“Non solo Noa”: il boicottaggio culturale israeliano in Italia

Foto tratta da: http://andreacarancini.blogspot.it/2010/05/appello-per-il-boicottaggio-economico-e.html

Dopo l’articolo sul concerto di Noa di quache giorno fa, Milano In Movimento ha intervistato Diana Carminati, attivista per i diritti del popolo palestinese e attiva nelle campagne di sensibilizzazione e boicottaggio israeliano. Lo scopo è dell’intervista è capire meglio le iniziative della campagna Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni in Italia e, in particolare, l’aspetto del boicottaggio culturale nei confronti di chi promuove Israele e la sua politica.

 

1. In cosa consiste la campagna BDS in Italia e all’estero, in particolare la parte sugli artisti e intellettuali della cultura?

“La campagna BDS nasce in Italia a partire dal seminario La dimensione della parola condivisa – Quale futuro per Palestina/Israele? del maggio 2006, al quale il gruppo italiano ISM-Italia invitò lo storico israeliano Ilan Pappé, insieme a Tanya Reinhart, Aharon Shabtai, al palestinese Omar Barghouti, i quali presentarono la campagna BDS, lanciata il 9 luglio del 2005, da 172 organizzazioni palestinesi per “fare come in Sudafrica”. In Italia la campagna stentò ad avviarsi per il rifiuto di molti gruppi pacifisti ad impegnarsi nel boicottaggio di Israele. Solo dopo l’aggressione a Gaza del gennaio 2009 qualcosa si è mosso e alcuni gruppi hanno iniziato ad accettare il BDS. Ma rimane ancora molto difficile lavorare per il PACBI (Boicottaggio accademico e culturale di Israele).”

2. Come è la reazione di NOA e degli altri artisti israeliani nei confronti del boicottaggio? Si riesce a modificare in qualche modo il loro comportamento con le campagne di contro informazione?

“Personalmente non mi sembra che ci sia nulla di mutato in lei, anche perché come quasi tutti gli artisti israeliani che vengono in Europa, sono tutti/e inviati per presentare una immagine di Israele come il governo israeliano esige che sia, e vengono dopo aver firmato un contratto che li obbliga a promuovere quella immagine.

Vedi almeno tre documenti su questo:

– intervista a Benny Ziffer, caporedattore del supplemento letterario di Haaretz, 1 marzo 2008;

– l’articolo- intervista L’immaginazione letteraria aiuta le pubbliche relazioni di Shiri Lev-Ari, Ha’aretz 06/08/2007 a Dan Orian, capo del Dipartimento per la letteratura presso la divisione affari culturali e scientifici del Ministero degli esteri israeliano;

– l’articolo di Yitzhak Laor il 27.7.2008 su Haaretz, nel dossier a cura di ISM-Italia del 2008/2 su La militarizzazione della cultura. il caso israeliano.”

3. Come valuti il fatto che una persona come lei sia invitata in un evento importante come il Festival “Voci del Popoli” del Comune di Milano?

“Gli inviti vengono fatti a seguito di pressioni dell’ambasciata israeliana in Italia alle quali sono prontissimi a rispondere gli organizzatori culturali dei partiti politici e delle amministrazioni locali, in linea con la politica filosionista di tutti i partiti politici italiani da destra a sinistra.”

4. Secondo te che cosa si dovrebbe/potrebbe fare per mandare un messaggio all’assessore alla cultura Boeri su questa scelta?

“Non mi farei grandi illusioni sul breve termine, dopo la stretta di mano di Pisapia (che non riesce e non vuole smarcarsi da Sinistra per Israele, presente anche in consiglio comunale) con Netanyahu in occasione, l’anno scorso, dell’occupazione israeliana di piazza del Duomo, ma sarebbe importante che a livello locale si formassero gruppi di attivisti che contestassero sistematicamente queste decisioni e spiegassero in ogni occasione i motivi del boicottaggio culturale di Israele.”

5. Quali sono le prossime iniziative su artisti e cultura, e quali sono gli artisti che attualmente, a fatti o parole, giustificano la politica israeliana?

