«Arancione rafforzato», di colpo la Lombardia chiude le scuole

La giunta lombarda ha guardato il virus crescere per un mese senza intervenire, senza un tracciamento diffuso, senza una ricerca capillare delle varianti che nel frattempo correvano veloci nel bresciano e poi nel resto della regione. Ora stanno lasciando decine di migliaia di anziani in attesa di un vaccino che per troppi di loro ancora non c’è. Non avevano un piano di vaccinazione per le scuole, ma lo promettevano a baristi e ristoratori. Una divisione della società tossica, la guerra di tutti.

Inascoltati gli allarmi degli esperti, arroccati nel palazzo Fontana e Moratti hanno resistito fino all’ultimo minuto, tra errori nella comunicazione dei dati all’Iss – ieri si è scoperto che la Lombardia sarebbe stata una settimana di troppo in zona gialla quando avrebbe dovuto essere già arancione – e battaglie per l’apertura delle piste da sci e dei ristoranti la sera. Erano solo poche settimane fa. Poi davanti al disastro hanno scelto: le scuole chiuse, commercio e servizi no. Anche questa volta divide et impera.

L’ordinanza firmata da Fontana, valida fino al 14 marzo, che mette la regione in «arancione rafforzato», ha stravolto la vita di migliaia di famiglie dall’oggi al domani. È un’ordinanza figlia dell’approssimazione e dell’ideologia padronale che guida la giunta lombarda e che ora è finita in dote anche al governo nazionale.

Aveva bisogno di rallentare e chiudere la Lombardia? Sì. Non ci sono dubbi. Ma prima e diversamente. Alla viglia della decisione del ministero sulla zona rossa tutto sembra una mossa per condizionare le scelte e non assumersi la responsabilità di chiudere le categorie produttive e commerciali.

Da questa mattina dunque le scuole, tranne i nidi, sono chiuse e si torna in Dad al 100%. Vietato anche l’accesso alle aree gioco nei parchi e nei giardini comunali e lo spostamento verso altre abitazioni private all’interno della regione. Nei locali commerciali potrà andarci un componente per famiglia. Non ci sono limitazioni allo shopping e agli aperitivi d’asporto, come chiedevano invece i sindaci preoccupati per gli assembramenti in strada.

La Lombardia da giorni aveva gli indicatori epidemiologici fuori controllo a causa della velocità di diffusione della variante inglese. La giunta ha affrontato la terza ondata come se il coronavirus di oggi fosse lo stesso di un anno fa. Non è così, il virus mutato corre veloce. Il caso scuola era stato in provincia di Brescia, dove i positivi sono triplicati in meno di dieci giorni e la Lega ha visto crescere il virus senza prendere provvedimenti restrittivi per troppe settimane. Erano 300 i positivi giornalieri il 16 febbraio, 700 il 19, 900 il 24 febbraio. Due giorni fa 1.325, ieri 5.174. Quella di Fontana e Moratti non è sottovalutazione, ma un approccio ideologico che privilegia alcuni interessi a scapito di altri. La proposta di tenere aperti i week end e far partire le restrizioni dal lunedì, proposta accolta nel Dpcm firmato da Draghi, arriva dalla Lombardia.

Nei commenti ai profili social della Regione in tanti hanno portato il loro sdegno: «Non hanno rinnovato i congedi parentali e Fontana chiude le scuole dopo aver detto per settimane che la Lombardia meritava la zona gialla» scrive Stefania. «Prima si lamentava del governo di Roma, ora prende decisioni senza consultare nessuno» commenta Giuliana. E ancora, «se i genitori lavorano i figli vanno dai nonni? Almeno il tempo di organizzarsi» oppure «l’aumento dei casi va contrastato ma non potevate agire prima?». Per il capogruppo del Pd in consiglio regionale Fabio Pizzul «l’epidemia corre e di fronte a provvedimenti del genere occorre essere compatti per il bene di tutti i lombardi, ma ciò non toglie che chiudere le scuole dall’oggi al domani è una follia». Per Massimo De Rosa dei 5S serve il commissariamento: «Il centrodestra che governa Regione Lombardia si dimostra ogni giorno più inadeguato nel gestire l’emergenza pandemica. Riteniamo che il presidente del Consiglio Mario Draghi debba intervenire al più presto, al fine di riportare ordine e competenza ai vertici di una giunta che continua commettere errori e soprattutto brancola nel buio priva di qualsiasi strategia».

di Roberto Maggioni

da il Manifesto del 5 marzo 2021

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