L’ aut aut della Troika e la povertà della Grecia

La Grecia è stremata.

Il potere d’ acquisto è sceso sensibilmente, la disoccupazione avanza in maniera preoccupante, la recessione è del -5,5%.

Aver accettato i dettami della finanza e dell’Europa non è bastato, ma soprattutto ha peggiorato le condizioni di vita della popolazione che ormai vive in povertà e non riesce a vedere un barlume di speranza.

Le notizie che arrivano non sono per niente rassicuranti…si parla realmente di guerra tra poveri, gente che si ruba a vicenda nelle case…uno scenario inquietante insomma.

E adesso?

Ora la Troika vuole di più. Chiede ancora di più ( lo ricordiamo: abbassamento salari minimi del 20%, abolizione di tredicesima e quattordicesima per chi lavora nel settore privato, ulteriori liberalizzazioni, riduzioni delle pensioni sociali, 15 000 tra licenziamenti e prepensionamenti nel settore pubblico).

Ma la Grecia forse non ce la fa. Ieri pare siano state accolte la maggior parte delle richieste. Non c’è accordo sulle pensioni però.

E come risponde l’Europa al dramma messo in scena?

Merkel e Sarkozy usano parole dure. O si trova questo accordo, o la Grecia non riceverà gli altri aiuti. (Ci viene da chiedere…aiuti per chi???!!??).

L’aut aut dell’ Europa non è di sicuro una mossa di solidarietà né di reale desiderio di aiuto. L’Europa si sta trasformando purtroppo in un unione solo economica che si basa su principi molto lontani dalle realtà che alcuni paesi devono affrontare.

Per fortuna, quello che emerge da questa tragica situazione è un altro sentimento europeo, quello delle persona che tutti i giorni si battono per la difesa dei beni comuni e del welfare.

E’ meglio che i Signori e le Signore della Troika si preparino, perché un sentimento di solidarietà europea c’è, è già partito e parla una lingua che annuncia benessere sociale, lotta per i beni comuni, redditi di cittadinanza. Tutto questo è reale. Tutto questo è l’Europa che vogliamo.

Questo è essere europei.

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