Siamo librai, non simboli
In questi giorni, specie da “sinistra” sono stati pubblicati diversi appelli per la riapertura delle librerie. Oggi, su la Repubblica, sono diversi gli articoli autocompiaciuti della scelta del Governo. Quello che fino ad ora è successo, come capita spesso in questo paese, è che non si sia sentita la voce di chi le librerie dovrebbe riaprirle: librai e libraie. Riprendiamo un interessante testo uscito su minima&moralia che, con l’articolo di ieri di MiM serve a fare un po’ di chiarezza e dare voce a coloro i quali, fino a oggi, non ne hanno avuta.
Pubblichiamo una lettera aperta, frutto del lavoro collettivo di discussione e confronto sviluppato all’interno del gruppo LED – Librai Editori Distribuzione in rete, sperando di poter contribuire a un dibattito costruttivo sulla riapertura delle librerie a partire dal 14 aprile.
*
Il nuovo decreto preannunciato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte prevede per il 14 aprile la riapertura delle librerie, riconosciute da più fronti come presidi sociali e luoghi essenziali per il tessuto culturale del nostro Paese.
Come libraie e librai siamo contenti di questa improvvisa attenzione al nostro lavoro, ma ci sarebbe piaciuto ci fosse stata anche prima delle misure governative per il contenimento della pandemia e, soprattutto, ci piacerebbe ci fosse dopo: se siamo dei luoghi essenziali del tessuto culturale italiano, allora sarebbe il caso che questa funzione ci fosse riconosciuta sempre e in modo strutturale, attraverso una serie di misure economiche a sostegno delle nostre attività nel quotidiano.
Mentre sono ancora in vigore misure che costringono le persone dentro casa e sospendono la mobilità, viene chiesto a noi librai e, di conseguenza ai nostri lettori, di tornare a muoverci per raggiungere le librerie.
Ci siamo adoperati tutti quanti, come cittadini prima di tutto, a rispettare le regole, a proteggere gli altri e noi stessi, ci siamo fermati e abbiamo pensato, cercando modi alternativi di continuare a fare rete, cultura e dove possibile servizio.
Ci siamo re-inventati sui canali digitali, abbiamo raccontato libri a distanza, abbiamo studiato le formule giuste per permettere ai libri di arrivare alle porte delle persone senza mettere in pericolo nessuno, abbiamo messo in atto modalità, come quella delle consegne e spedizioni a domicilio, in assenza di un contesto normativo chiaro e unitario, per non perdere il contatto con i lettori.Se alla decisione di riaprire possono aver contribuito lettere e appelli che fanno forza sul valore e sul conforto culturale del libro, la prima domanda da porsi è: a quali condizioni? E perché tra le firme di questi appelli mancano proprio quelle dei librai?
In merito alla proposta di riaprire le librerie, molte e molti di noi nutrono una serie di dubbi e perplessità che ci piacerebbe fossero sciolti:1. Sono state previste delle indicazioni precise per la sicurezza del nostro lavoro, come l’adozione di specifici dispositivi? E nel caso: quali? Il lavoro del libraio, infatti, prevede un tempo lungo della comunicazione verbale faccia a faccia, una pratica che, se non precisamente regolata, comporta in questo momento degli evidenti rischi di sicurezza sanitaria. Inoltre è buona abitudine di chi frequenta le librerie prendere, toccare, manipolare una gran quantità dei libri presenti sui nostri scaffali. È stata pensata una procedura per la sanificazione di libri e ambienti? Senza contare l’inevitabile ripresa dell’attività di tutti i lavoratori (corrieri, logistica, promotori ecc.) coinvolti nel funzionamento della filiera e la cui salute va tutelata al pari di quella di chiunque altro.
2. È stato considerato cosa significhi, dal punto di vista della sicurezza sanitaria, fare muovere tutti i librai e le libraie d’Italia verso i loro luoghi di lavoro, e tutti i nostri lettori in direzione delle librerie, in tempi in cui viene chiesto a tutti i cittadini italiani di restare a casa il più possibile? Andare in libreria implica che i lettori escano di casa, scendano in strada, salgano in macchina o sui mezzi pubblici, passino del tempo tra gli scaffali a maneggiare libri e a cercare dialogo e confronto con noi librai. La scelta di un libro avviene per contatto diretto, per passaggi di mano e di idee. Come gestire tutto questo?
