Alcune semplici verità sull’EuroPride 2015

In merito all’assegnazione dell’EuroPride 2015 a Riga sono state diffuse notizie false, prive di alcun fondamento e infarcite di “si dice”,  “pare”, “sembra” senza mia per altro citare una fonte, o qualsiasi appiglio documentale seppur minimo. Essendo stato presente alla conferenza di Marsiglia che ha deciso in merito in quanto delegato del Circolo Mario Mieli, e conoscendo molto bene le dinamiche interne di EPOA (è la mia sesta conferenza dal 2007) e molti dei rappresentati europei da anni, ci tengo a offrire alcuni chiarimenti in merito alla vicenda. Tra l’altro chi scrive queste cose, ora come in altre occasioni, non si è neppure dato pena di, per esempio, sentire le parti coinvolte per verificare o capire meglio, cadendo in errori tanto grossolani da apparire ridicoli a chi è anche minimamente a conoscenza dei fatti. Evidentemente l’obiettivo non è offrire una migliore informazione.

 

1)      I candidati per l’EuroPride 2015 erano ben 4. Oltre a Riga c’erano Barcellona,Manchester Milano. Tutte candidature sulla carta molto forti e interessanti da diversi punti di vista.

 

2)      I delegati europei sono scarsamente interessati alle dinamiche interne del movimento italiano e ancor meno di quelle interne delle singole associazioni e valutano i progetti sotto vari punti di vista (capacità organizzative, economiche, aspetti politici e sociali)

 

3)      La proposta di Milano, in particolare, è stata da tutti molto apprezzata per la sua completezza, originalità e innovatività con riguardo a diversi aspetti spesso poco considerati nei Pride. La presentazione è stata molto interessante e completa, spaziando dalle attività sociali e politiche del CIG, al contesto politico cittadino e nazionale, alla interazione dell’evento con l’EXPO 2015, agli aspetti organizzativi e alla capacità di accoglienza di Milano. Tanto apprezzato che molti delegati hanno mostrato vivo interesse con domande o interventi e si sono comunque complimentati con la delegazione milanese. E tanto apprezzato che Milano è giunta seconda battendo quindi candidati di tutto rispetto come Barcellona e Manchester.

 

4)      A fare la differenza è stato l’appeal politico di un Pride in un Paese dell’Est Europa, dove come noto, i Pride sono ancora messi in pericolo da manifestazioni ostili e violente di neonazisti o integralisti religiosi, osteggiate dalle autorità e scarsamente protetti dalle forze dell’ordine. Una scelta comprensibile e anche largamente condivisibile di appoggio e sostegno internazionale, quindi verso una realtà che ha grande necessità di appoggio e sostegno per rafforzarsi ampliando lo spazio europeo non solo dei diritti civili ma persino delle più elementari libertà democratiche di manifestazione ed espressione.

 

5)      Non credo sia di enorme interesse, ma le relazioni tra le delegazioni del Circolo Mario Mieli e di Arcigay Milano sono state ottime, di pieno scambio e collaborazione sia sul piano politico che personale. E non ho problemi a dire che, pur ritenendo Riga  (per i motivi suddetti) una ottima scelta, Il Circolo Mario Mieli ha votato e sostenuto Milano perché sinceramente convinti della bontà del progetto, perché consapevoli di quanto l’Italia abbia ancora bisogno di attenzione e pressione per avanzare sul terreno dei diritti, e in nome della collaborazione e dell’amicizia che ci lega ad Arcigay Milano da anni e a tutti coloro che nel nostro Paese si impegnano sinceramente per migliorare le cose.

 

 

Ci ho tenuto a offrire queste basi informative per sgomberare il campo da ogni equivoco o falsità in merito ai processi decisionali all’interno di EPOA (di cui sono stato anche nel board a più riprese), perché trovo volgare e gretto speculare (ancor più se lo si fa diffondendo falsità prive di qualsiasi base e fondamento) sul risultato di una conferenza internazionale che ha visto Milano guadagnare in credibilità e rispetto da parte di tutte le associazioni presenti.

Inviterei tutti a considerare il valore di chi da mesi promuove campagne denigratorie contro persone e associazioni, con un accanimento unidirezionale che non lascia adito a dubbi.

 

Non credo che chi gioca al massacro alimentando divisioni, odi e incomprensioni tra associazioni e all’interno di esse faccia il bene della comunità LGBT italiana. Non abbiamo bisogno di questo, né della gara a chi strilla di più, a chi insulta meglio, a chi denigra, a chi specula… Vista la situazione pietosa in cui già siamo.  Chi fa questo gioco, ormai da mesi gioca da solo, non ha avuto risposte su quel terreno, né le avrà per quel che mi riguarda, perché non ci interessa. Sono sicuro che lettori, attivisti, simpatizzanti sanno leggere e sanno capire da soli gli interessi che si nascondono dietro tanta inutile violenza verbale e dietro tanto accanimento. Nessuno di noi ha tempo da perdere dietro polemicucce di bottega quando abbiamo tanto da fare su ogni fronte.

Per chi ancora crede in quel che fa buon lavoro!!!

 

http://www.facebook.com/notes/andrea-maccarrone/alcune-semplici-verit%C3%A0-sulleuropride-2015/10151147837854887

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