“Acqua, lotta comune” in Consiglio Comunale a Roma

Che l’esito del Referendum sull’acqua pubblica, promosso e fortemente voluto dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, non fosse andato giù al governo Berlusconi e agli enti locali facenti capo al PDL, era cosa molto chiara fin dall’inizio.

Il referendum, di altissimo valore politico, per la difesa dei beni comuni e la sottrazione di un servizio come l’acqua alla logica del profitto, aveva sancito a maggioranza schiacciante in giugno 2011 (dopo una lunga campagna su tutto il territorio nazionale), la necessità non solo di rendere pubblica la gestione dei servizi idrici a livello territoriale, ma anche di togliere la percentuale di profitto dalla stessa.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua denuncia invece da tempo la mancanza di rispetto e di applicazione della volontà popolare che così chiaramente così fortemente si era, invece, espressa su un tema di alto interesse e valore simbolico.

Ieri in Consiglio Comunale a Roma si è svolta un’ennesima dimostrazione di quanto il percorso intrapreso da alcune autorità locali sia del tutto avverso all’esito del referendum.

Valerio, del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e del Coordinamento Romano Acqua Pubblica, ci ha raccontato quanto segue:

“Il Comune di Roma, presieduto dal Sindaco Alemanno, ha presentato una delibera di bilancio, la numero 32, che mette in vendita il 21% delle quote di ACEA, gestore del servizio idrico di Roma. Questa proposta ha causato fin dall’inizio molta indignazione, anche perché, già prima del Referendum, l’ACEA era in gestione pubblica solo per il 51%, per cui era già, di fatto, parzialmente privatizzata.

 Come Forum, in coordinamento con molte altre realtà associative, cittadine e sindacali della città, riteniamo che questa delibera sia illegittima, non solo perché non rispetta il Referendum, andando proprio in direzione contraria (e cioè di un ulteriore aumento della gestione privata di ACEA), ma anche perché, al contrario di ciò che afferma Alemanno (di essere, cioè, obbligato dalla Legge sulle Liberalizzazioni), non vi è alcuna legge che giustifica questa scelta.

 Il governo infatti, interpellato appositamente, ha chiarito al Comune di Roma che l’attuale Legge sulle Liberalizzazioni prevedrebbe solo che, nel caso specifico di Roma, la gestione del servizio dell’illuminazione urbana potrebbe essere oggetto di gara d’appalto: il servizio idrico non rientra invece in alcuna categoria obbligatoria per quanto riguarda le liberalizzazioni.

 In un secondo momento, il Comune di Roma si è appellato alla carenza di fondi, dichiarando di necessitare i 200 milioni di proventi dalla vendita del 21% di ACEA: a questo proposito però, sono state presentate numerose alternative dall’opposizione, che non sono state nemmeno prese in considerazione a beneficio del bilancio comunale.

 A questo punto, vedendo esaurite tutte le giustificazioni per questa scelta, il consiglio comunale ha iniziato a spingere per una repentina votazione e approvazione della delibera. L’opposizione si è dunque organizzata per bloccare la votazione con la presentazione di numerosi ordini del giorno ed emendamenti, che facevano, di fatto, slittare la votazione.

Nel frattempo anche la società civile si è mossa, sotto spinta del Forum stesso, realizzando iniziative sul territorio culminate con la grande manifestazione del 5 maggio che ha portato in piazza 10mila persone, e uno sciopero unitario dei lavoratori ACEA, di tutti i sindacati, che si sono espressi contrari in merito a questa scelta.

Ieri, 9 giugno, il Consiglio Comunale riunitosi ha forzatamente adottato una sospensiva, che ha così permesso di “scavalcare” gli OdG e gli emendamenti che bloccavano l’approvazione della delibera, procedendo cosi alla discussione e alla votazione: la discussione, tuttavia, non è avvenuta, poiché i rappresentanti dell’opposizione non si trovavano in aula, impegnati nell’occupazione dell’Aula Consiliare.

 Questa forzatura ha scatenato le reazioni dei presenti in aula (molti del forum, nonostante le difficoltà, erano presenti in aula per verificare cosa stesse accadendo), e da lì è partita la lite molto accesa di cui hanno parlato i media, con calci e spintoni (anche da parte degli stessi consiglieri comunali nei confronti di opposizione e di chi protestava).

 Domani il consiglio comunale riprenderà dal punto in cui si è fermato lunedì, e cioè dalla pseudo-discussione ed approvazione di una delibera non solo ingiusta e irrispettosa delle volontà popolare, ma anche illegittima.”

Il Forum e tutta la coalizione della società civile che lo sostiene saranno presenti alle ore 10, per cercare di entrare in Consiglio Comunale (che si terrà, come annunciato, a porte chiuse) ma soprattutto per vigilare su quella che sembra, a tutti gli effetti, essere una vera sospensione della democrazia per la difesa di interessi privati.

 Come Milano in Movimento seguiremo le evoluzioni delle vicenda.

 

Per ulteriori approfondimenti:

http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/

 

 

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