Stazione Centrale, lavoratori in cima alla torre!

Stazione centrale, Milano. Ore due, è notte fonda. I lavoratori dei treni notturni, addetti alle cuccette, alle pulizie, all’assistenza ai viaggiatori si muovono veloci e sicuri su quei binari che conoscono a memoria. Quattro passi di corsa, due salti, una veloce arrampicata e sono in cima alla torre.

Binario 21 della stazione, sempre dritto, a metà strada c’è la saletta occupata dai lavoratori (proprio dopo il posto di Polizia), vero e proprio campo base della protesta. Duecento metri dopo uno dei tanti edifici di deposito attrezzi e una torre alta almeno 30 metri che sorregge fari per l’illuminazione notturna.

A metà altezza un telo, una tenda, tre persone in piedi sulla passerella tra i diversi tronconi delle scale. lungo tutta la torre uno striscione enorme e colorato.

Sono i lavoratori di quattro aziende (nel milanese) che a cominciare dall’undici dicembre dovranno rimanere a casa. Licenziati, in tronco. Ottocento persone, età media 40 e passa anni, quasi tutti con famiglia a carico, in alcuni casi addirittura entrambi i coniugi sulo stesso posto di lavoro e quindi con la stessa sorte segnata.

A Milano stiamo parlando di 160 persone, una fetta significativa alla quale le ultime voci affermano si aggiungeranno presto altri 23-25 lavoratori di una nuova impresa che per lunedì annuncerà ulteriori licenziamenti.

Hanno divise delle Fs, lavorano sulle carrozze di TrenItalia ma non sono dipendenti delle Ferrovie dello Stato. Come spesso accade attraverso un sistema di appalti ed esternalizzazioni si tratta di piccole e medie imprese che hanno preso le commesse dalle ferrovie, permettendo così al momento all’azienda madre di poter sostenere la parte di chi nulla c’entra e nulla può!

Sono da tempo in mobilitazione in tutta Italia ed oggi, dopo tre giorni di trattative continue a Roma in un tavolo di discussione che è “saltato” per l’eccessiva distanza tra le parti, hanno deciso di dare un segnale forte. A Roma sono stati bloccati i binari dei treni, a Milano è scattato questo blitz che, come dicono i lavoratori, “andrà avanti ad oltranza sino a quando non avremo un pò di speranze di poter ottenere qualcosa”.

Ovviamente invitano tutti, lavoratori Fs e non, a passare, a far presenza, a partecipare con loro a questa vicenda per renderla più forte ed efficace.

Chiedono di poter essere ricollocati tra il perosnale Fs, hanno le competenze per farlo, chiedono comunque gli venga data una prospettiva diversa dalla miseria senza alternative. I una situazione come quella odierna, con la crisi in atto e le manovre lacrime e sangue del governo Monti, la prospettiva di perdere il lavoro è per queste persone la mazzata finale che sembrerebbe far venir meno ogni speranza. Questi lavoratori però, così come in altre situazioni analoghe, hanno deciso di reagire e di scommettere su un futuro diverso. Un futuro che stanno cercando di determinare in prima persona con la loro lotta.

Corrispondenza per Radio Onda D’Urto

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