Marciare per la libertà – Resistere per vivere
Il 7 novembre 2018 la deputata dell’HDP (Partito Democratico dei Popoli) e co-Presidente dell’associazione della società civile DTK (Congresso Democratico dei Popoli), Leyla Güven, ha dato inizio nel carcere di Amed (Diyarbakir) ad uno sciopero della fame a tempo indeterminato con un’unica richiesta: la fine dell’isolamento del Leader del popolo curdo Abdullah Öcalan.
Chiedere la fine dell’isolamento di Abdullah Öcalan significa in primo luogo mettere fine a una palese violazione dei diritti umani e a un sistema di tortura sistematica. Ma significa anche chiedere la fine dell’isolamento dell’intero popolo curdo, creare la possibilità per una ripresa di negoziati per una soluzione politica e pacifica della questione curda, creare i presupposti per la democratizzazione della Turchia, difendere la rivoluzione del Rojava fondata sulla democrazia dal basso, l’ecologia e la liberazione delle donne. Significa soprattutto sostenere che un mondo diverso, basato sulla convivenza pacifica e il rispetto reciproco tra popoli, etnie e religioni, sulla parità di diritti tra uomini e donne è possibile.
Alla sua protesta si sono uniti oltre 7000 prigioniere e prigionieri nelle carceri turche e dozzine di attiviste e attivisti in tutto il mondo. Il 30 aprile scorso, 15 dei prigionieri hanno trasformato lo sciopero della fame in digiuno fino alla morte. Il 10 maggio altri 15 prigionieri hanno fatto altrettanto. Anche in Italia il 21 marzo scorso, in occasione della festività del Newroz (capodanno curdo), Erol Aydemir, un giovane rifugiato curdo che attualmente si trova a Roma presso il Centro Socio-Culturale Curdo Ararat, ha iniziato uno sciopero della fame a tempo indeterminato.
Questa durissima resistenza è una lotta per la vita per il rispetto dei diritti umani, della legislazione internazionale e della Costituzione e delle leggi della Turchia.
Il silenzio è complice. Il silenzio uccide.
Il muro di silenzio calato su questa lotta è certamente imputabile non solo a un vergognoso ed egoistico disinteresse, ma soprattutto alle fitte relazioni economiche e commerciali dei Paesi europei con la Turchia (in particolare per quanto riguarda il commercio delle armi). Quindi più che di silenzio, si dovrebbe parlare di omertà.
Per dare voce a coloro che sono in sciopero della fame la Comunità curda in Italia inizierà una marcia che partirà il 20 maggio da Milano con arrivo previsto a Firenze il 5 giugno e che prevede le seguenti tappe:
In ciascuna città sono previste iniziative per dare visibilità alla marcia ed una serie di incontri con le strutture solidali con la lotta del popolo curdo, associazioni, partiti, sindacati e organizzazioni della società civile, nonché con le istituzioni locali.
Comunità Curda in Italia
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