Caso Diciotti: prende parola A.S.G.I.

A.S.G.I., associazione studi giuridici sull’immigrazione, da molto tempo è diventata punto di riferimento di associazioni, enti pubblici e privati, studenti e collettivi che si occupano delle “questioni migratorie” ha pubblicato oggi, lunedì 27 agosto 2018, un comunicato sulla conclusione della vicenda “ Diciotti ”, con riferimento alle notizie di stampa riguardanti il destino dei 150 cittadini stranieri illegittimamente trattenuti per 10 giorni sulla nave.

Come si legge dal proprio sito, A.S.G.I., afferma che “Tutti i migranti arrivati in Italia hanno diritto a chiedere asilo ai sensi dell’art. 10, 3° co., della Costituzione e hanno diritto di essere informati sulla possibilità di proporre domanda di protezione internazionale in Italia” (ai sensi dell’art. 8 direttiva 2013/32/UE c.d. “Regolamento Dublino III”). Essendo doveroso ricordare che i migranti “affidati alla CEI”, poiché approdati sul territorio italiano, “hanno diritto di essere inseriti nel sistema pubblico di protezione al pari di qualsiasi altro richiedente asilo” e come già avviene nell’ambito dei c.d. “corridoi umanitari” potranno eventualmente avvalersi “dell’intervento privato della Chiesa, ma ciò non toglie che anche per loro la procedura di esame della domanda dovrà svolgersi in Italia, quale paese di primo arrivo”.

In merito ai trasferimenti di alcuni migranti sbarcati dalla nave Diciotti verso l’Albania, come affermato dal vice-premier Salvini, A.S.G.I. fa notare che “i migranti giunti in Italia non potranno in alcun modo essere trasferiti in Albania contro la loro volontànessuna norma nazionale o internazionale lo consente” perché l’Albania non essendo uno Stato membro dell’Unione non è quindi parte del Sistema Comune Europeo di Asilo.

A.S.G.I. conclude il comunicato affermando come “questi inconfutabili dati normativi dimostrano che la scelta governativa di usare ogni arrivo di migranti come arma di pressione sulla UE (a costo di incorrere addirittura in gravissimi reati), è, oltre che totalmente illegittima e irresponsabile, anche inutile rispetto agli obiettivi che il governo dichiara di perseguire. L’unica strada per una gestione comune degli arrivi è quella della riforma del regolamento Dublino che giace al Parlamento europeo soprattutto per l’opposizione di quegli stessi Paesi con i quali il Ministro dell’Interno e l‘intero governo vorrebbero ora fare cartello comune”.

Gli slogan urlati all’impazzata, i post sui social, non sono altro che dei veicoli biechi dal momento che il Ministro degli Interni non è assolutamente in grado di leggere la realtà per quella che è: queste persone intraprendono un viaggio della morte nella speranza di poter migliorare le proprie condizioni di vita. Non dovrebbe essere questo un diritto universale di ogni uomo o donna sulla terra? I confini come le leggi e governi li fanno gli uomini, non sono un fatto naturale. In questo clima di perenne campagna elettorale è bene ricordarsi che Salvini oltre a non avere gli strumenti per poter parlare di immigrazione in modo strutturale, lui e i suoi colleghi di partito sono sempre stati assenti alle riunioni della commissione europea per discutere la riforma del regolamento di Dublino. I seguaci di Salvini e Dimaio devo essere trattati per quello che sono: inetti incapaci di vedere più in là del proprio naso.

In questo clima di tensione è necessario riportare a galla ciò che più conta: la solidarietà! Vi ricordiamo che domani, 28 Agosto 2018, saremo in piazza San Babila alle ore 17 per un allenamento- presidio “Salvini & Orban a Milano? Allenamento sotto la Prefettura!”.

 

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