presenza di Elena e Margherita, le due diciottenni multate il 16 ottobre, è la prova che la vostra lotta ha portato molti giovani a battersi per i diritti dei migranti e contro i decreti Salvini.
Sì, siamo molto fiduciosi. Il 7 gennaio terremo la seconda assemblea pubblica per preparare la Marcia per la libertà del 18: sarà piena di giovani da tutta la Toscana.

I sindacati confederali vi stanno aiutando in questa battaglia? Quali rapporti avete con loro?
Se i confederali facessero il loro lavoro, noi non esisteremmo. E invece il Si Cobas è il primo sindacato nella logistica e l’unico nelle tintorie di Prato.

di Massimo Franchi

da il Manifesto del 29 dicembre 2019

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