3. Malgrado la riapertura delle librerie restano comunque in vigore le misure restrittive che limitano la libertà di movimento e circolazione delle persone. Andare a comprare un libro sarà una giustificazione valida per uscire, esattamente come andare al supermercato?
4. È stato considerato cosa significhi in merito alla possibilità di concordare sulla base dell’art. 1623 c.c una congrua riduzione dei canoni di affitto delle nostre attività, l’intervento di una disposizione che ci dà facoltà di riaprire ma a fronte di una prevedibile e consistente riduzione delle vendite? Aiutare le librerie, in quanto riconosciuti luoghi di produzione di cultura, non prevedrebbe invece la possibilità di una norma che consenta ai proprietari dei nostri locali di godere loro di un credito di imposta equivalente alla riduzione che ci accorderebbero sulle pattuizioni contrattuali relative al canone di locazione ed alle spese relative?
5. Perché non creare un fondo nazionale o una partnership con i servizi postali, simile nella premessa alle iniziative attualmente sostenute dal contributo libero degli editori, ma su finanziamento statale, per aiutare le librerie a sostenere la gestione economica delle forme alternative di vendita attualmente in atto (spedizioni fuori città, spedizioni a domicilio ecc.)?
6. In questo momento sono attive delle misure di welfare (possibilità di cassa integrazione straordinaria, accessi a contributi pubblici, agevolazioni fiscali) pensate per contribuire alla sostenibilità economica degli esercizi commerciali. Quali certezze abbiamo che queste misure verranno mantenute anche dopo la riapertura “simbolica”?
Riaprire le librerie non può essere considerato un puro gesto simbolico, ma deve essere un’azione strutturata e gestita nella sua complessità, così come dovrebbe avvenire per tutte le altre attività necessarie alla vita sociale.
Le librerie sono dei presìdi culturali che vivono costruendo relazioni, dei luoghi che hanno un peso nella creazione di comunità culturali e sociali, spazi che creano dibattiti, lavorano alla promozione e alla diffusione della lettura e della cultura in senso ampio, organizzano eventi e occasioni di confronto. Quando una libreria viene disarticolata da questo tessuto connettivo, quando non si guarda al complesso di attività che svolge e la si riduce a mero luogo di vendita delle merci non solo si tradisce il ruolo che riveste nel territorio ma si fa finta di non vedere la differenza tra consumo e fruizione, tra cliente e cittadino.
Tanti di noi hanno continuato a lavorare senza alcuna certezza di sostegno economico, ad altri non è stato possibile portare avanti il proprio lavoro nel quotidiano, ma NON abbiamo mai smesso di fare cultura: abbiamo continuato a dialogare con la nostra comunità di lettori attivando tutti i mezzi a nostra disposizione. Ora non abbiamo intenzione di esporci al solo scopo di fingere una “ripresa culturale delle anime” che ci potrà essere davvero solo quando sarà possibile la messa in sicurezza di tutti i corpi.
In mancanza di garanzie sulle richieste qui avanzate molti di noi si riservano di non riaprire comunque l’attività nemmeno dopo l’entrata in vigore del decreto, finché non sarà possibile esercitare il nostro lavoro nelle condizioni e con le tutele adeguate.
