Ri-Make è tornato
Dopo l’esperienza del Cinema Maestoso (con annesso sgombero e manganellate) e l’occupazione di Via Sammartini, Ri-Make torna a liberare uno spazio aprendo l’ex-Banca Nazionale del Lavoro di Via Astesani. Nella zona Nord di Milano, tra Affori, la Comasina ed il Pini.
L’occupazione avviene nei giorni della bufera relativa alle tangenti Expo che sembra dare ulteriore ragione a chi, e tra questi Ri-Make, sta lottando contro la devastazione della metropoli causata dalla “grande” fiera internazionale.
Qui il comunicato sulla nuova occupazione:
Dalla finanza al mattone, dal mattone speculativo alla finanza speculativa… e niente mai per i bisogni sociali!
Rimake è tornato: occupiamo per restituire ad usi sociali.
La storia dei proprietari di questo posto è una storia esemplare.
Già di proprietà della Cassa pensionistica di una banca, successivamente viene venduto ad un’Immobiliare che, in liquidazione, è controllata da una Finanziaria di investimento immobiliare, che poi fallisce…
Ma è interessante vedere chi ha fondato e diretto questa Finanziaria Immobiliare: parliamo di ED e VC. Chi sono? Il primo amico di Niccolò Pollari e di tanti politici pugliesi; il secondo amico di D’Alema e di Consorte (ricordate i “furbetti del quartierino”?).
Cosa li accomuna tra loro e a tanti «finanzieri» e signori del mattone? Da una lato le avventure finanziario-immobiliari, che li portano a tentare la scalata a Pirelli Real Estate (altra immobiliare molto presente sul mercato milanese), e ad altre società, banche e così via; da un altro lato le partecipazioni in società discusse e discutibili; e infine, il loro passaggio per tribunali e patrie galere proprio per le loro discusse e discutibili attività “imprenditoriali”.
Siamo alle solite. La finanza serve per fare profitti incontrollati (e spesso incontrollabili grazie ai paradisi fiscali e alle norme internazionali); l’immobiliare serve a speculare su terreni e edilizia per fare altrettanti profitti incontrollati e incontrollabili (grazie in particolare a grandi opere e grandi eventi – come Tav o Expo2015 – e gli arresti di questi giorni ne sono l’ennesima conferma).
In tutto questo un’altra cosa è molto chiara: finanza e immobiliare non fanno gli interessi di cittadine/i, non servono a soddisfare i loro bisogni, anzi!
Aree dismesse (come aree ferroviarie, fabbriche, vecchi insediamenti abitativi), aree verdi (come La Goccia in Bovisa o Cascina Merlata vicino a Pero…) diventano preda di queste speculazioni, delle partecipazioni azionarie incrociate, degli appetiti di signori del mattone e banche e società finanziarie.
Grandi opere e grandi eventi vengono inventati per il solo scopo di drenare soldi pubblici a favore degli interessi privati.
Noi siamo di un altro avviso, pensiamo che sia arrivato il momento della riappropriazione sociale, del recupero ai bisogni sociali di aree, edifici, abitazioni, fabbriche abbandonate, consegnate alla speculazione, lasciate vuote e grigie.
Per questo avevamo recuperato l’ex-cinema Maestoso, da cui siamo state/i sgomberate/i – e oggi quello spazio è nuovamente sottratto alla città, tornato grigio e vuoto; per questo lo scorso dicembre abbiamo lanciato la campagna Esproprio e recuperato, anche se solo per una giornata, uno dei tunnel della Stazione Centrale, lasciato vuoto e degradato da Grandi Stazioni, mentre gli stessi cittadini ne chiedono un recupero ad usi sociali. Per questo siamo qui ora – dopo la Mayday e i NoExpoDays che hanno mostrato alla città le ragioni di chi si oppone alla città vetrina – per recuperare un altro spazio da far vivere con i nostri progetti; progetti collettivi, aperti, rivolti al quartiere e in particolare a chi più ha bisogno di legami e relazioni sociali.
Un recupero dal basso, diretto, autogestito – per questo non chiediamo un «sostegno» dalle istituzioni. Ma cogliamo sfidarle sul terreno dell’esproprio e del recupero sociale.
Il Consiglio comunale qualche settimana fa ha approvato il nuovo regolamento urbanistico che prevede forme di recupero ad uso sociale degli edifici abbandonati e degradati. Siamo d’accordo. Noi cominciamo a praticare questo esproprio, questa riappropriazione sociale, questo recupero.
Non vogliamo un sostegno ma parole chiare: si possono ancora tollerare speculazioni, abbandono, scempi edilizi e finanziari?
Lo chiediamo anche alle/ai cittadine/i di questo quartiere e di questa città – alle/ai quali proponiamo una petizione per la difesa di questo spazio recuperato e per una sua riconsegna ad usi sociali e la possibilità di partecipare con noi a questo recupero.
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[…] siete entrati in questo spazio? Siamo entrati qui il 15 Maggio 2014. Prima però avevate fatto un’altra occupazione? Sì. Avevamo occupato l’ex-cinema […]