Sulla pelle viva – Nardò: la lotta autorganizzata dei braccianti agricoli

Nardò: la lotta autorganizzata
dei braccianti agricoli

Nell’estate del 2011 circa 400 braccianti agricoli di origine africana, ospitati nella Masseria Boncuri a Nardò (Lecce), hanno scioperato per quasi due settimane. In Italia, si è trattato del primo sciopero autorganizzato di lavoratori stranieri della terra, contro un sistema di sfruttamento basato sul caporalato, per il rispetto del contratto provinciale (previsto per legge) e per essere assunti direttamente dalle aziende.
Questa lotta ha attivato sul territorio – prima locale poi nazionale – un’estesa rete di solidarietà che ha coinvolto strutture sindacali, associazioni antirazziste, militanti di base. Ma ha soprattutto messo in luce i limiti di una politica istituzionale
incapace di affrontare e risolvere le questioni strutturali dell’agricoltura italiana in genere e di quella del Sud in particolare. Una politica che da vent’anni scarica le proprie contraddizioni e le proprie crisi sull’ipersfruttamento dei lavoratori migranti.
A partire dalla consapevolezza del valore paradigmatico di questa lotta, gli autori del libro sviluppano ricche analisi su un conflitto che, attraverso la presa di parola diretta dei migranti, rappresenta una vera e propria lezione di civiltà,
in un contesto sociale che li vorrebbe destinare a una condizione di totale invisibilità.
Titolo Autori Editore Pagine
Sulla pelle viva ,Devi Sacchetto,Gianluca Nigro,Mimmo Perrotta,Yvan Sagnet Edizioni Derive Approdi 168
Anno Collana Tema Data Uscita
2012 samizdat Migranti e pensiero post-coloniale 25/01/2012

Un Assaggio

Introduzione

Nell’estate del 2011 le campagne del basso Salento sono state scenario del più importante e lungo sciopero auto-organizzato di braccianti stranieri, tutti africani, impiegati nel settore agricolo. Nel cuore dell’estate salentina tra spiagge, concerti e notti tarantolate, alcune centinaia di braccianti occupati nella raccolta delle angurie e del pomodoro sotto la sferza del sistema del caporalato «etnico» e di un padronato italiano poco propenso alla meccanizzazione hanno incrociato le braccia e preso la parola direttamente. Questo volume ricostruisce le dinamiche che hanno determinato prima e sostenuto poi allo sciopero. Si tratta di un’esperienza che ha costituito per alcune settimane un vero e proprio laboratorio politico.
L’area della Masseria Boncuri a Nardò è adibita all’accoglienza dei lavoratori stagionali, tutti originari dall’Africa settentrionale e sub-sahariana. I lavoratori migranti presenti in parte seguono la stagionalità delle colture agricole del Mezzogiorno, in parte sono stati espulsi dalle fabbriche del Settentrione e in parte sono lavoratori generici che cercano qui di guadagnare qualche soldo. Essi costituiscono una forza lavoro mobile sottoposta a un forte livello di emarginazione sociale e sfruttamento del lavoro legato alla loro maggiore ricattabilità. Il modello portato avanti a Boncuri nasce in contrapposizione alla forme più diffuse di accoglienza caritatevole. Per le associazioni che hanno gestito la Masseria, la onlus pugliese Finis Terrae e le Brigate di solidarietà attiva, l’accoglienza è uno strumento per sensibilizzare i lavoratori migranti in merito all’emersione del lavoro nero e per attivare processi di emancipazione ed auto-organizzazione dal basso. In questo senso fin dal 2010 è stata organizzata dalle due associazioni la campagna «Ingaggiami. Contro il lavoro nero».
I saggi qui presentati esaminano lo sciopero da diversi punti di vista. Si tratta di analisi proposte da chi ha vissuto direttamente la Masseria Boncuri e i giorni dello sciopero e che cercano di contestualizzare la protesta dei lavoratori nel più ampio ed articolato intreccio tra i temi dell’immigrazione e quelli dello sfruttamento del lavoro. Nelle analisi e nelle narrazioni che seguiranno, da quella della ricerca sociologica al vissuto personale di un bracciante portavoce dello sciopero, il tema del lavoro assume una centralità inedita, divenendo vera e propria chiave di lettura per la comprensione del fenomeno.
Mimmo Perrotta e Devi Sacchetto analizzano il fenomeno dello sciopero sottolineando l’eccezionalità di riuscire a essere presenti, seppur in modo discontinuo, durante l’evento, cioè proprio mentre il fenomeno oggetto dello studio si sta verificando. Questo essere presenti sul campo, la raccolta di materiale in «presa diretta», influisce ovviamente sulla formulazione della ricerca stessa. Le interviste ai lavoratori durante lo sciopero aiutano a ricostruire i percorsi di lavoro e di vita a partire dai paesi di origine fino alle diverse articolazioni dei processi migratori e della loro adesione alla sospensione del lavoro.
Il saggio di Yvan Sagnet, il giovane camerunense divenuto nell’arco di poche ore il leader naturale della lotta dei braccianti, rende evidenti le dinamiche di trasformazione della propria soggettività prodotte da un evento sottoposto ai riflettori dei media, dei sindacati e più in generale delle istituzioni. L’esperienza di Sagnet è importante perché segnala come sia possibile ricostruire forme di lotta che travalicano la divisione «etnica» basata su fittizie comunità di migranti, sebbene queste stesse dinamiche comunitarie siano continuamente riproposte.
Il tema più ampio della migrazione legato a quello dello sfruttamento del lavoro nero non solo della popolazione africana, ma della complessa categoria «migrante» presente in Italia viene affrontato da Gianluca Nigro, operatore di Finis Terrae e responsabile legale del campo della Masseria Boncuri. Egli ritiene che le analisi compiute negli ultimi quindici anni sul tema della migrazione hanno per lo più visto l’elemento del lavoro nero come un aspetto secondario determinato dall’assenza di un’adeguata regolarizzazione dello status giuridico degli stranieri in Italia. Nigro cerca di rovesciare la retorica mostrando come la legislazione relativa all’immigrazione non sia altro che uno degli elementi fondamentali della gestione del mercato del lavoro. In questo senso la Masseria Boncuri con il suo campo «aperto» rappresenta un terreno nuovo e di sperimentazione in cui il fenomeno sul quale si agisce va assunto con tutte le contraddizioni che questo comporta.
L’agire pratico dentro queste contraddizioni e le difficoltà nel riuscire a rendere comprensibile all’esterno il significato profondo di cosa significhi «agire sul fenomeno a partire dal fenomeno» sono il centro dell’ultimo saggio frutto di un lavoro collettivo delle Brigate di solidarietà attiva. Nell’articolo si alternano analisi e testimonianze dirette dei circa centoventi volontari-militanti che durante i tre mesi di apertura del campo si sono alternati nella gestione della Masseria.
Lo sciopero dei braccianti di Nardò rappresenta un momento importante nella storia del movimento operaio in Italia dal punto di vista sia delle pratiche sia dell’analisi. Forse è proprio a partire da chi in una difficile fase economica e politica riesce a riprendere direttamente la parola e a imporre una lotta durissima che occorre puntare lo sguardo.

