[DallaRete] Benvenuto Aldo 2.0 – Nuova occupazione abitativa
Riportiamo un comunicato su una nuova occupazione abitativa in Corvetto che in qualche modo raddoppia quella di “Aldo dice 26X1” di Sesto San Giovanni che ospita più di 200 persone e attualmente è a rischio sgombero.
Occupato a Milano in via Oglio uno stabile comunale di oltre cento appartamenti, vuoto da otto anni, per dare vita ad un progetto di accoglienza a famiglie sfrattate.
10 piani, 100 appartamenti, oltre 10.000 metri quadri di edificio che con lavori minimi può essere reso abitabile.
Questo è lo stabile di via Oglio 8, zona Corvetto, a pochi passi dal Consiglio di zona 4 occupato oggi pomeriggio per dare vita ad un progetto di ospitalità solidale e autogestito simile a quello in corso da oltre 2 anni e con ottimi risultati nell’edificio dell’ ex Alitalia di Sesto San Giovanni.
Negli ultimi anni si è praticamente azzerata non solo la capacità da parte del Comune di Milano di gestire l’emergenza sfratti con la tempestiva assegnazione di alloggi popolari ma anche quella di offrire alle famiglia sfrattate soluzioni temporanee dignitose: si cercano affannosamente soluzioni mendando donne e bambini in comunità a decine di chilometri da Milano, proponendo minialloggi sottratti ai normali canali di assegnazione e dati in gestione al privato sociale, addirittura, come in questi giorni, proponendo container e centri di accoglienza.
E poi si scopre che un palazzo, destinato a diventare uno studentato, con oltre cento alloggi praticamente pronti e in ottimo stato è vuoto da 8 anni, da quando la ditta appaltatrice dei lavori è fallita poco prima della consegna al Comune dello stabile e che nessuno ha pensato di utilizzarlo, lasciandolo al degrado.
Eppure la situazione era nota, tanto che nel 2012 la Repubblica stato annunciava una sua possibile uso come centro di prima accoglienza.
Eppure da allora più niente.
Il comitato di Gestione del Residence sociale “Aldo dice 26 x 1” dopo aver sottratto il palazzo dell’ex Alitalia di Sesto San Giovanni, dopo aver sottratto da 2 anni un palazzo di 7.000 metri quadrati al degrado, averlo trasformato in una struttura di accoglienza più che dignitosa aver dato ospitalità a più di 700 persone (attualmente sono oltre 220 gli ospiti tra cui 50 minori e decine di invalidi), mentre continua la lotta contro lo sgombero di tale stabile, tenterà di portare avanti a Milano un nuovo progetto di ospitalità a Milano, basato sull’autorecupero del palazzo, la solidarietà e la partecipazione.
Questa occupazione è un nuovo segnale del punto a cui è giunta l’emergenza abitativa e della incapacità di gestirla da parte chi è istituzionalmente preposto, tanto che sono esperienze autorganizzate che devono fare quello che dovrebbero fare le istituzioni.
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