Covid19 – Qualcuno non dimentica la strage lombarda

Manganellate oggi pomeriggio davanti alla Regione.

Sembra passata un’era geologica dal 20 giugno 2020.

Quel giorno una mobilitazione di 2.000 persone “assediava” il palazzo della Regione Lombardia. E contemporaneamente, circa lo stesso numero di cittadini scendeva in piazza Duomo sullo stesso tema.

Erano cautamente iniziate da poco più di un mese le riaperture e la rabbia era ancora tanta (ma forse ce ne sarebbe voluta di più).

Dicevamo che sembra passata un’era geologica da allora.

La nascita del Governo Draghi ha portato nuovamente al potere la Lega di Salvini che sta cercando in tutti i modi di far dimenticare la lista degli errori e degli orrori compiuti in Lombardia durante l’emergenza. Anche la riforma della sanità lombarda, inquinata dalla ricerca ossessiva del profitto, che sembrava urgentissima dopo la pessima prova data durante i primi mesi dell’emergenza sembra essere finita in coda all’agenda delle priorità.

L’arrivo dei vaccini e la stanchezza per più di un anno di emergenza sanitaria stanno generando una sorta di “liberi tutti”. E molti sembrano, come spesso capita dopo le grandi catastrofi, voler dimenticare e rimuovere. Coloro che hanno avuto un lutto in questi tragici mesi rimangono spesso nella solitudine del proprio doloro.

In aggiunta a ciò la preoccupazione per la tenuta occupazionale (già devastata dalla pandemia) che rischia di saltare con l’imminente sblocco dei licenziamenti è un tema sempre più pressante per tantissimi cittadini.

Nonostante ciò e anzi, a maggior ragione, oggi si è scesi in piazza contro Fontana, Moratti e soci per ricordare loro che tanti non dimenticano la disastrosa gestione del Covid da parte dell’amministrazione lombarda.

Dopo una serie di interventi al microfono sono stati attacchinati sui muri della Regione, a sostituire le targhe della via, dei cartelli con scritto: “Via vittime del Covid-19, vittime del profitto”.

In aggiunta a ciò, dove un anno fa era stata vergata l’enorme scritta: “Cacciamoli” oggi è stato tracciato un numero: “33.700”. Il numero dei morti lombardi dall’inizio del disastro. Un numero arrotondato per difetto perché ad oggi i morti sono 33.751.

Poi, quando i manifestanti hanno tentato di raggiungere l’ingresso del palazzo regionale per consegnare un simbolico “annuncio di sfratto” ci hanno pensato i manganelli a fare il loro lavoro aprendo la testa a un ragazzo.

Qualcuno dunque non dimentica.

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