Ciao Prof
Mi ricordo molto bene il giorno in cui andai a chiedere la tesi di laurea alla mia professoressa di Geografia politica.
Esposi il mio progetto e lei mi guardò di traverso, poi una frase indimenticabile: “Va bene, faremo questo lavoro insieme, anche se mio marito dice che voi del Bulk siete degli orridi negriani di ferro”.
Il marito, va specificato, era persona nota nell’ambito degli allora social forum.
Ma che quella donna minuta, sempre perfetta nei suoi tailleur pastello avesse sibilato con le sue labbra sottili un giudizio così tranciante mi aveva lasciato spiazzato. Che poi a ripensarci chissà quanti di noi avevano letto o citato davvero “il professore” come lo chiamavamo.
Se sei cresciuto nella sinistra extraparlamentare con il pensiero di Negri non potevi non avere avuto a che fare.
Ricordo quando – credo l’anno di Genova – venne a Milano per un convegno in Camera del lavoro, dopo tanti anni, scontava ancora le misure alternative. Prese il palco sinceramente emozionato, senza retrocedere dall’ immutabile rancore verso la sinistra istituzionale con la scrittura di Impero aveva da poco tratteggiato il contesto per quello che sarebbe stato l’ultimo assalto al cielo (almeno fino al prossimo).
“Toni Negri è morto” è stato scritto già, su un muro di Milano all’inizio del famoso 1 Maggio 2015, una frase che sapeva di messaggio interno a una certa area. Toni Negri, coi suoi libri incendiari e incendiati, ci ha detto tante cose; una citatissima oggi è “L’amore è il cuore pulsante del programma che abbiamo sviluppato fino a questo punto, senza il quale il resto sarebbe un ammasso senza vita”.
A me piace pensare che è grazie anche all’intelligenza finissima di Toni Negri che ci siamo schierati dalla parte giusta della storia, ci siamo giustamente convinti che il conflitto era la strada maestra e ci siamo scaldati il cuore tra compagni le volte che ci siamo calati il passamontagna o come ha detto lui in modo perfetto: “Nulla rivela a tal punto l’enorme storica positività dell’autovalorizzazione operaia, nulla più del sabotaggio. Nulla più di quest’attività di franco tiratore, di sabotatore, di assenteista, di deviante, di criminale che mi trovo a vivere. Immediatamente mi sento il calore della comunità operaia e proletaria, tutte le volte che mi calo il passamontagna”.
di FDA
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