Vie d’acqua: cresce l’opposizione al canale di Expo
Grande però è la confusione che regna anche tra i consiglieri comunali,che affidando ai profili Facebook la propria opinione in merito riescono a dividersi.
Qualcun altro invita alla riflessione perché “questa storia deve fare riflettere sull’idea di rendere il naviglio navigabile” mischiando carte e argomenti poiché il progetto della Via d’Acqua non è assolutamente assimilabile all’idea di riapertura dei navigli per diversi motivi: in primo luogo la via d’acqua, cosa ormai chiara e palese, non è navigabile; inoltre i navigli possiedono un proprio tracciato che è costituito dalla rete di canali ricoperta negli ’20 e si inseriscono in un contesto urbanistico antico che nulla ha a che vedere con l’idea partorita per Expo 2015; infine per dovere di cronaca è necessario ricordare che la riapertura dei navigli è stata votata dai milanesi con un referendum nel 2011 al contrario di quanto avvenuto nella decisione di realizzazione della Via d’Acqua che non è stata voluta da nessun cittadino se non da Expo e avallata dal Comune.
Infine, qualcun’altro, con molto più realismo, ammette che “il Comune è stato coinvolto tardi e forse ha agito senza la giusta determinazione, e ora non può far altro che cercare mitigazioni a un’opera a dir poco inutile, perché un tubo che porta acqua dal sito Expo alla darsena non è proprio una gran figata” e alla luce di quest’ultima dichiarazione verrebbe da domandarsi come mai una cosa definita inutile debba essere portata avanti a danno dei territori e della cittadinanza che pagherà in toto il costo dei lavori, solamente 90 milioni di euro, senza considerare poi che una Via d’Acqua esiste già, ed è quella costituita dai vecchi canali e fontanili esistenti lasciati all’abbandono e all’incuria come nella più triste delle tradizioni del Bel Paese.
A quest’ultima domanda hanno dato risposta centinaia di cittadini che domenica 16 Febbraio hanno preso parte ai due cortei indetti dal comitato No Canal per ribadire ancora una volta la propria contrarietà all’opera, animando così una giornata di lotta importante e che rappresenta una risposta decisa all’amministrazione. Di seguito la cronaca della giornata:
Come sottolineato nella cronaca, la presenza di soggetti come Il Folletto 25603 di Abbiategrasso e la delegazione No Pedemontana da Desio danno un’idea di come la cementificazione e la devastazione dei territori siano una problematica decisamente diffusa in Lombardia e se ciò rappresenta una pratica dilagante in condizione normali essa diventa consuetudine in condizioni speciali, come Expo 2015, dove in deroga ad ogni legge e norma tutto è possibile.
La giornata ha segnato un punto importante per il comitato No Canal e ora più che mai è necessario tenere alta l’attenzione perché ogni giorno che passa è un giorno in meno che ci separa da Expo, e l’amministrazione stessa è consapevole che non può permettersi di far passare troppa acqua sotto i ponti..anche perché finché ci saranno i No Canal di acqua in canali inutili e dannosi non ne passerà proprio.
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