Scontri sul Brennero: il tribunale di Bolzano chiede 300 anni di reclusione per i No Border
Il Tribunale di Bolzano richiede circa 300 anni di reclusione per i 63 no borders accusati dei disordini avvenuti al Brennero il 7 maggio 2016 in occasione della manifestazione contro il muro che il governo austriaco aveva annunciato di voler costruire per bloccare i migranti in transito dall’Italia. Il muro venne proposto nel 2015 dal Ministro degli Interni Johanna Mikl-Leitner, dai conservatori del partito popolare (OVP) e firmato dal Cancelliere socialdemocratico Faymann in nome della Grande coalizione. Nel 2016 sotto elezioni sembrava prossimo alla costruzione, ma la presunta emergenza annunciata si è rivelata l’ennesimo allarmismo strumentale. L’ex-cancelliere dell’SPO Faymann all’epoca annunciava: “Sarebbe stato poco responsabile non mettere in campo misure nazionali, non perché siano migliori ma perché le richiede la realtà” anche se queste misure hanno “suscitato molta resistenza, non da ultimo anche nel mio stesso partito”.
L’inconsistenza dei socialdemocratici li spazzerà poco dopo ai margini della scena elettorale come in quasi tutta Europa. Quello che rimane invece sono i partiti xenofobi come l’FPO che nel 2017 ha sfiorato la presidenza, la repressione che in questo caso ha agito per mano italiana, nelle vesti del pm Andrea Sacchetti, ma a rimanere è anche la solidarietà internazionalista, la stessa che in quel 2016 portò a convocare in un mese ben due diverse mobilitazioni al Brennero. I reati contestati ai manifestanti sotto processo sono vari: adunata sediziosa, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e l’immancabile devastazione e saccheggio. Le richieste vanno da pochi mesi fino a dieci anni a testa, il processo si svolge con il rito abbreviato come scelto dagli imputati. Prima di giungere alla sentenza seguiranno nelle prossime settimane altre udienze.
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