Basta consumo di suolo – La protesta non si arresta!

Presidio davanti a Palazzo Marino.

Dopo il blitz che ai primi di gennaio ha portato alla distruzione del Parco Bassini e dopo che, come reazione, un corteo ha portato la protesta ambientalista fin sotto Palazzo Marino facendo esplodere le contraddizioni in seno a una giunta che si definisce green, ma nei fatti lascia parecchio a desiderare con tanto di rovente polemica che ha visto contrapposti il Sindaco Sala ai Verdi oggi si è svolto un nuovo presidio sotto il Comune. 

Al di là della vicenda del parco Bassini i comitati, in una strategia più ampia chiedono che:

-il Comune di Milano vieti la costruzione di nuovi edifici su tutte le aree verdi della città.
-il Comune di Milano costituisca una commissione tecnica con ogni comitato per il verde, valutando caso per caso delle alternative urbanistiche che non prevedano ulteriore consumo di suolo.

Riprendendo il testo di convocazione della giornata di oggi:

Numerosi sono i progetti che comportano la cementificazione del verde pubblico a Milano – Piazzale Baiamonti, il Parco Bassini, Via Dei Ciclamini, Piazza d’Armi, il Parco la Goccia, Via Benedetto Marcello per citarne alcuni – disattendendo adeguate procedure di valutazione di impatto ambientale, come le buone pratiche di pianificazione prevederebbero.
La prassi è sempre la stessa: si avviano i progetti e si promettono nuove piantumazioni a posteriori (come se i parchi potessero essere quantificabili in semplici “somme” di alberi) e, all’insorgere delle proteste, si accusano i manifestanti di essere contrari all’utilità sociale delle nuove costruzioni.
Milano è la seconda città in Italia per superfici costruite, nell’ultimo anno sono state versate colate di cemento su 11 ettari di terra.
La Lombardia insieme al Veneto è la regione con maggior tasso di suolo consumato.

E’ evidente quindi che, nonostante sia ormai passato un mese dall’operazione che ha portato al taglio degli alberi del Bassini la protesta non si ferma e anzi, tende ad assumere orizzonti più ampi anche in vista dello sciopero per il clima del 24 aprile.

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