“Il trio letterario Oz-Grossman-Yehoshua è sempre e ovunque presente, hanno sostenuto tutte le guerre di Israele ma passano per pacifisti.

E’ la fabbrica del falso israeliana che lavora 24 ore per 7 giorni con la collaborazione anche di giornalisti e noti presentatori televisivi.

In Italia dal maggio 2010 si è costituita la Campagna ICACBI(Italian Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel) che dal settembre dello stesso anno ha aderito alla EPACBI, la campagna europea per il boicottaggio accademico e culturale di Israele con un sito specifico e campagne per l’invito ad artisti europei a non partecipare ad eventi in Israele. Nel sito si trovano le linee guida di queste campagne. Altri gruppi di attivisti si stanno organizzando su questo tema.

Ma in Italia si procede ancora lentamente, soprattutto nel campo accademico.”

 

Per approfondire:

“Boicottare Israele. Una pratica non violenta”, a cura di D. Carminati-A. Tradardi, Derive Approdi 2009

http://www.ibs.it/code/9788889969755/carminati-diana/boicottare-israele-una.html

 

 

Diana Carminati, ISM-Italia**

Torino, 7 agosto 2012

( ** Daria Carminati si occupa di problemi inerenti alla Palestina dal 2002 ed è stata più volte sia in Cisgiordania e nella striscia di Gaza con progetti internazionali collegati a associazioni territoriali in Italia come il progetto EPIC e Eurogaza, dal 2003 al 2006. Ha visitato la striscia di Gaza nel settembre 2009 e nel gennaio 2010. Ha partecipato come ICACBI agli incontri di EPACBI del settembre del 2010 a Parigi e del novembre 2011 a Londra.)

 

 

 

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4 risposte a ““Non solo Noa”: il boicottaggio culturale israeliano in Italia”

  1. pompeo benincasa ha detto:

    Non so quante ore al giorno lavora la fabbrica del falso di Daria Carminati,ma mi pare incamminata bene,a giudicare dalle balle colossali che spara su Noa e su come viene invitata in Europa.Ma di che parla? E soprattutto,serve alla causa palestinese avere sostenitori così? Tutte le opinioni sono legittime,ma se si sparano così grosse,alle fine anche la giusta causa si indebolisce.

    • Giulia Rivoli_MiM ha detto:

      Caro Pompeo,
      lascio parlare questi articoli, alcuni anche citati dalla nostra intervistata,e che confermano la tesi che appunto, abbiamo proposto.
      http://palestinanews.blogspot.it/2009/01/noa-ovvero-lipocrisia-di-certi.html
      http://caunapoli.org/index.php?option=com_content&view=article&id=1149:contestazione-cantante-israeliana-noa-napoli&catid=42:comunicati&Itemid=80

      Ti ricordo inoltre che l’associazione Un Ponte Per…partecipo’ alla campagna di boicottaggio di Noa durante una sua turnè: http://www.unponteper.it/sostienici/article.php?sid=1760.

      Infine ti invito a leggere bene il sito della campagna BSD, per comprendere meglio di cosa si tratta: http://www.bdsitalia.org.

      Ti ricordo anche che Noa è boicottata a livello internazionale, e non solo dal movimento italiano: http://www.jta.org/news/article/2012/04/30/3094261/israeli-singer-noa-shocked-at-facebook-campaign-against-her.

      • Idan ha detto:

        Sono un israeliano. Vivo a Bologna da otto anni e mi considero abbastanza attinente all’Anarchismo e all’Antisionismo Anterogrado.

