Abbiamo visto gli alieni e… andavano in bicicletta!
Ultimo weekend di maggio, anticipi soleggiati d’estate.
Sono sbarcati giovedì e già all’arrivo sembravano stranissimi.
Arrivavano in treno, in auto, in aereo, in improbabili case semoventi o semplicemente in bicicletta.
Mezzi uomini e mezzi ciclisti, russi, francesi, lettoni, tedeschi, spagnoli, ungheresi, svizzeri.
Per alcuni giorni siamo stati invasi da un esercito pacifico di ciclisti provenienti da tutta Europa per due grandi eventi.
Le competizioni dell’European Cycling Messenger Championship, ovvero i campionati europei riservati ai pony express in bicicletta, con tanto di prove cronometrate sulle consegne in bicicletta e gare di velocità con improbabili bici da carico, e la Critical Mass Intergallattica “CIEMMONA” evento annuale che solitamente si svolge a Roma, per questa edizione eccezionalmente spostata a Milano per portare il movimento ciclista e il tema della mobilità sostenibile alle porte di Expo.
Nel mare di tende e di ragazzi che abbiamo ospitato c’era un po’ di tutto, appassionati della bicicletta e punkers datati, ciclo-turisti e ciclo-meccanici, attivisti delle lotte ambientali e giovani con la mania dello scatto fisso e il pallino delle corse in bici.
Un popolo festoso e tranquillo che, nonostante i fiumi di birra e la gran quantità di persone, ha sempre provveduto autonomamente a pulire e rispettare il quartiere.
Sicuramente qualche schiamazzo a tarda notte sarà sfuggito, ma la mattina del 2 giugno, complice il sole e il giorno di festa, tanti abitanti dei civici a noi vicini ci hanno chiesto incuriositi e divertiti cosa ne era stato di quella folla di ragazzi che nei giorni precedenti era passata in quartiere.
Per noi è stato un immenso piacere ospitare così tante persone all’interno del nostro spazio. Per una questione di fondo, ovvero che l’uso della bicicletta e il passaggio a una mobilità sostenibile sono un elemento da porre al centro della discussione politica nelle nostre città: mentre il tasso di inquinamento si mantiene costantemente intorno ai livelli di guardia e aumentano i casi di malattie delle vie respiratorie legate allo smog, le strade rimangono perennemente intasate di traffico e incidenti e nemmeno si incentiva l’uso di mezzi alternativi come bicicletta e mezzi pubblici.
Le nuove linee della metro tanto annunciate e proclamate non saranno pronte, nella loro completezza, se non tra almeno un decennio ,mente in città ci sono poche piste ciclabili, il più delle volte brevi tratti, e continuano a verificarsi tragici incidenti che vedono morire giovani e meno giovani sulle due ruote.
E poi, ma non è secondario, è stato per noi importante e decisivo aprire il nostro spazio a persone che poco hanno a che vedere con gli spazi sociali e gli stabili occupati.
Molti stranieri sgranavano gli occhi mentre raccontavamo loro l’origine e la storia della nostra occupazione. Tutti sono rimasti colpiti dal metodo differente di gestire lo spazio e le relazioni al nostro interno. Non ci sono rapporti commerciali ne tanto meno di proprietà. Lo spazio è di chi lo vive e lo attraversa, nel reciproco rispetto e nella reciproca cura tutti sono ugualmente responsabili della sua pulizia e della sua gestione, della sua tutela.
Aprire il nostro spazio a stranieri ed estranei, coinvolgerli nella nostra idea di relazione e cura, aprire il nostro spazio e far attraversare il nostro quartiere da questo evento è il nostro modo di combattere il degrado e l’abbandono, la solitudine in cui poi regnano sovrane diffidenza ed esclusione.
L’abbiamo detto in altri momenti e lo ripetiamo: questo è per noi l’antidoto al degrado, questo il nostro modo di “toccare Milano” e metterci in relazione alla città.
Agendo tutti i giorni e aprendoci alla diversità.
Non certo cancellando le scritte sui muri o predicando sgomberi e legalità fine a se stessa.
Collettivo Zam
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