Niente visti. Rinviata la Seconda Carovana. Non lasceremo Gaza sola
Sarebbe dovuto partire domani il progetto tra sport, arte, cultura e animazione nella Striscia di Gaza.
L’uso del condizionale non è casuale.
Dopo la prima parte di questo percorso iniziato a Dicembre e che ha coinvolto gran parte della popolazione gazawi, arriva uno stop dai piani alti: nessun visto.
Apparentemente ancora non si tratta di un rifiuto, tuttavia, un’attesa così lunga, anche oltre la data di entrata, fa pensare comunque ad una scelta ben precisa: perseverare nella politica di tenere la Striscia in una condizione di perenne isolamento e di stato d’assedio.
Le notizie a livello internazionale non sono mancate e parlano tutte la lingua mediatica di chi ha interesse a mantenere una certa instabilità nella zona: prima gli attacchi israeliani sul confine in risposta ai razzi lanciati da gruppi di salafiti, poi il tentativo di attentato al mercato di She jaia, in seguito la notizia di due israeliani dispersi o ostaggi (e qui dipende dallo schieramento dei media) a Gaza e infine le esplosioni di 5 autoveicoli di Hamas ieri.
Si parla di Isis, naturalmente, nonostante chi vive a Gaza e lavora nei partiti o nelle amministrazioni dica con fermezza che di Isis nemmeno l’ombra e che queste sono di fatto manovre per gettare la Striscia nel calderone del terrorismo.
Troppo difficile fare delle valutazioni oggettive in questo momento, pochi gli elementi per puntare il dito.
Sta di fatto, però, che ancora una volta i poteri forti riescono nell’intento di non dare alla popolazione gazawi la benché minima possibilità di poter respirare e immaginare un’altra realtà…oltre gli attacchi israeliani, oltre il paesaggio urbano ancora completamente distrutto e in macerie, oltre l’incubo in cui si vuole fare vivere questa gente, che chiede solo libertà, ricostruzione e una tregua come risultati della tenace resistenza con cui si vuole rompere questo stato di assedio.
A Dicembre la carovana aveva portato solidarietà, laboratori di arte, graffiti e comunicazione nelle sedi universitarie e per strada, animazione e scambio culturale con i bambini, attività spirituale e agonistica di parkour e un evento finale dove la chiave era l’incontro tra culture, la promessa di solidarietà e testimonianza laddove la voce dei gazawi non può arrivare, la determinazione a portare avanti un progetto che ha dato e darà la concreta possibilità di “fare” una realtà differente, insieme.
La carovana dicembrina è arrivata laddove non si era riusciti ad arrivare per anni: sconfiggere il blocco dato dal valico di Heretz, sfuggire all’isolamento.
Questo alt! di Luglio lo rispediamo al mittente che sia il governo Israeliano o l’Ambasciata italiana, ultimamente decisamente incline elargire rifiuti a cooperanti e solidali.
Continueremo con le iniziative benefit e le raccolte di fondi in attesa di riorganizzare la carovana e realizzare insieme ai fratelli ed alle sorelle palestinesi la continuazione di questo percorso a lungo termine.
A chi ha già fatto donazioni diciamo che ci stiamo adoperando perché il summer camp dedicato ai bambini riceva il sostegno finanziario che merita per essere organizzato malgrado la nostra assenza.
Questa storia non finisce qui.
Nell’attesa di sapere cosa sia successo ai nostri visti, vi diamo appuntamento a dopo l’estate con nuove iniziative e vi terremo aggiornati sulle prossime date.
Collettivo Lambretta, Collettivo ZAM, Pacì Paciana in collaborazione con il Centro di Cultura Italiana Vittorio Arrigoni.
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