[DallaRete] Roma: «Mai con Salvini», l’appello dei movimenti

10392550_10152961101839718_4074341697931694272_nRoma. Il 28 Febbraio la “marcia” della Lega a Roma.

Sabato 28 Feb­braio Lega Nord e Casa­pound hanno indetto una mani­fe­sta­zione con­tro il governo Renzi, masche­rati dal neo­nata pro­getto Noi con Sal­vini. In realtà, la mobi­li­ta­zione punta soprat­tutto ad avviare il ten­ta­tivo poli­tico di «scen­dere al Sud», pro­vando a libe­rarsi dalla con­no­ta­zione regio­na­li­stica che ha sem­pre carat­te­riz­zato il popolo di Pontida.

Lasciata alle spalle la sta­gione seces­sio­ni­sta e dello scon­tro con «Roma ladrona», oggi la Lega punta ad occu­pare il campo dell’opposizione di cen­tro­de­stra a Renzi, sfrut­tando un vuoto di potere aper­tosi con l’implosione del Pdl e la nascita di una Forza Ita­lia inca­pace di coa­gu­lare intorno a sé il campo «dei mode­rati». La prima mani­fe­sta­zione a Roma del par­tito nor­di­sta ha però susci­tato l’allarme nel varie­gato campo della sini­stra, che gio­vedì 5 Feb­braio alle 17.00 si vedrà nella Facoltà di Let­tere de La Sapienza per un appun­ta­mento pub­blico che pro­verà a ragio­nare sulle pos­si­bili forme di pro­te­sta con­tro que­sto indi­ge­ri­bile raduno.

«Sal­vini ed i suoi epi­goni, siano essi ripu­liti dagli scan­dali poli­tici o da altre nefan­dezze di cui si sono mac­chiati lon­tani dai riflet­tori, non devono sfi­lare nel cen­tro di Roma», si legge nell’appello di lan­cio della cam­pa­gna #Mai­Con­Sal­vini. «Pen­siamo che Roma non possa essere uti­liz­zata come una pas­se­rella elet­to­rale da per­so­naggi che nel corso degli anni l’hanno con­ti­nua­mente deni­grata, defi­nen­dola “ladrona” e o anche peggio».

Una presa di posi­zione deter­mi­nata, che si somma alle dichia­ra­zioni dei giorni pre­ce­denti della fede­ra­zione romana di Sel per bocca del con­si­gliere comu­nale Gian­luca Peciola, che ha dichia­rato: «Ini­ziamo a chie­dere che quella mani­fe­sta­zione non venga auto­riz­zata, anche alla luce delle rela­zioni spe­ri­co­late tra Sal­vini e CasaPound».

Per una volta, insomma, sem­bre­rebbe che le varie anime della sini­stra romana abbiano tro­vato un ter­reno comune di con­fronto, quello cioè di opporsi senza mezzi ter­mini alla mani­fe­sta­zione leghi­sta, soprat­tutto dopo l’aggressione neo­fa­sci­sta al Csa Dor­doni di Cre­mona, avve­nuta lo scorso 18 gen­naio. Un’aggressione che ha pro­dotto il gra­vis­simo feri­mento di un mili­tante dello spa­zio occu­pato, Emi­lio Visi­galli, per giorni in coma e ancora oggi in gravi condizioni.

La pre­senza di Casa­pound, ormai sta­bil­mente appa­ren­tata al par­tito di Sal­vini, costi­tui­rebbe di fatto un motivo in più per schie­rarsi con­tro il rendez-vous romano di Sal­vini. «Non si tratta solo di una que­stione anti­fa­sci­sta, anche se ovvia­mente la pre­senza di Casa­Pound ci indica la dire­zione impressa da Sal­vini al par­tito», spie­gano i pro­mo­tori, che invece pun­tano ad una mobi­li­ta­zione di massa capace di sma­sche­rare il ten­ta­tivo di orga­niz­zare i ceti popo­lari del centro-sud attra­verso una reto­rica nazio­na­li­sta e sovranista.

L’arrivo di Sal­vini sem­bra aver messo tutti d’accordo in città, dai movi­menti di lotta per la casa ai cen­tri sociali, dai sin­goli col­let­tivi agli stu­denti e all’associazionismo di base. Anche le pole­mi­che sulla mani­fe­sta­zione anti­fa­sci­sta di Cre­mona, sfo­ciata in un lungo pome­rig­gio di scon­tri, non hanno impe­dito un per­corso fino ad ora uni­ta­rio. Solo i pros­simi giorni ci diranno se que­sta unità sia qual­cosa di pro­po­si­tivo o l’ennesima occa­sione man­cata dalla sini­stra cittadina.

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