        Noa è un artista che spesso viene criticata in Israele per essere un estremista di sinistra, tra l’altro per aver ideato e realizzato una cerimonia comune per i caduti sia israeliani che palestinesi nella continua guerra tra i governi (e non tra i popoli).. io l’avrei definita pacifista, però come si nota dalla sua lettera,ma non dalla parziale (e selettiva)traduzione presente in questi articoli,lo è.. ma come molti israeliani (e come molti palestinesi), ciechi dalla coltura e le morali imposte fin dalla nascita nella realtà mediterranea, anche Noa non capisce che le soluzioni per un conflitto del genere non dovrebbe coinvolgere un’operazione militare. Il suo unico peccato è il troppo stretto campo visivo nell’analizzare il conflitto.
        Anche se per me il corrente Triangolo della Morte governativo israeliano (Netanyahu- Barak- Lieberman) è la peggior gestione che l’Israele ha mai avuto e che hanno tentato di chiudere la bocca a certi giornalisti (a volte con successo), non penso che lo stato d’Israele abbia il potere di chiudere la bocca ad un artista, specie in Europa e sopratutto a Noa, che per il governo risulta una presenza ostile e non voluta, e con la quale un dialogo non c’è mai esistito..
        Per quanto riguarda il contenuto da voi tolto dal testo tradotto.. a parer mio il giornalismo di parte è accettabile fino ad un certo punto.. togliere delle frasi che rappresentano il concetto principale e mostrarne un paio che lo contrastano è fare il lavaggio del cervello e mettere benzina sul fuoco.. penso che sia più corretto costruire, per esempio, dei ponti di comunicazione tra giovani palestinesi e israeliani anziché cercare chi ha più ragione e chi è più in torto.. qui solo la coltura e l’educazione potranno aprire un dialogo tra i popoli e portare ad un accordo civile.
        Gaza è un territorio assurdo e pieno di miseria. Hamas sfrutta spesso questo fatto per diffondere ideologia estremiste e il suo contributo al conflitto è distruttivo, ma è stato eletto dal popolo, come Netanyahu, anche lui con tecniche di deviazione dell’opinione pubblica.
        Nel Medio Oriente non ci sono soluzioni magiche e nulla è semplice, è la lavagna luminosa sulla quale si proietta molto nitida la Teoria dei Sistemi.

        Mi permetto di pubblicare una piccola parte del testo tolto dall’articolo, a mio parere più rappresentativo, e da me tradotto dall’Ebraico:

        ‘Vi vedo a volte per le strade, protestate con i mostri al grido di “Morte agli ebrei, morte a Israele”, ma io Non vi credo. So dove si trova il vostro cuore . Il vostro cuore è insieme al mio cuore, con i miei figli, con la terra, con il cielo, con la musica, con la speranza.’

        Aggiungo anche il link di google translate con l’originale in ebraico, così potete verificare la veridicità della traduzione e farvi la vostra idea indipendente:

        http://translate.google.it/translate?sl=iw&tl=it&js=n&prev=_t&hl=iw&ie=UTF-8&layout=2&eotf=1&u=http%3A%2F%2Fwww.ynet.co.il%2Farticles%2F0%2C7340%2CL-3651625%2C00.html

  2. Pompeo benincsa ha detto:

    Ribadisco : balle
    Balle che canti x le pressioni dell’ambasciata israeliana dalla quale Noa in 20 anni di concerti in Italia non ha avuto n’è un soldo ne’ un invito
    Balle che x cantare all’estero bisogna fare una dichiarazione ( suvvia siamo seri x favore) e comunque le opinioni espresse ai giornali Italiani sul suo governo sono macigni più forti delle balle della Carminati
    Noa non e’ mai stata contestata da palestinesi tantomeno da quelli che si riconoscono nell’Olp ma nei rari casi dove questo e’ avvenuto sempre da pseudo difensori della causa palestinese
    E sempre in termini numerici non superiori alle dita delle mani
    Tante invece le attestazioni di stima nei suoi confronti negli anni da parte della dirigenza OLP sia in Cisgiordania che in Italia che ovunque tanto che sino a ieri la comunità palestinese quella fatta da palestinesi veri a Civitavecchia le ha donato una targa alla fine di un suo concerto
    Una cosa vera la dite sul boicottaggio internazionale : e’ attualmente soggetta a tale campagna volgare anche nel linguaggio in Israele da parte della destra israeliana, dei fascisti e mafiosi russi e degli ortodossi.Ma ognuno si sceglie le compagnie che vuole,e’ il bello della democrazia .

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