In ricordo di Luca

Oggi alle 14,30 presidio/parata da piazzale Lugano organizzato dagli amici e compagni di Luca Rossi.

A solo un giorno dall’anniversario dell’omicidio di Valerio Verbano a Roma cade purtroppo un altro tragico anniversario che coinvolge Milano. Il 23 Febbraio 1986 Luca Rossi, giovanissimo militante di Democrazia Proletaria viene colpito da un colpo sparato dall’agente della Digos Pellegrino Pollicino. Muore poco dopo il trasporto in ospedale. Sua unica colpa quella di essersi trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato. Luca si trovava il Piazzale Lugano, in Bovisa, e stava per prendere l’autobus. L’agente Pollicino, coperto dalla Legge Reale, aprì il fuoco in circostanze mai chiarite contro una macchina che si stava allontanando. Aprì il fuoco ad altezza d’uomo e colpì Luca uccidendolo. Inutile dire che la Questura tentò subito di alzare una cortina fumogena sull’episodio e che l’agente Pollicino non pagò mai per quell’omicidio.

Si era in piena “Milano da bere” edonista e craxiana. La febbre del giocare in borsa e dell’arricchirsi il più possibile anche a discapito di chi ti stava di fianco imperava. Le tangenti erano già diventate lauto sistema di governo con il gigantesco affare della Metropolitana 3 in costruzione e l’avvicinarsi dei Mondiali di Italia ’90. Era la Milano dei Paninari, degli yuppies e del Burghy. La Milano di un Berlusconi che aveva già costruito il suo impero televisivo ed aveva appena acquistato il Milan. Una città apparentemente spensierata e ottimista. Ma già allora come oggi era una città a due velocità. Con due anime. Se nel centro si viveva la frenesia del racconto autocompiaciuto dei propri successi nelle periferie la situazione era diversa.“Milano da pere” l’avrebbe definita qualcuno con ironia. Sì, perché era anche la Milano affondata dalla piaga dell’eroina, dal dilagare del controllo della criminalità organizzata su mille traffici e da una gigantesca ristrutturazione industriale che in pochi anni avrebbe visto la chiusura di tutte le fabbriche della città: dalla Falck all’Alfa Romeo.

Ma Milano non era solo questa. Era anche la città dove era esploso con fragore il movimento degli studenti dell’85 e dove i soggetti sociali dell’autorganizzazione riprendevano muoversi dopo la traversate del deserto dei primi anni ’80 caratterizzati da centinaia di arresti per le vicende della lotta armata. Ai funerali di Luca parteciparono quindi migliaia di persone.

Un racconto di chi visse in prima persona quella tragica vicenda.

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