La storia dei precari della scuola è lunga e tortuosa

Partendo dal fatto che – già di per sé – l’incertezza lavorativa è uno status che coinvolge tutte le sfere dell’esistenza dilaniando la vita stessa, sulla pelle del mondo della formazione è sempre stata messa in atto una campagna elettorale fatta di grandi promesse che si sono rivelate la continuazione di un processo sistematico e depauperante
L’ultima grande ristrutturazione è stata compiuta, sulle superiori, dalla legge 107: bonus scuola, commissioni di valutazione, alternanza scuola lavoro e la grande assunzione promossa da Renzi sulla lavagnetta sono la sostanza.

Assunzione che non ha genesi nella cuore buono dell’ospite di Rignano ma deriva dalla sentenza emessa dalla commissione UE.

Stabilizzazione, non di tutto il capitale umano degli insegnanti, basata sul ricatto della mobilità. Spiego meglio: vuoi vivere una vita tranquilla senza paura della precarietà? Metti in conto che se sei siciliano potresti essere trasferito in Lombardia o viceversa. Abbandona i tuoi affetti, il tuo radicamento sociale e fallo per il futuro dei ragazzi, futuro che viene citato in maniera inflazionata solo quando bisogna fare lo spot a una riforma.

In tempi recenti, ovviamente pre-elettorali, M5S ha utilizzato lo stesso modus operandi: siamo la forza anti-sistema poi, vinte le elezioni ci alleiamo con chi nel sistema politico Italia ci galleggia da decenni – e compieremo un cambio di passo.

Quelli de ‘Uno vale Uno’ e de ‘ La piattaforma Rousseau è lo strumento politico più innovativo dell’ultimo decennio’ hanno toppato, di nuovo.
Il concorso messo a disposizione è per 24.000 posti a fronte di un capitale umano di 150.000 soggetti.

Pretendiamo la stabilizzazione di tutti/e quelli che hanno vissuto il mondo della formazione per 36 mesi, senza se o ma.

Fioramonti, scuola 5 Stelle e dirigente durante il dicastero Bussetti, invece di pensare a regalare il diritto di sciopero durante FFF per cavalcare l’ondata green, dovrebbe sistemare questa situazione.

La scuola non può essere messa in una posizione di sudditanza rispetto alle grandi imprese, non può vivere le colpe di politiche scellerate – sul mondo del lavoro – degli ultimi anni e non può essere imputata di qualsiasi disastro sociale del presente.
La scuola va sostenuta e valorizzata, non arginando le sue possibilità, con test Invalsi alla maturità, ma facendogli scalare quelle classifiche nelle quali si trova – da troppo tempo – alle ultime posizioni.

Noi, invece, dobbiamo non essere solo ‘studente-centrici’ e trovare le modalità utili per organizzare tutto il corpo sociale in una prospettiva di cambiamento reale dello stato dell’arte.

Foto: 13Nov 2015, sciopero del mondo della formazione

Simone Traù

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