Verso il convegno “Come acrobati senza rete”, per una nuova coscienza del benessere dei lavoratori nelle professioni educative

Gli addetti ai lavori (psicologi, sociologi e studiosi di scienze umane in generale) si occupano da tempo di stress lavoro correlato nelle cosiddette “professioni d’aiuto”; si è indagata a fondo la correlazione tra la responsabilità e l’impegno necessari al prendersi professionalmente cura di qualcuno e il disagio psicologico che può derivarne.
Esistono svariati studi sullo stress lavoro correlato patito dai medici, dagli infermieri, dagli insegnanti, perfino dai sacerdoti ma non c’è pressoché nulla che riguardi gli educatori professionali. In ambito italiano, un primo contributo per cercare di porre delle basi scientifiche alla questione è il volume “Il mestiere (im)possibile – L’educatore tra passione, impegno e rischio burnout” ad opera delle psicologhe Sara Arrighi, Laura Birtolo, Sara Loffredo e Serena Saggiomo, edito da Edizioni Underground? nel novembre del 2018. Fortemente voluto dal Coordinamento Educatori Cgil Milano, questo libro nasce dalla necessità ormai non più rinviabile, data l’incidenza del fenomeno, di intervenire sulle situazioni di compromissione della salute psicofisica dei lavoratori attraverso gli strumenti dell’azione sindacale, partendo da una solida argomentazione teorica.
Ad un anno dalla pubblicazione, il Coordinamento Educatori Cgil Milano, organizza nella data del 31 ottobre 2019 presso la Camera del Lavoro il convegno “Come Acrobati Senza Rete – Educatori tra passione, impegno e rischio burnout”. Questa giornata vuole essere un ulteriore passo nella direzione di un riconoscimento e, soprattutto, di una ricerca di soluzione del drammatico problema dello stress da lavoro da parte di tutti gli attori coinvolti nella programmazione e nell’attuazione delle politiche di welfare.
Il programma della giornata sarà così articolato:

SESSIONE MATTUTINA
-Accoglienza e registrazione
-Saluti istituzionali
-Introduzione e avvio dei lavori

INQUADRAMENTO TEORICO E SINTOMI (Dott.ssa Sara Arrighi)
Si porranno le basi teoriche dello studio del fenomeno, soffermandosi sui fattori sintomatici. Si darà un inquadramento generale del decorso dei sintomi descrivendo, anche con l’ausilio di alcuni casi clinici, l’esordio e il decorso del burnout.

SPECIFICITÀ E CRITICITÀ DEL LAVORO DI CURA (Dott.ssa Serena Saggiomo)
Uno sguardo ai modelli valoriali e socio-antropologici delle professioni di aiuto consentirà di analizzare i fattori che rendono tali professioni maggiormente esposte al rischio di burnout. Si affronterà, inoltre, il tema della rappresentazione del sé e di come il ruolo professionale sia uno dei fattori di maggior rilevanza all’interno della sindrome da burnout.

FATTORI DI RISCHIO INDIVIDUALI (Dott.ssa Sara Loffredo)
Si approfondiranno i fattori e le caratteristiche che rendono alcuni soggetti più esposti di altri alla sindrome. Si indagheranno altresì le strategie che le persone possono adottare affinché imparino a individuare i fattori di rischio e diminuirne le ricadute.

PREVENZIONE E BUONE PRASSI (Dott.ssa Laura Birtolo)
Si analizzeranno i modelli di prevenzione primaria e secondaria, evidenziando il ruolo del singolo e dell’organizzazione nella progettazione di “buone prassi” atte a tenere sotto controllo i fattori di rischio.

SESSIONE POMERIDIANA

LA SUPERVISIONE COME STRUMENTO DI PROTEZIONE (Dott.ssa Irene Auletta)
Si analizzerà il ruolo della supervisione (psicologica e pedgogica) nel prevenire le problematiche legate al disagio lavorativo.

LA RICHIESTA DI AIUTO, DAL PRIMO CONTATTO ALLA PRESA IN CARICO (dott.ssa Federica Da Milano)
Cosa avviene quando un lavoratore chiede aiuto? Quali meccanismi si generano all’interno delle organizzazioni (cooperative, enti, fondazioni…) e in chi è depositario della richiesta di aiuto?

IL SINDACATO DI FRONTE AL PROBLEMA DEL DISAGIO PSICOLOGICO DEL LAVORATORE (Coordinamento Educatori CGIL Milano)
Cosa fare e come intervenire per favorire una nuova coscienza del benessere dei lavoratori.

CONCLUSIONI

Qui il link all’evento Facebook

Un educatore stressato, precario e sottopagato lavorerà male, controvoglia e senza impegno; questo non può essere considerato come un SUO problema ma è invece un problema di TUTTA LA CITTADINANZA, di tutti coloro che hanno bisogno della sua competenza e della sua professionalità. La lotta sindacale degli educatori per migliori condizioni di lavoro è, in fin dei conti, una lotta per l’intera collettività, per una società più giusta ed umana dove chi è in difficoltà possa contare sull’aiuto professionale e qualificato di operatori che siano davvero nelle condizioni di poterlo dare.

Daniele Grassini (Coordinamento Educatori Cgil Milano)

 

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