[DallaRete] Vogliono sgomberare il Lambretta. E’ necessario schierarsi

10013544_569199376527950_4501523134091487505_nCi risiamo, un altro sgombero è in arrivo a Milano. Si tratta del Lambretta, cioè delle cosiddette villette del Quartiere Del Sarto, zona piazza Ferravilla, occupate due anni fa da studenti e precari della zona e oggi uno degli spazi sociali più dinamici della città. Ovviamente, non si sa quando accadrà, ma pare che una volta passate le elezioni europee qualsiasi giorno sia buono.

La vera domanda non è dunque il quando, ma piuttosto il perché, considerato anche che fino a poco tempo fa tutto sembrava assai tranquillo. Infatti, il Lambretta non ha portato via la casa a nessuno e non ha neanche impedito progetti di riqualificazione. Ha semplicemente riempito un vuoto, occupando degli immobili abbandonati e tutt’al più utilizzati dagli spacciatori della zona.

L’Aler, proprietaria delle villette, le vuole vendere ai privati. Ci prova da anni. A tal fine erano state prima tolte dal patrimonio Erp (cioè, non sono più case popolari e pertanto non saranno assegnate alle famiglie che affollano le graduatorie) e poi messe in vendita mediante aste pubbliche. Ma tutte le aste erano andate deserte.
Secondo i proclami ufficiali di due anni fa da parte di Aler e Regione (assessore competente era quel Domenico Zambetti oggi sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa), le villette non si vendevano perché erano occupate. Ma era una balla, utile per ottenere dalla Questura lo sgombero forzato, che poi ci fu effettivamente nell’Ottobre del 2012, la quale alcuni mesi più tardi, con il Lambretta rioccupato, sarebbe stata di fatto smentita dallo stesso allora Presidente dell’Aler di Milano, Loris Zaffra, con queste parole: “I primi due bandi, promossi da Infrastrutture Lombarde durante il periodo della convenzione, sono andati deserti. Adesso ci proviamo noi direttamente, senza grandi aspettative considerato l’andamento del mercato immobiliare” (vedi Corriere della Sera ed. Milano del 17.01.2013).

Già, il mercato immobiliare in crisi, al quale si aggiungono i molti vincoli architettonici, e non il Lambretta, neanche nominato. E in quell’intervista Zaffra spiegò anche come l’Aler intendeva procedere, cioè “se la gara andrà deserta anche stavolta, rivedremo tutta la procedura e proporremo una nuova vendita frazionata” (ibid.). E così hanno poi fatto, presumibilmente. Ma a questo punto entriamo nel regno delle ipotesi e dei condizionali, perché una volta esauriti i bandi e le gare e le relative procedure, si passa a trattative che non impongono più i medesimi obblighi di pubblicità e trasparenza. E quanto a trasparenza, l’Aler di Milano non ha mai brillato in questi anni…

Insomma, nessun soggetto istituzionale si è degnato di spiegare perché ora, all’improvviso, bisogna mandare polizia e carabinieri e cacciare via i ragazzi e le ragazze del Lambretta. L’Aler è riuscita a vendere qualche villetta? C’è un nuovo progetto immobiliare sull’area? Se sì, che lo dicano, perché nemmeno i residenti e le istituzioni della zona ne sanno alcunché e la prospettiva di riconsegnare quell’area all’abbandono e al vuoto, magari con qualche guardia giurata a presidiare il nulla, non è per nulla edificante.

Oppure ci sono altre ragioni, magari tutte politiche, legate a quella specie di campagna d’ordine, di cui i Ministri Alfano e Lupi sono alfieri e secondo la quale il dissenso e il conflitto sociale sono essenzialmente un problema di polizia?

Comunque sia, forse i silenzi sulle ragioni di questo sgombero sono la cosa meno importante in questo momento. Molto più importante è rompere il resto del silenzio. È mai possibile che l’eliminazione di un altro spazio sociale, con tutto quello che contiene e che ha costruito, sia un problema solo di quello spazio sociale e non di tutta la città o, almeno, di una parte di essa? Io credo di no, penso che il Lambretta ci riguardi tutti e tutte, cittadini e istituzioni. E penso che occorra schierarsi, con il Lambretta.

Per essere aggiornati sulle iniziative del Lambretta e sapere cosa succede, consultate il profilo Fb del Collettivo Lambretta, la nuova pagina Fb Il Lambretta Resiste e il sito Milano in Movimento.

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