Edilizia popolare, Aler e Comune: a che punto siamo

10477887_10152449407152964_5583894342190074167_nIeri, il Corriere della Sera è tornato a parlare della complicata situazione legata alla gestione dell’edilizia popolare a Milano.

Facciamo un passo indietro, anzi diversi.

L’Aler, che attualmente gestisce il patrimonio di edilizia pubblica milanese, nasce nel 1996 per sostituire il “glorioso” Istituto Autonomo Case Popolari (fondato nel 1908).

Lo IACP è stato, di fatto, un pezzo di storia di questa città, visto che nelle sue mani è passata tutta l’edilizia popolare di quasi un secolo.

Il periodo di boom è quello tra gli anni ‘50 e gli anni ‘70 quando vengono costruiti tantissimi alloggi e quasi per intero le (nuove) periferie milanesi.

Sono anche gli anni di straordinarie lotte per il diritto alla casa con l’epopea di occupazioni come Viale Tibaldi, Gallaratese, MacMahon…tanto per citare alcuni casi.

Il declino dello IACP inizia negli anni ‘80.

Il ritmo di costruzione di alloggi cala e le spartizioni politiche della “Milano da bere” la fanno da padrona.

Con Tangentopoli la classe politica milanese viene spazzata via.

Nella logica imperante della privatizzazione (gestione privata del patrimonio pubblico…), a metà anni ‘90, viene dunque fondata l’Aler.

Sotto la Giunta Albertini venne presa la sciagurata (tra le tante di quel periodo) decisione di affidare il patrimonio immobiliare pubblico ad un cartello di aziende private.

Le conseguenze furono devastanti, sia in termini di inefficienza che di degrado.

Visti i pessimi risultati, sotto l’amministrazione Moratti, la gestione tornò ad Aler.

Con l’esplosione della grande crisi economica nel 2008 la situazione è andata via via avvitandosi.

L’edilizia popolare è di fatto ferma. A fronte di una richiesta di alloggi in continuo aumento.

Aler tiene moltissimi appartamenti vuoti ed in stato di degrado.

Le sacche di povertà e marginalità sono nel frattempo aumentate così come è aumentato il numero dei morosi e delle occupazioni per necessità.
Di pari passo ha ripreso mordente la lotta per il diritto alla casa, come dimostrano diverse esperienze in giro per la metropoli (San Siro, Ticinese, Corvetto…).

Negli ultimi anni Aler ha spinto molto su posizioni legalitarie.
Peccato che due anni fa sia stata completamente travolta da uno scandalo legato a pesanti infiltrazioni della ‘ndrangheta all’interno dell’azienda.
Finì addirittura in carcere l’Assessore alla Casa della Regione Lombardia Zambetti (il responsabile del primo sgombero del Lambretta).

L’Azienda Lombarda Edilizia Residenziale, attualmente gestita dall’ex-Prefetto Lombardi ed i cui conti sono in continua sofferenza, cerca di fare cassa svendendo ai privati il suo patrimonio, come ben dimostra l’intera vicenda del centro sociale Lambretta e delle villette liberty di Piazza Ferravilla.

Il 30 Maggio è stata inviata al Comune di Milano da Aler la disdetta della convenzione che consentiva la gestione di oltre 28mila appartamenti comunali (oltre ai 70mila di sua proprietà diretta).

Sarebbero in corso incontri per capire come gestire la situazione.

Le tre ipotesi sarebbero: una nuova convenzione con Aler, affidare nuovamente la palla ai privati (bissando una scelta sciagurata) oppure coinvolgere la MM (il colosso Metropolitane Milanesi che già gestisce i più svariati appalti) nella situazione.
Staremo a vedere come si evolve la situazione.

Elemento fondamentale e necessario sarebbe però una svolta nelle volontà politiche legate alla gestione dell’edilizia pubblica.

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