Leoncavallo, il comunicato dopo l’assemblea del 22 ottobre
Oltre duecento persone hanno partecipato all’assemblea pubblica lanciata dal Leoncavallo e ospita dalla sede provinciale di Arci Milano.
Un dibattito vivo, composito, attraversato da critiche ma anche sostegno incondizionato, da domande e proposte. Segno che il percorso del Leoncavallo continua a essere un tema collettivo, che parla alla città e la attraversa.
Il futuro del Leoncavallo vuole essere in via Watteau. È questa l’unica soluzione possibile, e su questa direzione si stanno aprendo diversi fronti di lavoro. Parallelamente, le Mamme Antifasciste del Leoncavallo parteciperanno al bando per l’area di via San Dionigi, nonostante le presunte inadempienze legate al pagamento della TARI.
La partecipazione sarà critica, perché per un soggetto no profit è politicamente ed economicamente insostenibile l’idea di dover farsi carico della bonifica di un’area — un intervento che, per responsabilità di salute pubblica, spetta al Comune — o dell’allacciamento alla rete fognaria. Per non parlare dei costi di ristrutturazione e degli anticipi richiesti.
Sarà critica anche perché il riconoscimento del Leoncavallo e delle Mamme é la condizione previa per un dialogo, da noi tutt’ora auspicabile, e non ci pare di aver colto, fino in fondo, tale volontà ponendo la burocrazia e la tecnica prima della politica.
La critica pubblica al bando non è solo per “noi” ma un fatto politico che vuole segnare un possibile domani accessibile a tutti e tutte ad un sistema oggi sbilanciato.
Se i bandi vogliono essere strumenti democratici, devono riconoscere la diversità dei soggetti a cui sono rivolti e che vi partecipano. Altrimenti restano l’altra faccia del cosiddetto Modello Milano, che non è altro che un modello di speculazione urbana.
Per noi, gli spazi sociali non sono solo quelli occupati — anche se l’occupazione resta uno strumento di lotta imprescindibile — ma tutti quei luoghi di aggregazione, incontro, cultura e confronto che vivono dentro e fuori la città, e che, lontani dalle logiche di profitto, garantiscono socialità, sperimentazione e libertà.
Siamo solidali con chi è sotto attacco: con SOS Fornace, con il Cantiere, con le compagne e i compagni dell’Ex GKN, e con chi a Modena ha subito la repressione di Stato per aver partecipato a un rave. Siamo rattristati da una città che preferisce palazzi a cinema, teatri, sale concerti, librerie e musei. Quanti spazi sociali e culturali si sono chiusi in questi anni mentre i palazzi crescevano al posto di parchi e garage?
Da anni il Leoncavallo ha intrapreso un percorso pubblico, che rivendica con forza, senza dimenticare la propria storia.
Crediamo che la diversità sia un valore e che il futuro che vogliamo costruire passi attraverso alleanze molteplici, con chi sta in basso e a sinistra, contro il capitalismo e per una città aperta, solidale e libera.
Leoncavallo in via Watteau, in ogni quartiere, in ogni città. 10, 100, 1000 occupazioni. Dieci, cento, mille autogestioni
Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito
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