Di ritorno da Gaza – 2 luglio @ Lambretta
2 luglio, ore 18 @ Lambretta, via Edolo 10.
Il progetto Gaza FREEstyle, inserito all’interno delle diverse attività svolte dall’Associazione di Mutuo Soccorso APS, lavora da diversi anni con la popolazione della Striscia di Gaza in progetti di cooperazione e solidarietà, in stretta collaborazione con associazioni e gruppi locali.
Per circa un anno e mezzo, a causa del COVID e a causa dei periodi di tensione militare, non siamo riuscite/i a partire, sostenendo la popolazione con spedizioni di DPI e andando avanti con il nostro lavoro di contro-informazione su ciò che succede in quei territori.
Ma a inizio giugno il Gruppo Skate è riuscito a partire per Gaza portando con sè diverso materiale sportivo e sanitario, e i fondi raccolti per il progetto di sostegno per le famiglie indigenti “S.O.S. GAZA”.
In circa tre settimane abbiamo distribuito – fianco a fianco al Centro Italiano di Scambio Culturale Vittorio Arrigoni e alla nostra coordinatrice Meri Calvelli – centinaia di coupon per fare la spesa, diverso materiale sportivo e abbiamo completato la costruzione del secondo skatepark di Gaza, uno dei più grandi della Palestina.
In un’area polifunzionale e sportiva che si chiama Green Hopes, situata in una delle zone più povere a nord di Gaza, abbiamo completato il park e finito la costruzione di un tendone da circo. Da oggi questo luogo sarà a disposizione delle ormai tantissime crew locali nate in tutta la Striscia di Gaza.
Per questi e altri racconti del nostro ultimo lavoro fatto a Gaza con la popolazione locale, ci vediamo venerdì 2 luglio al Lambretta dalle ore 18.
Grazie anche ai video e alle foto preparate dal nostro Gruppo Media, cercheremo di farvi avvicinare a un territorio dove i diritti umani non esistono per nessuno, nemmeno per i bambini morti sotto le bombe; dove andare sullo skate per le strade distrutte è anche un atto di ribellione verso il tradizionalismo e la legge religiosa; dove la cooperazione tra popoli cambia la vita a migliaia di giovani, tra cui tutti noi che in questi anni siamo partiti dall’Italia verso Gaza.
Per capire Gaza, per capire perché partiamo e perché portiamo sport, musica, arte in quei luoghi, perchè alimentiamo uno scambio culturale necessario a rompere l’isolamento di due milioni di persone rinchiuse in quella che è considerata la più grande prigione a cielo aperto del mondo, vieni a conoscerci e a conoscere le storie di chi abbiamo conosciuto.
Ci sarà il bar e – finito l’incontro – ci sarà una cena con menù palestinese.
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SITUAZIONE A GAZA
Chiudete gli occhi e provate ad immaginare di vivere a Gaza, nel 2020 , durante l’esplosione del Covid-19. In questo posto sulla Terra dimenticato da tutti e lacerato dal dolore dell’occupazione, vivono oltre due milioni di persone. Gaza è uno dei luoghi più sovraffollati e poveri al mondo, segnato da guerre e tensioni, con un tasso di disoccupazione e di povertà superiore al 70%.
Qui, in questa prigione a cielo aperto, il 97% dell’acqua non è potabile, quindi anche negli ospedali più forniti della zona medici, infermieri e il personale sanitario non sono in grado di sterilizzare le mani a causa della pessima qualità di quest’ultima.
Il gel disinfettante per le mani è introvabile; le norme igieniche basilari sono spesso disattese per cause di forza maggiore; l’elevatissima densità di popolazione e le abitudini sociali rendono Gaza un luogo nel quale il virus rischia ogni giorno di diffondersi in maniera incontrollata nel giro di poco tempo. Il sovraffollamento degli ospedali, la carenza di macchinari per la ventilazione meccanica, e di posti letto in terapia intensiva, l’inquinamento e le conseguenti patologie che affliggono una gran parte della popolazione gazawa che risulta malata ed immunodepressa, porterebbero a una mortalità esponenzialmente più elevata rispetto al resto del mondo. A ciò si aggiunge la mancanza cronica di medicinali e prodotti sanitari di base.
Gaza è inoltre ancora lacerata da periodici momenti di tensione con Israele, che occupa e controlla militarmente il confine marittimo, terreste e lo spazio aereo della zona.
Il bilancio degli ultimi undici giorni di bombardamenti israeliani, terminato con un cessate il fuoco il 21 maggio, è stato di circa 350 persone morte, tra cui 65 bambini, e dodici in israele, nei territori occupati (tra cui due bambini).
Oggi la Striscia di Gaza è quasi completamente rasa al suolo e si procede a ricostruire.
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