Autori

 

Brigate di solidarietà attiva

Federazione di associazioni dislocate sul territorio nazionale. Nascono nel 2009 dal terremoto dell’Aquila. Hanno gestito il campo di Tempera per la popolazione abruzzese (in contrapposizione per principi ispiratori a quelli della protezione civile). Nei diversi territori di appartenenza portano avanti progetti di auto organizzazione dal basso ad ampio raggio dal sostegno delle lotte dei lavoratori disoccupati o in cassa integrazione nelle fabbriche (come la Frattini e l’Eutelia) all’accoglienza dei tunisini e delle popolazioni subshariane richiedenti asilo (marzo 2011). La gestione della Masserie Boncuri e la campagna «INGAGGIAMI CONTRO IL LAVORO NERO» è uno dei progetti nazionali sviluppati negli ultimi due anni.

 

Devi Sacchetto

È ricercatore di Sociologia del lavoro presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Tra i suoi lavori recenti, Ai margini dell’Ue. Spostamenti e insediamenti a Oriente (a cura di, Carocci 2011), Fabbriche galleggianti. Solitudine e sfruttamento dei nuovi marinai (Jaca Book 2009), il volume curato con Massimiliano Tomba, La lunga accumulazione originaria. Politica e lavoro nel mercato mondiale (ombre corte, 2008).

 

Gianluca Nigro

Pperatore sociale. È membro dell’associazione Finis Terrae Onlus. Responsabile del Progetto A.M.I.C.I della Masseria Boncuri di Nardò dal 2010. Ha pubblicato alcuni saggi sul lavoro migrante in agricoltura e sul diritto d’asilo in Italia. Da circa quindici anni si occupa di interventi sul tema dell’immigrazione.

 

Mimmo Perrotta

È docente a contratto di Comunicazione interculturale e Sociologia dell’organizzazione presso l’Università di Bergamo. È autore del volume Vite in cantiere. Migrazione e lavoro dei rumeni in Italia (Il Mulino, 2011).

 

Yvan Sagnet

È nato il 4 aprile del 1985 a Douala (Camerun). Nell’agosto 2008 arriva in Italia e si iscrive al politecnico di Torino per studiare Ingegneria delle Telecomunicazioni. Per sostenere le spese delle tasse universitarie cercherà lavoro nelle campagne pugliesi, sarà uno dei portavoce durante lo sciopero alla Masseria Boncuri nell’agosto 2011.

 

 

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