Crisi in Crimea – Una voce dalla Russia
Negli ultimi giorni i media occidentali sembrano abbastanza univoci nel giudizio sull’evoluzione della crisi ucraina e dei fatti in Crimea. Le notizie che provengono da fonte russa vengono bollate come propaganda. Abbiamo provato ad intervistare direttamente Oleg, che fa l’imprenditore in Russia e viaggia molto nelle repubbliche ex-sovietiche per capire cosa si pensa a Mosca e come viene vissuta l’attuale crisi dalla controparte dell’Occidente. Il suo è sicuramente un punto di vista russofilo, ma piuttosto interessante.
-Una domanda per iniziare. Ci spieghi la composizione etnica e sociale dell’Ucraina?
L’Ucraina è composta in modo maggioritario da Ucraini, quindi da un gruppo etnico che parla la lingua ucraina. La minoranza russa è molto corposa e costituisce il 20% della popolazione che si trova prevalentemente nella parte Est e Sud del paese. Anche se coloro che parlano il russo (russofoni) sono molti di più. Poi ci sono consistenti minoranze come i Tartari stanziati da centinaia di anni in Crimea, Rumeni nel Sud vicino alla Moldavia e ad Odessa e c’è una comunità ungherese nell’Ovest estremo, a Užhorod. Kiev, chi c’è stato lo sa, è un misto. Il russo è molto parlato, ma le indicazioni stradali sono in ucraino. Questo per una legge che ha fatto dell’ucraino la lingua ufficiale del paese mentre un tempo c’era il bilinguismo.
-I russofoni non sono necessariamente tutti filorussi?
No. Tra l’altro è difficile individuare e distinguere due gruppi separati, ad eccezione delle regioni di estremo-occidente (Lutsk e Lvov) ed estremo-oriente (Kharkov e Donetsk) dove da una parte ci sono Ucraini e dall’altro Russi. Nel resto del paese è difficile identificare due gruppi separati perché in tantissime famiglie c’è il padre ucraino e la madre russa per esempio. E’ impossibile fare una separazione netta.
-Qual è lo stato dell’economia del paese?
Disastroso.
Negli ultimi 3 anni ho viaggiato molto in Ucraina.
C’è una crisi economica drammatica ed una corruzione dilagante ad ogni livello.
L’agricoltura non funziona e pensa che l’Ucraina era il granaio dell’URSS!
Mi dicono che nelle regioni orientali, soprattutto nel bacino minerario del Donbass ci sia un po’ più di prosperità. La parte orientale è tradizionalmente industriale, la parte Sud con la Crimea ed Odessa è più turistica, la parte occidentale è più rurale.
E poi c’è Kiev, che fa capitolo a sé.
Si parla di stipendi veramente molto bassi comunque.
-E’ vero che l’economia ucraina, di fatto, dipende dalla Russia?
Abbastanza direi. Considera che in Ucraina ci sono 6 mesi d’inverno e Kiev paga sottocosto il gas russo. Mosca ultimamente ha fatto un prestito di 15 miliardi di dollari.
Non penso che l’Europa e gli Stati Uniti siano disposti a mandare miliardi per risanare l’economia Ucraina. L’UE ha già i suoi gravi problemi interni.
E’ paradossale che l’Unione Europea che ha messo in ginocchio la Grecia ora prometta cordoni della borsa aperti a Kiev.
A Dicembre i diplomatici occidentali hanno incoraggiato la rivolta ed ora sono stati colti di sorpresa dal precipitare della situazione.
-Ci racconti qualcosa della storia della Crimea?
E’ una delle culle della cultura slava.
Tra Puskin e Gogol tutti i personaggi più influenti della cultura russa sono comunque passati di lì.
In fondo, prima degli anni ‘50, era parte della Russia. Poi nel 1954, Kruscev che era ucraino decretò il passaggio della penisola dalla Russia all’Ucraina, cosa da sempre osteggiata dalla maggioranza russa.
E’ deprimente rischiare di vedere una guerra fratricida tra Russi ed Ucraini, gente che ha la stessa storia.
