Marcegaglia – Raggiunto l’accordo
Dopo una durissima lotta è stato firmato l’accordo sindacale sulla vertenza Marcegaglia.
All’inizio della vertenza la posizione di una delle più potenti aziende italiane era di chiusura totale. Il trasferimento forzato di 7 lavoratori nello stabilimento di Pozzolo Formigaro in provincia di Alessandria avrebbe voluto dire una sola cosa: licenziamenti senza indennizzo.
Dopo l’occupazione della sede Marcegaglia in via della Casa, dopo i presidi solidali, dopo l’aumento dell’interesse mediatico, dopo i primi passi delle istituzioni l’azienda ha dovuto tornare sui suoi passi e decidersi a trattare.
L’accordo prevede: il trasferimento di un lavoratore a Bergamo, il trasferimento di due operai a Pozzolo Formigaro con le spese di trasporto a carico dell’azienda. Per altri 4 lavoratori ci sarà la fuoriuscita dal posto di lavoro con un incentivo di 29 mila euro (di fronte al muro iniziale dell’azienda), l’indennità di disoccupazione e corsi di formazione che garantiscano una concreta possibilità di tornare nel mondo del lavoro.
Qui il comunicato dei 7 operai.
Ce l’abbiamo fatta!
L’orgoglio operaio ha piegato il padrone d’Europa!2 anni e mezzo di resistenza, 13 giorni di occupazione e di sciopero, 2 giorni di presidio in Prefettura, il contributo importante della Fiom di tutta la Lombardia, del FLMU-CUB, e degli altri sindacati di base, i partiti, i collettivi, i centri sociali, il quartiere che hanno animato il presidio solidale agli uffici occupati Marcegaglia, con blocchi e manifestazioni, il contributo di compagni anche da altre parti d’Italia: tutto questo ha rappresentato l’ariete che ha sgretolato il muro che l’azienda aveva costruito fra noi e il nostro futuro.
L’accordo con Marcegaglia è stato ratificato ieri Prefettura, dopo che domenica l’azienda ha deciso di venire a trattare direttamente con noi e sottoscrivere un protocollo di intesa.
Prima di occupare gli uffici e metterci in sciopero per noi c’erano solo 7 licenziamenti senza alcun indennizzo! Il buio.
Con una lotta durissima abbiamo costruito le condizioni per piegare la volontà del massimo rappresentante del capitalismo europeo!
Fin dall’inizio di questa vertenza l’azienda ha assunto un posizione di principio politico: chi non accetta le condizioni dell’azienda finisce male! D’altronde tutta la storia sindacale del gruppo è stata questa e non ha mai trovato alcuna resistenza efficace. Un classe operaia prona alla volontà padronale.
Che sette operai abbiano sfidato tale potere ingaggiando una delle lotte più radicali degli ultimi 20 anni, ha inizialmente accresciuto la rigidità di Marcegaglia.
Ma la configurazione con la quale abbiamo occupato gli uffici, e il sostegno di tanti e tante solidal* assieme al quartiere e addirittura la parrocchia, rendeva quasi impossibile lo sgombero, se non con una operazione militare estremamente rischiosa per la nostra vita, che avrebbe prodotto un mare di problemi per l’azienda e il governo.
L’accordo, che prevede tre posti di lavoro veri e 4 incentivi per non opposizione al licenziamento, al di la della sua parzialità è un risultato che ha un valore storico:
– 7 operai hanno sfidato un padrone potentissimo e arrogante e lo hanno piegato
– Un collettivo autoconvocato ha organizzato al suo interno iscritti e non iscritti a diverse sigle
– La lotta ha fatto collaborare per tutta la sua durata la FIOM e la FLMU-CUB; l’unità sindacale si costruisce ne conflitto fra chi è disponibile ad affrontarlo.
– Si dentro che fuori l’occupazione siamo stati in grado di sviluppare una pressione mediatica non indifferente.
– Vecchie e giovani generazioni hanno condiviso la lotta.
– Il movimento di solidarietà che si è costruito attorno alla battaglia a visto riunirsi spezzoni si movimento e di conflitto sociale che per varie ragioni non comunicavano tra loro, o peggio erano in pieno scontro; L’egemonia dell’obiettivo è lo strumento di ricomposizione della conflittualità sociale e di classe.
– Praticamente tutte le organizzazioni sindacali si sono ritrovate nel sostenere questa battaglia.
– Si è sfidata la legalità borghese senza uscirne con le ossa rotte.
– Hanno scioperato in solidarietà praticamente tutti gli stabilimenti della Marcegaglia, fatto mai accaduto in 50 anni di storia di questa azienda.
Non si è raggiunto un risultato pieno a causa di alcuni limiti che proviamo a elencare:
– 7 operai son facili da organizzare ma alla lunga senza un ricambio nella prima linea si fa fatica a tenere il livello dello scontro al massimo possibile.
– Le difficoltà del movimento sindacale in generale che non ci ha permesso di estendere in maniera dispiegata la lotta ad altri settori di lavoratori in lotta.
– La mancanza di una assunzione politica a livello nazionale dello scontro che seppure nelle sue limitate dimensioni si configurava come scontro aperto al capitalismo nazionale ed europeo.
Probabilmente i limiti non sono esaustivi, e certamente li potremo approfondire a seguito di un articolata discussione e bilancio collettivo.
Resta il fatto che tutti assieme abbiamo dato una lezione indimenticabile ai padroni, e abbiamo dimostrato che con la lotta e l’unità nessun muro è insormontabile.
Ringraziamo tutti e tutte ci hanno sostenuto e combattuto assieme a noi, anche quelli che lo hanno fatto con un po’ di freddezza.
Diamo appuntamento per una assemblea di bilancio della nostra lotta e di rilancio della ricomposizione delle lotte sociali venerdì 8 Luglio alle ore 20.30 al PIANO TERRA in via Federico Confalonieri 3 a Milano. Invitiamo a partecipare tutte le realtà politiche, sindacali e sociali, milanesi e non che hanno condiviso anche solo emotivamente la nostra lotta.
Carroponte 29 Giugno 2016
Alfredo, Cristian, Franco, Gianni, Massimiliano, Roberto e Sergio
Tag:
lotta marcegaglia occupazione operai sciopero sindacati vertenza