Milano – Contestata la Fornero
Ore 18.30 – Una parte del presidio, tra cui anche alcuni esponenti della Fiom e di Rifondazione, ha tentato di entrare nel palazzo con uno striscione per manifestare il proprio dissenso, ma è stato bloccato dalla Digos. In questo momento una cinquantina di manifestanti sono partiti in corteo verso via Galvani.
Ore 18.00 – Un’ottantina di persone sono in questo momento davanti al vecchio palazzo di Regione Lombardia per contestare il Ministro Fornero, oggi ospite presso gli uffici di via Fabio Filzi per un incontro che vede anche la partecipazione di Pietro Ichino. Il Palazzo è presidiato, ingente la presenza delle forze dell’ordine.
Presenti al presidio, oltre a Labout, Zam e il Collettivo Lambretta, anche Rifondazione e la Fiom. Le prime provocazioni nei confronti dei manifestanti non hanno tardato ad arrivare: Davide Boni, Lega Nord, presidente del Consiglio Regionale, è uscito poco fa per strada, con l’evidente intento di creare scompiglio, ma la cosa non ha funzionato.
Di seguito l’appello di Labout
“Siamo di nuovo in crisi, il baratro ci rincorre” questa è l’unica dichiarazione che sabato il Presidente del Consiglio Mario Monti è stato in grado di fare in merito alla crisi. Una crisi esplosa nel 2008, generata dallo scoppio della bolla immobiliare ed in generale dalla finanza “creativa”. Una crisi i cui responsabbili hanno quindi nomi e cognomi: banche, fondi d’investimento ed il processo di finanziarizzazione dell’economia. Una crisi che ha imposto al nostro paese, complice il presidente Napolitano (ormai semprè più soltanto strenuo difensore della casta politico-economica che ci govena questo paese a proprio uso e consumo), un cambio di Governo, i cui massimi esponenti sono ora espressione diretta del sistema che ha generato e accentuato la crisi in questi ultimi 4 anni. A partire dal premier Monti, ex consulente di Glodman Sachs (una delle più grandi banche mondiali, fra i primi responsabili della crisi) e di Moody’s (agenzia di rating capace di determinare le politiche economiche dei paesi facendo oscillare lo spread a proprio gradimento) oltre che presidente dell’università Bocconi che ogni anno sforna squali da finanza.
La ricetta che ci propinano questi banchieri non eletti da nessuno è sotto gli occhi di tutti.
Il decreto sviluppo non è stato ancora varato e la famosa fase due della ripresa sembra non arrivi mai, sarà che il baratro ci rincorre (!!!) o che ci sia un spietato e lucido attacco ai diritti di tutt* (non solo i/le lavorator*) volto a peggiorare le condizioni di molti a vantaggio di qualcuno? Magari quelli che questa crisi l’hanno dapprima generata, poi agitata come spauracchio per far cadere governi ed ora piegato questi ultimi ai propri bisogni.
E’ chiaro ai più che la fase due non arriverà mai, che si continuerà a parlare di tagli al welfare che in breve vuol dire la pensione diventerà un miraggio, che per una visita specialistica bisognerà pagare 100 euro, che le regioni dovranno aumentare le tasse (e lo stanno già facendo) per poter mantenere le ASL aperte, che gli ospedali già da adesso stanno tenendo meno medicinali in stock e molte volte preferiscono utilizzare medicinali meno costosi ma che non fanno altro che aumentare il tempo di degenza quando va bene.
Come non parlare inoltre dell’università delle sue rette e i suoi servizi. In ogni parte d’Italia si esternalizza la gestione delle mense con l’aumento dei prezzi e diminuzione della qualità, vengono aumentate le rette, solo alla Statale di Milano da almeno 5 anni c’è un aumento costate di circa 50 euro ogni prima rata (che è uguale per tutti al di là del reddito!) mentre le borse di studio vengono tagliate.
In questo contesto il Ministro dell’Istruzione Profumo, già consigliere del CdA della banca Unicredit e Rettore del Politecnico di Torino dove s’è distinto per la gestione aziendale del bene pubblico con conseguente taglio dei salari per i lavoratori, ha avanzato la proposta di introdurre la carta “Io merito”. Questa carta (probabilmente di credito) sarà destinata ai più meritevoli che dovranno poi rimborsare, con gli interessi, finita l’università il prestito ricevuto. Forse pensa addirittura di sostituire le poche borse di studio con questa carta di cui beneficerebbero solo il migliore di ogni scuola al di là del proprio reddito, ignorando, o perlomeno facendo finta di, che i tempi di studio dipendono anche dalla propria estrazione sociale (a secondo se si deve o meno andare a lavorare per pagarsi le tasse e l’affitto in nero per un buco di stanza).
Tutto ciò è in gran parte già stato fatto negli anni passati ed è la perfetta conseguenza dei decenni precedenti all’insegna dello Stato sprecone, ma anche delle cosiddette grandi opere necessarie (vedi Tav, ponte sullo stretto, ecc…). Tutte questioni che ieri ed ancora di più oggi servono solo per far dire al Capo dello governo che lui e il suo staff di banchieri sono “Pronti a vendere beni pubblici”.
E’ in questo quadro che il DDL Fornero è stato presentato e approvato: utilizzare la crisi come cavallo di Troia per poter togliere a molti per dare ai soliti Marchionne di turno.
E’ inaccettabile che tutto questo passi sotto silenzio. E’ inaccettabile che i sindacati si siano prestati ad una consultazione fasulla che non poteva decidere su nulla. E’ inaccettabile che nel nome dei giovani vengano penalizzati tutti, sopratutto i giovani stessi con l’eliminazione dell’art. 18. Ma sopratutto è inaccettabile che non si parli di reddito di cittadinanza e della costruzione di un nuovo welfare.
Ci vogliono mettere gli uni contro gli altri per elemosinare ore di straordinario, per non reclamare i nostri diritti, per non denunciare che il capannone dove lavoriamo è inagibile trovandoci nella situazione di dover decidere di rischiare la vita, come capitato in Emilia e in migliaia di aziende dove ogni giorno muoiono lavoratori e lavoratrici.
Per questo il 18 Giugno alle 17 saremo sotto la Sala Pirelli del Consiglio Regionale della Lombardia in Via Fabio Filzi, 22
In quella giornata oltre al Ministro Fornero sarà presente il nemico numero uno del posto fisso in Italia, il senatore Pietro Ichino che in questo momento è in aspettativa dalla Statale di Milano dove è docente ordinario e quindi dipendente pubblico e a fine legislatura riceverà un vitalizio per il suo mandato di Senatore.
Vogliamo riempire quella piazza e dire chiaro che questo governo di banchieri c’ha portato alla frutta, che il loro sistema è marcio e vogliamo rigettarglielo indietro.
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