-Dalla sua indipendenza dopo il crollo dell’Urss nel 1991, l’Ucraina ha sempre alternato momenti di spinta verso l’Occidente a momenti di ritorno d’attenzione verso la Russia. E’ come se il paese avesse una doppia anima. E’ così?
Questo riguarda il livello politico. In realtà poi, il primo partner commerciale è la Russia con alte quote di import/export. L’Ucraina dipende a filo stretto dalla Russia indipendentemente da chi l’ha governata. Anche quando al potere c’erano Yushchenko e la Tymoshenko che sicuramente non avevano buoni rapporti con Mosca questa cosa non è cambiata. Il primo presidente è stato Kuchma, che era un ex-funzionario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, che è rimasto al potere per due mandati negli anni ‘90 e che era un filo-russo.
-Nel 2004 la Rivoluzione Arancione di Yushchenko e della Tymoshenko aveva già rovesciato il filo-russo Yanukovich. Come mai è tornato al potere?
E’ tornato perché in Ucraina ci sono due partiti principali. Uno guarda all’Occidente, ad una possibile apertura alla NATO e ad un futuro ingresso in Europa, a dire il vero, al momento impraticabile. Mentre dall’altra parte c’è il Partito delle Regioni, che ha un carattere meno leaderistico, ma una base dirigenziale più concreta. Si chiama appunto Partito delle Regioni perché è un partito russofilo che ha come cavallo di battaglia la difesa delle minoranze ed una politica di amicizia verso la Russia.
-Mi confermi che Yanukovich era stato eletto in elezioni democratiche riconosciute come regolari dall’OSCE?
Sì, guarda, le elezioni presidenziali si sono tenute all’inizio del 2010. Lì, al primo turno, il partito di Yanukovich ha preso il 35% mentre il blocco della Timoshenko ha preso il 25. Al ballottaggio il primo ha vinto con un margine di circa il 4%.
-Quali sono stati gli errori dell’ex-Presidente ucraino?
L’errore più grande, a parte la corruzione, è stato la cronica incapacità di prendere decisioni chiare e nette.
L’Ucraina è una repubblica presidenziale e quindi il ruolo del presidente è molto politico.
Yanukovich non è stato capace di dire “no” o “sì” all’Europa e non è stato capace di fare lo stesso con la Russia che proponeva l’ingresso dell’Ucraina nell’unione doganale sperando, come al solito, di sopravvivere dando un colpo al cerchio ed un colpo alla botte.
Questa indecisione cronica ha avuto un risultato drammatico quando la situazione si è inasprita.
-E’ innegabile che la rivolta di Maidan, seppur sospinta dall’Occidente, sia stata una rivolta genuinamente popolare di una parte di popolazione che vede nell’Europa un sogno di benessere e libertà. Concordi?
Sì, questo è vero. C’è stata una grande base popolare dell’Ucraina occidentale che ha dimostrato grande coraggio e determinazione nel battersi per mandare via Yanukovich. Molti lo ha fatto per l’Europa, moltissimi perché infuriati per la drammatica situazione economica del paese. Come sta emergendo ora però, era una lotta che rappresentava solo una parte della popolazione.
-Qual è il ruolo del nazionalismo e dell’estrema-destra ucraina nella rivolta?
Purtroppo non è un ruolo marginale e folcloristico. E’ un ruolo da protagonisti che sta sfociando in un programma politico preciso. Ti parlo di Svoboda e Pravy Sektor in modo particolare. Gruppi che dopo aver combattuto in piazza in modo organizzato stanno chiedendo il conto. Purtroppo si parla di posizioni politiche di revisionismo in cui si rivaluta il ruolo della Germania nazista in funzione anti-sovietica. Si sentono delle dichiarazioni molto chiare che parlano di “Ucraina per gli Ucraini” – uno Stato, un popolo, una nazione. Alcuni dei cavalli di battaglia sono l’imposizione del monolinguismo (vietare l’insegnamento del russo nelle scuole), l’abolizione della legge che garantisce le minoranze linguistiche, che nel paese non sono così poche, il blocco delle trasmissioni televisive russe sul territorio ucraino e così via.