1. Annamaria Cenni, libraia, Genova
2. Bookish libreria, Roma
3. Libramente Caffè Letterario, Salerno
4. Kublai – Libreria Dolceria, Lucera
5. Libreria Periferica, Albinia
6. Colibrì, Milano
7. Libreria Il pensiero meridiano, Tropea
8. La libreria del Golem, Torino
9. Libreria Le Notti Bianche, Vigevano
10. Libreria Fatti di carta, Noci
11. Liberamente, Ravenna
12. Libreria W. Meister & co, San Daniele del Friuli
13. Stefano Sancio, Cento Fiori Finale Ligure. Del Conte, Loano
14. Prinz Zaum,Bari
15. La Piccola Libreria, Levico Terme
16. LibrOsteria, Padova.
17. Libreria Controvento, Telese Terme
18. I libri di Eppi, Torino
19. Libreria Virginia e Co., Monza
20. Libreria On the road, Montesilvano
21. Libreria Dovilio, Caltagirone
22. Libreria Namastè Book and Coffee, Tortona
23. Libreria Nina, Pietrasanta
24. Empatia Libri, Teramo
25. Libreria Campus, Bari
26. Libreria Tra Le Righe, Pisa
27. la Libreria Volante, Lecco
28. Francesca Dell’Orso, libraia, Pescara
29. Il Mio Libro, Milano
30. La confraternita dell’uva // Libreria – Cafè – Wine Bar, Bologna
31. Skribi Parole Suoni Gusto – Conversano
32. Book Morning – Libreria e Servizi Editoriali, Genova
33. Libreria Kindustria, Matelica
34. Libreria Diari di bordo, Parma
35. Libreria Fogola, Ancona
36. Rachele Palmieri, libraia, Roseto degli Abruzzi
37. Libreria Dante, Ravenna
38. Libreria Trebisonda, Torino
39. Prospero / Enoteca letteraria, Palermo
40. Barbara Catalano, libraia, Milano
41. La libreria Millelibri – Poesia e altri mondi, Bari
42. Arturo Balostro, libraio, Bologna
43. Libreria Ghibellina, Pisa
44. Gennaro Pecora, libraio, Pomigliano d’Arco
45. Carla Bosi, libraia, Bologna
46. Libreria La Gang del Pensiero, Torino
47. Libreria 101, Bari
48. Libreria Pagina dodici, Verona
49. Libreria nuova macelleria Patella, Altamura
50. Libreria Trame, Bologna
51. Todo Modo, Firenze
52. Libreria Roma Ubik Pontedera
53. Libreria Therese, Torino
54. libreria tralerighe Conegliano
55. Lo Spazio Diviadellospizio, Pistoia
56. Libreria à la Page, Aosta
57. Le mille e una pagina, Mortara
58. NORA Book & Coffee, Torino
59. Libreria Liberi Tutti, La Spezia
60. Luna’s Torta, Torino
61. Libreria Bacco, Puegnago del Garda
62. Libreria Fahrenheit, Pistoia
63. Libreria Libri al Sette, Carugo
64. Cartolibreria Dueccì, Mira
65. Tempo Ritrovato Libri, Milano
66. Allegra Mercuri, libraia, Sesto San Giovanni
67. Monica Calanca, libraia, Bergamo
68. Stefano del Lungo, libraio, Firenze
69. Cristiana Zoli, libraia, Ravenna
70. Barbara Catalano, libraia, Milano
71. Stefania Mazzone, libraia, Pescara
72. David Poeta, libraio, Firenze
73. Katia bianco, libraia, Milano
74. Federica Iorio, libraia, Milano
75. Luca Di Natale, libraio, Roma
76. Valentina Ghilardi, libraia, Milano
77. Daniela Battistini, libraia, Reggio Emilia
78. Franca Gerli, libraia, Milano
79. Vincenzo Di Matteo, libraio, Napoli
80. Dora Cocco, libraia, Roma
81. Emilia di Domenico, libraia, Napoli
82. Gaia Possenti, libraia, Roma
83. Davide Predosin, libraio, Roma
84. Ilaria Di Cesare, libraio, Milano
85. Cinzia Zanfini, libraia, Firenze
86. Astrid Hovstadius, libraia, Firenze
87. Jessica Giusti, libraia, Pisa
88. Roberta Rapallino, libraia, Genova
89. Iva Pruneti, libraia, Firenze
90. Isabella Grosso, libraia, Biella
91. Letizia Casana, libraia, Milano
92. Stefania Mangani, libraia, Genova
93. Veronica Barbuto, libraia, Pisa
