Covid 19 – Ora Facciamo i Conti: Presidio a Bergamo

Non bastano poche parole ipocrite per farci credere che l’hanno gestita bene. Non basta la nomina di un commissario per farci stare zitti e tranquilli. Non basta la candidatura a miglior sindaco del mondo per farci cambiare prospettiva. Sappiamo chi sono i responsabili. È tempo di fare i conti con un potere vigliacco e affarista, che lucra e specula sulla salute di tutte e di tutti.

Il 13 giugno alle 16.00 sotto gli uffici di Regione Lombardia, via XX settembre 18, riempiamo la piazza e facciamo sentire la nostra rabbia!

-Microfono aperto per tutto il presidio
-Porta il tuo cartello che chiede verità e giustizia
-Costruiamo insieme i prossimi passi

1 – Fontana e Gallera siete responsabili della strage di morti del Covid-19 in Lombardia

2 – Tamponi gratuiti per tutti e tutte, non si privatizza la salute delle persone!

3 – Pretendiamo i soldi delle nostre Casse Integrazioni, questo ritardo e la proposta di anticipo delle banche sono una vergogna!

4 – Sanzioni verso Confindustria perché responsabile delle pressioni per non istituire la zona rossa in Val Seriana e per il continuo sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori

5 – Costruire un sostegno al reddito corposo, ampio e trasversale, piuttosto che un inefficiente RDE che senza dubbio lascia scoperte migliaia di persone già oggi in situazioni precarie

6 – Per un reale diritto alla salute serve una concreta giustizia climatica e sociale

7 – Responsabilità di Gori in merito alle folle politica di “Bergamo non si ferma”, così facendo non ha messo al centro la salute dei cittadini.

8 – AGGIUNGIAMO IN PIAZZA ALTRE RIVENDICAZIONI E COSTRUIAMO INSIEME UN PERCORSO AMPIO E CONDIVISO DI MOBILITAZIONE

Adesioni (ordine alfabetico e in aggiornamento)

Associazione Naturalmente
Bergamo Antifa United
Bergamo in Comune
Bergamo Migrante Antirazzista
C.S.A Paci Paciana
Collettivo degli Studenti Ferruccio dell’Orto
Comitato Popolare Verità e Giustizia per le vittime da Covid-19
Fuzion Frenzy
MAS IPSP BG
Kascina Autogestita Popolare Angelica “Cocca” Casile
Partito dei Carc
Rifondazione Comunista Bergamo e Provincia
Sindacato ADL Cobas Lombardia
Sindacato ASIA Bergamo
Sindacato COBAS
Sindacato Generale di Base Lombardia
Sinistra per un’altra Seriate
Spazio Jurka
Sportello Sociale di Ascolto Seriate
Sportello Sociale Val Calepio
Sportello Lavoro Bergamo
UDS Bergamo
Unione Inquilini Bergamo
UkClub Martinengo

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Appello completo:

Non è un caso che in Lombardia ci sia stato il numero più alto di morti al mondo. Le responsabilità sono da ricercare nella Giunta Regionale: il presidente Attilio Fontana e l’assessore alla sanità Giulio Gallera.

Fontana e Gallera hanno deciso che i tamponi saranno gestiti dalla sanità privata e avranno un costo di 70 euro, perché non considerati importanti, ovvero: non è priorità per la Regione che le persone conoscano il proprio stato di salute. Fontana e Gallera potevano fare la Zona Rossa ad Alzano Lombardo e non l’hanno fatto, perché era più importante difendere gli interessi economici di Confindustria. Fontana e Gallera hanno permesso, con delibera regionale dell’8 marzo, che le RSA raccogliessero pazienti positivi: il risultato è che sono diventati dei veri e propri cimiteri.

Ma la gestione non è stata pessima solo dal punto di vista sanitario. Non è sicuramente la prima volta, ma durante questa emergenza abbiamo visto anteporre clamorosamente il profitto alla salute dei lavoratori e della collettività.

Durante il Lockdown infatti sono diverse le aziende che hanno continuato ad obbligare il proprio personale a presentarsi al lavoro, anche se il settore di produzione non era indispensabile. Brembo, Persico, Amazon sono solo alcuni dei giganti che hanno continuato a sfruttare lavoratrici e lavoratori, sostenuti dalla politica assassina del “Bergamo is Running” voluta da Confindustria. Ecco altri dei responsabile con cui fare i conti.
Perché non venne istituita la zona rossa in Val Seriana? Perchè in primis Confindustria Bergamo si è imposta per proteggere gli interessi degli industriali. Così da una parte si parlava di lockdown e dall’altra si strizzava l’occhio a Confindustria; incalcolabili i danni di lavoratori e lavoratrici che si sono ammalate nei posti di lavoro, dove spesso pur di non perdere il lavoro cedono al ricatto di lavorare senza DPI o a fianco di una persona malata.

Ora è chiaro: Il diritto alla salute non può essere subordinato al profitto, nè alla necessità di lavorare! Chi non ha lavorato durante questa emergenza ha fatto la fame, non ci hanno dotato neanche in questo caso di ammortizzatori sociali credibili. Mentre infatti migliaia di persone riuscivano a fare la spesa solo grazie alla solidarietà autorganizzata, Regione Lombardia senza alcun riguardo ritardava nell’inoltrare la domanda di cassa integrazione in deroga. Risultato? Molti stanno ancora aspettando lo stipendio di Marzo

Anche le mezze soluzioni proposte dall’ultimo Decreto del Governo mettono in luce ancora una volta la volontà di tutelare chi è ai vertici della produzione e ha gli strumenti per costruire ricatti, sfruttamento e violenze. Il Reddito di Emergenza è una miseria, forse quasi un insulto, rispetto alle nuove povere prospettive sociali di moltissime persone. Dall’altra parte, ad esempio, vediamo il taglio dell’IRAP incondizionato a tutte le imprese, concesso anche a chi non ha subito perdite economiche durante lo Stato d’Emergenza.
Il sistema di diritti legato al mondo del lavoro è stato smantellato ormai da diverso tempo, così come è successo drammaticamente con il diritto alla salute. La tendenza di mettere in secondo piano la collettività rispetto all’accumulazione della ricchezza di pochi ha portato con la pandemia a conseguenze estreme.

Centrale è stata la solidarietà e il supporto popolare autorganizzato sviluppatosi in diverse città tra cui anche Bergamo. Senza dubbio vi sono nuove forme di povertà e tantissime persone nel prossimo futuro si troveranno in situazioni sempre più drammatiche; davanti a questo scenario è necessaria una svolta anche nelle politiche sociali del Comune di Bergamo che reinventi l’essere comunità. Infine ricordiamoci anche le responsabilità di Giorgio Gori: con la campagna “Bergamo non si ferma” usa le stesse parole d’ordine di Confindustria e soprattutto, in una fase così delicata come era fine febbraio, non ha incentrato le sua attenzioni sulla salute dei cittadine, ma sul feticcio del commercio e del turismo.

Il vero Diritto alla Salute lo si realizza con la giustizia climatica e la giustizia sociale, solo così non saremo tornati alla vecchia normalità, che condanniamo e rifiutiamo. L’ultimo pensiero va a tutte le persone che hanno perso i propri cari, ai quali esprimiamo solidarietà e vicinanza.

Serve necessariamente verità e giustizia! Le responsabilità sono chiare, ora bisogna iniziare a fare i conti!

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