-E’ vero che, fino all’intervento di Putin in Crimea, era in corso una fuga silenziosa della minoranza russa dall’Ucraina?
Sì e lo posso testimoniare.
Giovedì ero all’Ufficio emigrazione di San Pietroburgo e c’erano 20 persone con richieste di permesso di soggiorno urgente in Russia. L’80% dei passaporti erano ucraini, cosa assolutamente insolita visto che solitamente l’immigrazione verso la Russia viene dalle ex-repubbliche asiatiche dell’URSS come Tagikistan e Kirghizistan o dai paesi del Caucaso.
La cosa che mi ha sorpreso è che i richiedenti erano tutti pensionati. Se degli anziani decidono di emigrare vuol dire che qualcosa sta pur succedendo!
Le statistiche dicono che negli ultimi 2 mesi migliaia di ucraini o si sono trasferiti o hanno chiesto permesso di soggiorno in Russia.
-Già nella guerra tra Russia e Georgia del 2008 mi ero reso conto dell’abissale distanza tra quello che raccontano i media russi e quello che raccontano quelli occidentali. Quell’estate ero in Russia e delle tv russe sentivo alcune cose, mentre guardando in internet i siti d’informazione occidentali, me ne dicevano altre. Anche questa volta si sta verificando questa cosa?
Quando vedo i telegiornali italiani noto che vengono tralasciate alcune importanti informazioni.
La cosa che emerge è la non conoscenza dei temi che si stanno trattando.
Del resto, il 21 Febbraio, Yanukovich aveva decretato la sua resa politica con un accordo fatto di amnistia, governo di unità nazionale ed elezioni anticipate. I mass media italiani non è che ne abbiano parlato.
Ti faccio notare un altro punto.
Le truppe russe sono sempre state in Crimea in base ad un accordo bilaterale tra i due paesi. E’ inutile sparare titoloni del tipo “I Russi invadono la Crimea”. Non se ne sono mai andati!
La cosa più grave è che in Ucraina, al momento, c’è un vuoto di potere pericolosissimo. La rivolta non ha un leader riconosciuto e con un carisma sufficiente.
In alcuni posti la polizia è stata sostituita da squadre paramilitari. A Lvov l’esponente locale del Partito Comunista è stato linciato sulla pubblica piazza. A Kharkov invece, città filorussa, una banda paramilitare giunta dall’Ovest ha tentato di assaltare il palazzo dell’amministrazione centrale ed hanno rischiato il linciaggio da parte della popolazione locale.
Il Parlamento della Crimea ha chiesto l’intervento russo e così diverse manifestazioni nell’Est del paese.
-Cosa pensi delle prese di posizione dell’Occidente in questi giorni?
Io veramente non capisco.
Vogliono fare la Yugoslavia 2 con 20 anni di ritardo!?
Bisogna cercare di risolvere i problemi del paese per via politica e garantire l’incolumità delle persone. Tutte. Ucraini e Russi.
Io non credo la Russia sia intenzionata ad andare coi suoi carri armati fino a Kiev.
Sarebbe la follia!
-Che evoluzioni credi possibili?
Probabilmente siamo arrivati ad un punto di non ritorno.
Si rischia concretamente la divisione del paese.
E’ difficile vedere una soluzione unitaria.
Penso che in Crimea ci sarà un referendum per chiedere l’annessione alla Russia.
-Vedi un rischio Yugoslavia?
Onestamente no.
In realtà è una speranza.
Io non vedo questo odio. Non ci credo.
La cosa che temo di più è il vuoto di potere e che il paese precipiti nel caos.
Io spero in una collaborazione tra Occidente e Russia per garantire l’incolumità di tutto un popolo.
Tag:
crimea crisi economia esercito kiev maidan Mosca nazionalisti nazisti putin russia secessione ucraina yanukovich