94. Giulia De Maio, libraia, Napoli
95. Serena Visci, libraia, Pescara
96. Alessandra Dugini, libraia, Firenze
97. Daniela Carrera, libraia, Biella
98. Umberto Apicerni, libraio, Milano
99. Daniela Nannavecchia, libraia, Milano
100. Angela Pecorella, libraia, Palermo
101. Morleo Mino, libraia, Milano
102. Cristina Minozzi, libraia, Milano
103. Debora Ragnacci, libraia, Perugia
104. Enrica Antonini, libraia, Milano
105. Antonella Del Giacco, libraia, Milano
106. Toni Viceconti, libraia, Milano
107. Elena Vignali, libraia, Milano
108. Benedetta Bruni, libraia Pistoia
109. Aurelia Calì, libraia, Catania
110. Chiara Vaghi, libraia, Assago
111. Monica Iudica, libraia, Milano
112. Rosaria Laurino, libraia, Napoli
113. Fabiola Brizi, libraia, Roma
114. Monica Federico, libraia, Milano
115. Irene Lambiase, libraia, Milano
116. Melissa Messere, libraia, Trieste
117. Massimo De Marino, libraio, Napoli
118. Paolo Siena, libraio, Palermo
119. Nicoletta Marchese, libraio, Genova
120. Marilena La Penna, libraia, Napoli
121. Daniele Marini, libraio, Roma
122. Michela Nardi, libraia, Roma
123. Valeria Sarro, libraia, Palermo
124. Paola Taraschi, libraia, Pistoia
125. Caterina Castiglione, libraia, Palermo
126. Albamonte Sabrina, libraia, Palermo
127. Lena Ferrigno, libraia, Palermo
128. Cristina Gallina, libraia, Milano
129. Roberta Capobianco, libraia, Napoli
130. Gabriele Falangi, libraio, Milano
131. Libreria Vicolo Stretto, Catania
132. Legatoria Prampolini, Catania
133. Quivirgola, Schio
134. Chiara Collini, libraia, Milano
135. Mannaggia – libri da un altro mondo, Perugia
136. Libreria IoCiSto, Napoli
137. Fabio Zambetta, libraio, Milano
138. Libreria del Mondo Offeso, Milano
139. Paola Pedalino, libraia, Palermo
140. Salvo Cellura, libraio, Palermo
141. Libreria dell’Arco, Matera
142. Vittorio Tomaselli, libraio, Pescara
143. Libreria Laformadellibro, Padova
144. Pagina27, Cesenatico
145. Il Libraio di Notte, Popoli
146. Libreria Zabarella, Padova
147. Marco Mario Davide Todaro, libraio, Milano
148. Francesco Preiato, libraio, Milano
149. Marina Occhipinti, libraia, Fiumicino
150. La Bottega dell’Invisibile, Forlimpopoli
151. Eugenio Candi, libraio, Modena
152. Marcello Marzano, libraio, Lecce
153. Bianca Corso, libraia, Palermo
Tag:
coronavirus covid19 diritti editoria emergenza lavoratori librai librerie riaperture salute sanità sicurezza
Conosco alcuni librai tra firmatarie e firmatari di questa lettera, condivisibile in ogni punto. Quale utente e operatore culturale condivido preoccupazioni e riserve sulla riapertura delle librerie senza garanzie di sicurezza, con il rischio ulteriore di svilimento del ruolo stesso delle librerie, che diverranno giocoforza parchi di divertimento al chiuso, pretesti per lunghe passeggiate (nella mia città, Genova, come negare a chi abita lontano dal centro un’escursione anche di una decina di chilometri per raggiungere le ormai poche librerie?) con soggiorno in libreria senza obbligo di acquisto (ed è giusto sia cosí, normalmente), a meno di non prevedere l’accesso a chi abbia uno o più titoli da acquistare. Si entra, si chiede, si riceve, si paga e si esce. È l’unica soluzione, se si vuole aprire. L’altra soluzione sarebbe riaprire più tipologie di esercizi cotemporaneamente, per spalmare il pubblico non solo su alcuni spazi commerciali. Abbiamo bisogno di libri ma anche di mutande, calze, scarpe, padelle.
Auguri