[DallaRete] 1.1 Reato di passeggiata non autorizzata

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In cui si racconta della prima azione di disturbo alla base. Una passeggiata che traccia il sentiero di tutte quelle future.

Con la nascita del Coordinamento Regionale dei Comitati No Muos, un Coordinamento nato spontaneamente dagli individui e dalle realtà che si andavano frequentemente incontrando di persona, si è continuato un percorso, partito dalla volontà e dalla forte presenza del comitato di base di Niscemi, di contrasto reale allo sviluppo del progetto Muos e di monitoraggio dei lavori della base. Si tratta di una lotta nata dal basso, che risponde alle esigenze di un popolo che non si sente rassicurato e protetto da chi lo dovrebbe fare per rappresentanza politica o di mestiere. Semplici cittadini hanno messo a disposizione le loro risorse, sia economiche che “patrimoniali” da terreni, a case, ad oggetti utili all’organizzazione dei campeggi, delle feste, dei pranzi e delle varie attività, per non parlare dei mezzi di locomozione, della benzina, dei soldi in contanti spesi o messi a disposizione degli attivisti in completa fiducia. Così, nell‘estate del 2012, si è aperto un cantiere che ha portato alla realizzazione di un presidio in Contrada Ulmo per i giorni 7-8-9 Settembre 2012 con campeggio, iniziative di denuncia e controinformazione. L’appello:

A 30 anni dalle grandi mobilitazioni popolari contro l’installazione degli euromissili a Comiso vogliamo opporci a chi minaccia le nostre vite e riprendere in mano ora il nostro futuro. Vogliamo che si revochi l’installazione del Muos e si smantellino le 41 antenne NRTF esistenti a Niscemi. Vogliamo che la base di Sigonella sia smilitarizzata e riconvertita in aeroporto civile internazionale. Vogliamo che si taglino le crescenti spese militari per le guerre neocoloniali ,mentre chi governa procede con tagli alle spese sociali per salvare il capitale finanziario ed il debito delle banche. Impediamo che la nostra isola continui ad essere un avamposto di guerra. Mobilitiamoci per una Sicilia ponte di pace e cooperazione fra i popoli e per un Mediterraneo mare di pace.

Il programma delle giornate prevedeva sia attività nei pressi della base militare, che nella città di Niscemi. Ma senza dubbio l’azione che è passata alla storia è stata quella “fuori programma”. Nella notte tra il 7 e l’8 Settembre gli attivisti No Muos del campeggio, dopo una serena serata di musica popolare siciliana, armati di torcette elettriche da campo, pentole, padelle, mestoli e cucchiai si sono diretti verso la base per una passeggiata che aveva l’intento di disturbare il sonno dei militari della base di telecomunicazioni Usa. In cinquanta si sono avvicinati alle reti, in punti diversi e distanziati, alcuni battevano le reti altri puntavano le torce elettriche accese dentro la recinzione, a suon di musica canti e, naturalmente, slogan antimilitaristi. Ricongiunti al Cancello 1 ancora slogan, grida, petardi, reti battute fino a quando non è arrivata di gran carriera la polizia italiana molto arrabbiata con gli organizzatori del campeggio per questo fuori programma che non era stato di certo concordato. Ma il folto gruppo di persone, arrivata la polizia, si è allontanata tranquillamente ritornando alle tende, sulla strada alcuni facevano la spola con le auto per facilitare il rientro, mentre all’ingresso diverse camionette di celerini li monitoravano. Il Commissario al telefono col suo superiore, spiega che è tutto di nuovo sotto controllo e che non è il caso di mobilitare altre forze, ma procede anche all’identificazione dei soliti noti che rivendicano l’azione pacifica e assolutamente innocua. A dirla tutta già da tempo i primi niscemesi maggiormente coinvolti nell’organizzazione del comitato, degli eventi passati e ora di questo campeggio, sono costantemente monitorati e convocati dalla questura. Gli avvisi di garanzia che da lì a qualche giorno saranno notificati a 17 attivisti per i fatti del 7 Settembre riguarderanno: adunata sediziosa, manifestazione non autorizzata e danneggiamento aggravato in concorso di strutture militari.

La sera dopo, a presidiare le reti e il Cancello 1 c’erano decine di poliziotti in tenuta antisommossa e delle pattuglie. La luce blu emessa dalle auto della polizia era visibile come un riverbero dal campeggio mentre gli attivisti serenamente dedicavano il loro tempo a un’altra serata di socialità condivisa, e si rallegravano dello “scherzo” riuscito alla perfezione. Gli attivisti No Muos, esponendosi in prima persona, nonostante i tentativi di intimidazione, hanno lanciato un segnale chiaro. Quello era l’inizio ed era la dimostrazione del fatto che questo gruppo di persone non era semplicemente conflittuale e facilmente etichettabile. Nelle pagine di cronaca si era mostrata a tutta la cittadinanza che c’erano dei modi per far sentire la propria opinione e che regalavano qualche soddisfazione, al di là della rappresentanza politica, delle carte bollate, delle modalità più estreme. In quel momento era chiara a tutti la difficoltà e la pazienza necessaria, la consapevolezza di stare protestando per qualcosa di più grande, così tanto che spesso si partiva dal presupposto: “va bene che ce lo montano ‘sto Muos e allora? Non diciamo niente? Ci facciamo trattare da scemi?”

L’opposizione portata avanti sul territorio, nei luoghi dove si costruisce la base di morte, specialmente se supportata da sempre più numerosa popolazione, può creare le condizioni per la revoca dei lavori, per l’abbandono del progetto Muos e per lo smantellamento delle antenne esistenti.

A questo fortemente si credeva guardandosi negli occhi. Il campeggio si concluse con l’assemblea regionale dei comitati No Muos che stabilì anche l’organizzazione di una settimana di mobilitazione per la smilitarizzazione della Sicilia (dal 29 Settembre al 6 Ottobre ) in previsione della manifestazione nazionale in preparazione a Niscemi di sabato 6 Ottobre . Nel frattempo, nasce anche l’associazione No Muos Sicilia che però inizia un altro percorso rispetto a quello del Coordinamento dei Comitati di base, e l’amministrazione comunale parte per due audizioni a Roma l’11 settembre, una presso la Commissione difesa della Camera e, subito dopo, presso la Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito al Senato danno ragione alle preoccupazioni del popolo No Muos. Non per questo i lavori alla base si arrestano. Si moltiplicano le iniziative anche nelle città limitrofe. I No Muos vogliono vederci chiaro, ma soprattutto non vogliono più vedere le antenne e militari americani al lavoro. Si spinge per ottenere in tempi rapidi i documenti dell’Arpa Sicilia, responsabile di un parere positivo rilasciato senza nemmeno avere il quadro completo delle emissioni del sistema di antenne esistente.

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