5 anni di Lambretta, 5 anni di lotte in città!
5 anni possono sembrare pochi, ma se vissuti nella loro complicata ed eccitante intensità, è tutta un’altra storia. 5 anni nati in una stanza o nella cantina di V. 5 anni in cui abbiamo denunciato ad alta voce le scellerate politiche che hanno tenuto sotto scacco la città vetrina, 5 anni in cui abbiamo visto Milano cambiare e non diventare Mai come Berlino, a parte la Berlino degli anni ’30 se guardiamo allo stato di polizia-pulizia razzista che si è manifestato in Stazione Centrale pochi giorni fa.
Il C.S.O.A. Lambretta nasce da un progetto che vede nelle nuove generazioni il motore del cambiamento futuro e nella riappropriazione indiretta di reddito la possibilità di un riscatto per chi invece si è trovato senza la possibilità di un’esistenza stabile a causa dell’oppressione data dal precariato. Questo connubio ha trovato espressione nell’occupazione delle villette di piazza Ferravilla, oggi svendute dalla corruzione di Aler al peggior offerente. Piazza Ferravilla ha rappresentato nella storia del collettivo un efficace esperimento di cooperazione tra centro sociale e quartiere, un importante percorso di formazione (se pensiamo ai laboratori tenuti da cittadini) e di autoreddito. Numerose sono state le esperienze in questo senso, prima tra tutte il C.A.S.C., il Coordinamento dei collettivi studenteschi della zona, tutt’ora in azione, la cui carica politica ha rappresentato un importante elemento non solo nelle battaglie relative alle riforme scolastiche degli ultimi anni, ma nell’evidente l’integrazione nella zona, una zona che il Lambretta non ha mai lasciato nemmeno dopo i due sgomberi subiti, un legame che oggi si rivela nella lotta contro la desertificazione di Città Studi a favore della speculazione che continua nel dopo Expo.
Lo spostamento forzato di zona e l’occupazione nel 2014 dello stabile in via Cornalia ha portato alcuni salti di qualità e cambiamenti importanti modellati dalla lotta contro il Grande Evento Expo e dall’ideazione con altri collettivi studenteschi e non della campagna #IoNonLavoroGratisPerExpo, che ha avuto il merito di problematizzare, soprattutto tra i più giovani, l’era non più del precariato, ma del lavoro gratuito e quindi di un grosso peggioramento delle condizioni lavorative in Italia. Via Cornalia ha rappresentato anche la strutturazione di alcuni progetti cardine, come il F.U.N.C, laboratorio di hip hop e aggregazione giovanile, o come la Palestra Antifa bull’s Boxe, che ha registrato non solo il moltiplicarsi dei corsi, tra cui quello di Dancehall, bensì ha creato un bacino di attrazione importante per lo scambio che il Lambretta ha sempre voluto avere con i cittadini. Via Cornalia ha significato anche il passaggio del collettivo dalla mera dimensione locale a quella internazionale in un intreccio che sempre ha cercato di tenere viva la dialettica tra queste due parti. Le carovane nella Striscia di Gaza per rompere simbolicamente e praticamente l’assedio e l’isolamento (la prossima carovana sarà in Agosto e porterà nella Striscia un grosso festival di Street art e sport e musica con il concerto dei 47soul, un progetto ostacolato in un primo momento dalle pesanti condizioni imposte dall’occupazione israeliana nella Striscia e le recenti tensioni nella gestione governativa della Palestina in generale), il sostegno alla lotta per l’autodeterminazione del confederalismo democratico, alla Rojava e contro l’oppressione dei Curdi nella Turchia orientale, la partecipazione al progetto #overthefortess, nato per supportare i migranti in viaggio verso l’Europa, contro la costruzione di muri e barriere e per il diritto alla mobilità di tutte e tutti e che a livello locale ha preso forma grazie alla creazione della piattaforma dei Black Panthers, una squadra di calcio, grazie a cui lo sport come strumento di integrazione e di accoglienza si traduce nella lotta per il diritto alla dignità dell’esistenza, a prescindere dalla provenienza e dal background culturale.
Oggi, dopo il percorso di protesta contro una riforma costituzionale che avrebbe esautorato il Parlamento e concentrato sul Presidente del Consiglio molti poteri accorciando l’iter legislativo e togliendo potere di azione alla partecipazione dei cittadini dal basso, il collettivo prosegue con i percorsi citati nati negli ultimi anni e mesi, in una dimensione che oscilla tra locale e globale in un’ottica in cui l’internazionalismo si fa chiave di lettura e di lotta contro le ingiustizie che perseverano a Milano e sul suolo nazionale.
Questi percorsi sono nati a cavallo di un periodo non semplice. L’incendio doloso dell’edificio di via Cornalia, l’occupazione dello studentato di via Canzio, proprietà dell’Università degli Studi, praticamente mai utilizzato e che grazie all’intervento del Lambretta sarà presto attivo per ospitare gli studenti e garantire il diritto allo studio e l’occupazione dell’ex-sala bingo di via Val Bogna 10 sono stati passaggi faticosi, ma necessari e significano una crescita in termini politici e strutturali, un allargamento del campo d’azione e un’ulteriore ramificazione nel territorio urbano.
Gli ultimi giorni sono stati difficili. Milano sta vivendo una pesante legittimazione a livello istituzionale delle nuove destre. Questa legittimità si traduce in una pericolosa possibilità per fascisti e nazisti di ieri e oggi di alzare la testa non solo a livello di iniziativa generale ma nelle scuole. Il Lambretta, che ha sempre fatto parte delle reti antifasciste cittadine, combatte grazie al C.A.S.C. questa deriva e cerca di legare la lotta all’antifascismo culturale e di strada con la partecipazione da parte dei e delle compagne più giovani all’ANPI, di cui sottolineiamo le contraddizioni, ma allo stesso cerchiamo di riportare al suo interno la dimensione attuale della lotta al fascismo.
E’ da molto tempo che non ci raccontiamo e non diamo una visione complessiva del nostro operato. Del resto, non ci piace guardare il nostro ombelico, siamo sempre proiettati in avanti, tenendo stretto nel pugno chiuso la memoria di un passato che non si può dimenticare, sempre aperti al cambiamento, alla messa in discussione, a nuove spinte verso il cielo.
Siamo adolescenti delle superiori, universitari, trentenni e ultratrentenni costretti ancora alla ricerca di un futuro fuori dalla precarietà,siamo etero, queer, lesbiche, gay; siamo bianchi e nere; siamo fuori e dentro il tempo. Arrenderci? MAI!
Tanti auguri C. S. O. A.Lambretta… 5 anni te li sei meritati..e ora sgambetta verso i 10. Ci vediamo in strada.
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