Razzismo a Lambrate

Ore 23 circa. Lambrate. Una ragazza urla piangendo: “No dai ti prego, lascia stare, andiamo via!”. Al suo grido di disperazione si aggiungono altre grida: “Vieni qui! Ora ti ammazzo!”. Una folla di ragazzi giovani si raduna attorna al bar J&J.

Subito la situzione non è chiara…poi ancora urla: “sporco negro, a noi!”

Sono quattro uomini. Grossi, due Pelati. Vogliono dare una lezione al ragazzo. Vogliono dargli una lezione perchè “uno sporco negro”, come dicono loro, non può stare seduto al parco con la propria ragazza, no, non può.

Il ragazzo non va via. Li affronta. Scatta la rissa, i quattro sono visibilmente più grossi di lui, e per un momento hanno la meglio.

Ancora urla e pianti, il ragazzo prende una sedia del jj e riesce a liberarsi.

Passa un’auto della locale, non s’accorge di nulla e prosegue.

Dopo un ennesimo parapiglia, i quattro si allontanano insultando i ragazzi al parchetto ”con i negri tra di voi dove volete andare?!”.

Il ragazzo ne approfitta per chiamare i suoi amici. Insieme partono in 5 alla ricerca degli energumeni.

Non si sa se li abbiano trovati o meno.

Quello che sappiamo è che questo è un altro episodio di odio e violenza che queste persone, o meglio, questi animali si permettono di causare nel quartiere di Lambrate.

Questo dimostra che la passaggiata di ieri non è davvero un caso, e che è evidente che questi fascisti xenofobi stanno cercando di spadroneggiare nella zona ispirati da ideali che si oppongo alla solidarietà, al vivere comune e a tutti quei principi a cui bisogna ispirarsi per realizzare il benessere e la socialità di un quartiere. Si nascondono dietro menzogne, parlando di fratellanza e di sostegno ai bisognosi.

Non sono altro, e contiunano a dimostrarlo, che dei razzisti ignoranti e volgari, folli, perchè pronti a fare la pelle a chiunque non corrisponda al loro ideale di “razza” o pensiero.

La passeggiata antifascista di ieri l’ha voluto affermare chiaramente. Nessuno è più disposto a tollerare certa gente. Lambrate è un quartiere che ha bisogno di avere spazi sociali, solidali e presenti nel territorio, dove tutti e tutte a prescindere dall’origine, dal colore della pelle, dal genere, e dal proprio reddito possano sentirsi a casa, possano sentirsi liberi di girare per le strade.

Sembrano discorsi retrò. E proprio questo fa venire la pelle d’oca. Oggi siamo costretti a ripetere discorsi che pensavamo di poter abbandonare. Ma lo spazio che è stato dato a queste persone ci costringe a ribadire certi concetti.

Gli abitanti di Lambrate, gli studenti e le persone che ieri hanno attraversato il quartiere intonando Bella Cia0, contiuneranno a far sentire la loro presenza. Non daranno Lambrate in mano ai fascisti. Nè ora nè mai.

 

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