I precari della scuola sulle dimissioni di Fioramonti

Il Ministro della Pubblica Istruzione si è dimesso, lunga vita al ministro!

Salutate, da molti, come un atto di coerenza, le dimissioni di Fioramonti ci appaiono come una prassi di opportunismo politico di chi cerca di ricostruirsi una verginità sulle macerie di una scuola precaria e sempre più povera.

Caro ex-ministro, facciamo fatica a riconoscere le conseguenze logiche tra la sua idea di scuola, tanto declamata nelle ultime ore, e l’agire pratico della sua azione politica.

Aver rafforzato la “Buona Scuola” e il suo impianto competitivo e repressivo, mantenendo INVALSI come ente di valutazione dell’impianto diseducativo di un sistema scolastico in agonia svela la natura trasformista della sua scelta.

Non c’è eroismo nella complicità di chi ha contribuito a rendere esecutiva una legge di bilancio che, in continuità con le politiche liberiste degli ultimi 40 anni, punta a smantellare il servizio pubblico e quel che rimane dello stato sociale.

Non esiste consapevolezza, nelle dichiarazioni rilasciate, in merito all’indegno Decreto Scuola che condannerà alla precarietà, se non al licenziamento, migliaia di lavoratrici e lavoratori da anni sfruttati per garantire i servizi minimi dell’istruzione pubblica.

Il silenzio assordante rispetto la futura regionalizzazione e l’assenza di garanzie dovute ai precari storici è l’unico atto coerente che le possiamo riconoscere.

Pertanto, ci perdoni se la ricorderemo, senza che la nostalgia ci colga, semplicemente per avare dato paternità all’ennesimo decreto ammazza precari.

Certi che verrà sostituito da eminente personalità, garante delle politiche di sfascio e autonomia differenziata, la salutiamo senza attribuirle nessuna lode.

Privi di speranza attendiamo il suo successore, coscienti e consapevoli delle lotte che ci attendono.

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