Verso Lotto Marzo, parola per parola – “Femminilizzazione del lavoro”

Il termine di oggi del glossario in vista dell’8 marzo è: *Femminilizzazione del Lavoro*.

Questo termine indica due processi paralleli che riguardano l’entrata nel mondo del lavoro produttivo (vedi scorso termine) della donna.

Dalla seconda ondata femminista nel nostro paese e per la trasformazione della società dall’inizio degli anni ’80 in poi, le donne non sono più solo destinate al lavoro riproduttivo (vedi il glossario dei giorni precedenti), ma diventano forza lavoro salariata e stipendiata.
La prima accezione di femminilizzazione del lavoro è questa.

Curiosamente questo cambiamento ha coinciso anche con una trasformazione del lavoro produttivo: in nome di una falsa flessibilità che permettesse alle donne di seguire famiglia e lavoro fuori (perché il fatto che la casa non la seguisse la donna non era contemplato e anche oggi questa concezione non trova terreno fertile) il lavoro è sempre più precarizzato, sottopagato, instabile.

Se nel solo mese di dicembre 2020, 99mila donne su 101mila persone nel nostro paese hanno perso il lavoro, è proprio perché le donne svolgono i lavori più precari, mal pagati, con un monte ore minore rispetto agli uomini anche quando non c’è richiesta.

Sono le prime quindi ad essere lasciate a casa.

Femminilizzazione del lavoro coincide anche con il trasferire quelle caratteristiche considerate -in modo sbagliato – tipicamente femminili e pretese sul luogo di lavoro.

Spirito del sacrificio, tendenza al prendersi cura, l’essere instancabili, magari materne, gentili ecc, sono qualità che vengono pretese per il solo fatto di essere donne.

Alle donne si chiede molto di più di quanto devono per contratto.

La pandemia ha svelato inoltre un’ulteriore caratterizzazione della femminilizzazione del lavoro: l’essenziale.

Essenziale sarà la prossima parola chiave verso LottoMarzo.

DeGenerAzione

Tag:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *