[DallaRete] Processo per la morte di Michele Ferrulli, chiesti 7 anni per tutti i poliziotti imputati

michele ferrulli (1)L’unica verità, per il momento, è che l’uomo Michele Ferrulli, morto a 51 anni durante un arresto, non ha la possibilità di ascoltare le udienze: è la figlia Domenica a doverle subire, una dietro l’altra, fino a quella in scena oggi al Tribunale di Milano, in attesa che la corte si pronunci sulla morte del padre.

Michele Ferrulli era un omone corpulento che non faceva una vita “allineata”: chiacchierone, amico di tutti, irruento, era una persona amabile e popolare, un’anima buona di quella periferia milanese che spesso nasconde disagio, violenza, drammi esistenziali. Michele Ferrulli è morto durante un arresto e a raccontarne la morte è il pm milanese Gaetano Ruta, oggi in udienza:

“Erano in quattro contro uno: quattro persone giovani contro una persona di mezza età, già immobilizzata, in posizione prona e completamente bloccata. Le capacità di movimento di Ferrulli erano completamente inesistenti, eppure gli sono stati scagliati addosso sei o sette colpi, e non c’è giustificazione per questo esercizio di violenza fisica. […] obiettivamente l’intervento delle forze di polizia in questa situazione è sempre stata sopra le righe. […] Non ci vuole uno scienziato per capire che se una persona dice ‘basta, la testa basta’, bisognava smetterla lì.”

Erano le 21.30 di una calda serata estiva, il 30 Giugno 2011. I poliziotti intervengono chiamati da qualcuno infastidito dal suono dello stereo e, secondo quanto riferiscono alcuni testimoni, Ferrulli risponde pacatamente alle domande degli agenti e fornisce loro i documenti: l’uomo si era attardato in strada con due amici romeni, bevendo birra ed ascoltando musica da un’autoradio.

D’improvviso la situazione precipita, Michele Ferrulli si ritrova con quattro uomini addosso e immobilizzato comincia il pestaggio, ripreso grazie al telefonino di una ragazza rom che si trovava nascosta a pochi metri di distanza. L’uomo viene immobilizzato, ammanettato e buttato a terra: i video acquisiti dalla Procura mostrano come Ferrulli, inerme, sia stato colpito più volte con calci e pugni. Fino alla morte.

Nell’udienza di oggi a Milano, l’ultima del processo di primo grado che vede imputati quattro agenti della Polizia di Stato con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Causa del decesso:

“Morto per arresto cardiocircolatorio e collasso polmonare derivati da uno stress ipertensivo che ha bisogno di una scatenante per sopraggiungere. La causa di questa attivitá ipertensiva si può cercare nella posizione prona e schiacciata che Ferrulli aveva quando i quattro imputati erano sopra di lui.”

Tuttavia sono altre le parole del pm che raggelano il sangue, che mostrano come certe volte sia impossibile non ottenere la verità quanto ottenere giustizia: nella richiesta di pena per gli imputati, 6 anni e 8 mesi per omicidio preterintenzionale più altri 4 mesi per falso ideologico (il minimo per questa tipologia di reato) il pm ha si sottolineato le responsabilità degli agenti (contrariamente al caso Aldrovandi, per il quale gli agenti sono stati condannati per “eccesso colposo di difesa”) ma nulla di più.

“Il fatto è grave ma si iscrive nella normale attività di servizio di quattro poliziotti che non hanno creato mai problemi neppure nella loro veste di imputati in questo processo. […] La relazione di servizio dei 4 agenti di polizia è piena di falsità.”

Una posizione che, per chi non mastica di diritto penale come un pm o un avvocato, non può che suonare stonata: si parla di “normale attività di servizio” per l’operato degli agenti che, in concreto, hanno causato la morte ad un uomo e, quando poi hanno dovuto redigere il verbale, hanno optato per una versione fasulla dei fatti: normale attività di servizio.

La sentenza è prevista per il prossimo 3 Luglio.

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