Caro affitti: la battaglia delle tende, la coda di paglia del PD e le inutili sparate di Valditara

Incredibile come a volte un piccolo e semplice gesto sia capace di svelare che il re è nudo.

Tutto è iniziato il 2 maggio quando Ilaria, studentessa ventenne originaria di Alzano Lombardo e che studia Ingegneria Ambientale al Politecnico di Milano, ha deciso di piantare una tenda in piazza Leonardo Da Vinci, di fronte alla sede dell’università per protestare contro i prezzi insostenibili degli affitti per studenti e studentesse universitari fuorisede. Il gesto ha fatto immediatamente rumore, scatenando sia l’attenzione dei media mainstream che quello della classe politica milanese e non solo probabilmente conscia delle proprie responsabilità per aver fatto poco o nulla per contrastare la spaventosa deriva verso l’alto del prezzo degli affitti (e non solo) nella nostra metropoli. Ilaria ha successivamente lanciato un appello a unirsi alla mobilitazione e a piantare altre tende davanti al Poli. Cosa che puntualmente si è verificata a indicare di come, probabilmente, la misura fosse colma. Il tutto ha spinto il Sindaco Sala ha convocare per oggi un tavolo (non si sa quanto propagandistico e quanto utile) di confronto sul problema dell’abitare per gli universitari cui dovrebbero partecipare i rettori delle università milanesi, l’Assessore comunale alla Casa, Pierfrancesco Maran e le rappresentanze studentesche.

La protesta però, in questi giorni è cresciuta diffondendosi sul territorio nazionale. Dopo Milano tende sono state piantate alla Sapienza di Roma, ma anche a Padova, Perugia, Bologna, Torino, Pavia, Cagliari e in altre città mettendo in allarme il Governo Meloni che ogniqualvolta si trova costretto a confrontarsi con un pur piccolo barlume di lotta sociale va in confusione iniziando a balbettare e perdendo tutta la tronfia arroganza e protervia che utilizza quando invece a piene mani quando si trova a confrontarsi con l’opposizione parlamentare. Indice evidente che se una parte della società italiana inizierà a uscire dal torpore e dalla disillusione riprendendo l’abitudine e il gusto di mobilitarsi dal basso sarà quello a mettere in difficoltà in melonismo e non certo lo scontro partitico parlamentare.

Ed ecco arrivare la figura caricaturale e macchiettistica del (pessimo) Ministro dell’Istruzione Valditara che ha cercato di liquidare la situazione con una delle sue tipiche sparate dicendo: “Il problema del caro affitti è grave. Tocca le città governate dal centrosinistra: nelle città dove ci sono gli accampamenti degli studenti non sono state attivate dalle giunte comunali politiche a favore dei giovani e degli studenti per offrire loro un panorama abitativo decoroso”. Un “capolavoro” di benaltrismo e scaricabarile che, come d’abitudine, cerca di buttarla in caciara e che ha sollevato l’irritazione del Ministro all’Università Bernini di Forza Italia. Immediata e stizzita la reazione dei sindaci di centrosinistra tra cui Sale e Nardella, probabilmente consci di una qualche verità presente nell’altrimenti inutile frase di Valditara. Sì, perché se è vero che il governo è pesantemente responsabile del disastro che riguarda il diritto all’abitare di studenti e studentesse universitarie è altrettanto vero che le giunte di centrosinistra nulla hanno fatto (per usare un eufemismo), se non a chiacchiere, contro le feroci dinamiche di gentrificazione e turistificazione che stanno rendendo il costo della vita insopportabile a fette sempre più ampie delle popolazioni metropolitane delle città da loro amministrate. Milano è governata dal centrosinistra dal 2011 e la situazione è andata via via peggiorando negli anni subendo un’accelerazione in negativo nel post Expo.

Se si leggono i dati terrificanti sull’abitare universitario ci si rende contro di come sia tutto il sistema a non reggere più guidato com’è dai dogmi neoliberisti di cui è intrisa senza alcuna speranza di ravvedimento tutta la nostra classe politica. Ovunque domina la partnership pubblico-privato dove il pubblico generalmente sgancia i soldi senza però aver alcun potere decisionale e dove il privato ricava immensi profitti facendoli pagare all’utenza. Il tutto collegato alla totale sudditanza al mercato immobiliare che imperversa incontrastato da decenni nella più totale assenza di politiche pubbliche per la casa.

In Italia ci sono circa 40.000 posti letto a fronte di più di 800.000 studenti fuorisede. Il Governo Meloni inoltre, ha pensato bene di non rifinanziare il fondo che aiuta a pagare le spese per l’affitto. In aggiunta a ciò il tanto decantato PNRR, intriso fino al midollo di spirito neoliberista (Draghi è stato messo lì per quello) prevede di destinare poco meno di 700 milioni di euro, ma ovviamente dedicati ai privati che dovrebbero operare in partnership con le università. Leggi anche: i privati decidono e le università si accodano.

Insomma, mentre studentesse e studenti fanno la cosa giusta e indicano la via da seguire (anche ai movimenti che scontano un certo ritardo) la nostra classe politica si rimpalla le responsabilità incapace anche solo di pensare a un paradigma diverso nel gestire non solo il problema della casa e degli affitti, ma l’intera vita sociale del nostro paese.

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